La lettera. “Solo dolore straniero a Pian del Lago”

CALTANISSETTA – Per arrivare dal Pakistan all’Italia, senza visto d’ingresso, devo giungere in Iran, attraversarlo senza farmi arrestare perché clandestino, e per farlo mi appoggio ai trafficanti; raggiungere la Turchia, attraversarla senza farmi arrestare perché clandestino, e per farlo mi appoggio ai trafficanti; raggiungere la Grecia, arrivare a Patrasso, infilarmi in un container a giungere a Bari o Ancona. E per farlo mi appoggio ai trafficanti.
Poi mi mandano in un posto fuori dal mondo, che nemmeno Europa sembra. Ci sono le reti alte, e i militari tutto intorno. Mi dicono: per essere libero di andare in Europa, devi entrare là dentro. Ma per entrare si deve aspettare. E allora mi accampo, nei paraggi di questo posto brutto, sporco e dove tutti mi guardano male. Ogni giorno vado a chiedere in quel grande recinto se per caso c’è un posto per me. Poi torno ad aspettare. Per andare in città c’è una strada lunga, che la sera è buia buia, e dove le macchine passano che sembra ti vogliano prendere, visto che non c’è il marciapiede. Il 14 aprile una macchina
mi ha preso.
Il 20 aprile l’ipotetico narratore di questa storia è morto. Aveva 29 anni. La notizia è trapelata solo il 30 aprile, 10 giorni dopo. E solo grazie al fatto che gli altri sopravvissuti, momentaneamente, all’odissea hanno voluto celebrare una sorta di funerale. Nel parcheggio di Pian del Lago (lo stadio) c’era una marea di gente: pakistani, afghani, ma anche tanti africani. C’era tutto il mondo. Mancava l’Italia. Non c’era nessuno per la Prefettura, nessuno per il Comune, non parliamo della Questura (a parte la volante che è venuta a controllare cosa stesse succedendo). Non c’era la città, non c’erano le chiese. C’era solo dolore straniero. La vergogna che abbiamo provato è grande come quel dolore.

Sportello Immigrati. Via Re d’Italia 14. Caltanissetta. Mondo.

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  • Basta con queste parabole di scarsa elevazione, di gente che con queste storielle strappa lacrime cerca di nascondere un traffici enorme di denari.
    Questi immigrati che fuggono dal Pakistan, perchė non si fermano in Iran o in Turchia? Allora non si sta fuggendo dalla povertá si sta pianificando una nuova vita. Questo va bene ma se fosse fatto a spese proprie e non ai danni della comunitá nissena in questo caso.
    Poi i pakistani che celebrano un rito nel pargheggio di pian del lago senza permesso.
    Provate a fare una cosa del genere in Pakistan a rito cristiano vediamo se non vi mettono in carcere per un po di giorni.
    Caltanissetta é in mano alla classe politica piú scadente mai vista, ma il Prefetto e il Questore non sono proprio degli assi!

  • Caro Signor Michele Maira,
    (cito per esteso il nome della persona a cui mi rivolgo perchè il suo NON anonimato merita rispetto) volevo rispondere ad uno degli interrogativi che pone nel suo commento. Questo signore, autore della nota che Lei definisce da libro cuore, ahimè non è un signore. ...E' una signora ! Per di più recidiva nello scrivere fantasiose lettere anonime ai giornali. Lettere aventi come tema sempre l'immigrazione clandestina. Attenzione, questo non toglie che il caso in esame avrebbe meritato segni di solidarietà più marcati da parte di taluni soggetti pubblici. Il mio intervento vuole semplicemente stigmatizzare il comportamento della....scrittrice che, nell'occasione, nel maldestro tentativo di fare apparire tutta la città di Caltanissetta insensibile e xenofoba, afferma il falso quando dice che la notizia è trapelata il 30 aprile. Quel giorno già alle 8 di mattino molti sfortunati compagni di sventura del povero defunto si avviavano verso Pian del Lago per partecipare alla funzione certamente organizzata, forse anche in fretta e furia, almeno il giorno prima. Cerimonia alla quale sicuramente altri sensibili cittadini nisseni avrebbero voluto partecipare, se solo non si fosse scelto di creare un caso e se solo non si fosse messo in atto il tentativo, questo si riuscito, di autoproclamarsi i soli ad avere una coscienza. Ma questa è una storia vecchia.

  • perche non firmare questo racconto???? cosa dovremmo fare fustigarci perche italiani, perchè nisseni????
    fossi il prefetto, il sindaco, il questore pretenderei di parlare con questo signore che scrive questa nota da libro cuore... chi sei??? un altro che da questo business ( come lo definisce forse giustamente qualcuno) se ne approfitta????.... aspettando una tua risposta per ora sei solo un coniglio...
    Michele Maria cittadino di Caltanissetta, Sicilia, Italia, Europa

  • Davanti ad una morte non c'è colore ma solo dolore , si tratta di un essere umano e TUTTI siamo rimasti colpiti e dispiaciuti , la morte ci unisce . Non si accetta il racconto dell' ipotetico narratore e di coloro che criticano e disprezzano la città che li ospita e le persone che si prodigano per loro . Definire Caltanissetta luogo fuori dal mondo che nemmeno Europa sembra , le macchine che transitano sembra che ti vogliano prendere , l'assenza della Chiesa , del Comune , della Prefettura e della Questura con tono sarcastico , non lo reputo corretto e la definisco ingratitudine, perché sempre facendo riferimento al narratore , per venire in questo luogo squallido vi si rivolge a trafficanti e non ad Associazioni Umanitarie e si scappa dai Paesi dove puniscono i clandestini . L' accoglienza , l'assistenza ed il lavoro svolto dagli operatori con definizioni del genere li disprezzate ed allora viene spontaneo chiedersi : perché venire , stazionare , abitare , soggiornare in un luogo così spregevole , basta alzare i tacchi ed andare altrove dove sicuramente offriranno di meglio ........ e lasciate vivere a NOI in questo squallore in questo luogo lontano dalla civiltà . Questo è il vostro modo di ringraziare .

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