Il caso bosco di Gabara, sopralluogo della Commissione attività produttive dell’ARS

imageSi è tenuto ieri al bosco di Gabara il sopralluogo della III Commissione Attività produttive all’Ars, guidata dal presidente Bruno Marziano del Pd, con i deputati Giancarlo Cancelleri (M5S), Mario Alloro (PD) ed i rappresentanti dell’amministrazione comunale di San Cataldo, tra gli altri il sindaco Giampiero Modaffari e la presidente del consiglio, Roberta Naro. Presenti numerosi esponenti di associazioni ambientaliste come Legambiente (Alessandro Giugno), WWF (Ennio Bonfanti), il capo di gabinetto dell’assessore regionale all’agricoltura, Nino Caleca, il dirigente del Dipartimento Azienda Foreste di Enna, Bruno Caruso.
Un sopralluogo per verificare di persona tutte le contestazioni mosse in queste settimane dalla società civile sancataldese che a vario titolo ha portato avanti la battaglia contro il disboscamento selvaggio di Gabara.
Come ormai noto il legname degli eucalipti viene impiegato nella centrale a biomasse di Dittaino che vanta un’autorizzazione per diecimila ettari di bosco. Un contratto nullo per l’assessore Calceca e su questa linea si schiera Cancelleri che chiede alla Regione di far sentire la propria voce con atti ufficiali. L’amministrazione comunale e Legambiente sostengono la possibilità di utilizzare i boschi a fini produttivi ma rispettando le regole. Tra quelle che non sono state rispettate il limite di cinque ettari di bosco consecutivi da tagliare a cui devono seguire precise fasce di rispetto.
Poi c’è la questione dei forestali. Per la Flai Cgil nessun operaio è stato impiegato in questa operazione, nonostante il dirigente dell’azienda Foreste sostenga che il taglio del bosco è avvenuto secondo “manuale della forestale” e che gli operai sono stati impiegati e continueranno a esserlo.
“La nostra città – ha detto il sindaco di San Cataldo Modaffari – ha risposto benissimo, si è mobilitata la società civile, la politica e le associazioni per tutelare le nostre riserve boschive. Non siamo contro l’utilizzo del bosco a fini produttivi ma contro questo taglio indiscriminato in un unica soluzione di centinaia di ettari. Sappiamo che è un bosco ceduo, ma anche che le autorizzazioni vanno rispettate e se è previsto un massimo di 5 ettari ci sarà un motivo. Da San Cataldo parte il germe di un nuovo modo di vedere l’utilizzo dei boschi nel rispetto delle norme”, ha detto il sindaco Giampiero Modaffari.
Il presidente della terza commissione “Attività produttive” dell’Ars, Bruno Marziano ha spiegato l’intento politico della visita. “Il nostro obiettivo è verificare se sia possibile conciliare l’attività produttiva della centrale a biomasse con una modalità di coltivazione rispettosa dell’ambiente e della salvaguardia del bosco e del paesaggio. Questo tipo di bosco viene realizzato non già per la sua permanenza ma per la sua capacità di riproduzione”, ha spiegato Marziano, la cui commissione ha già tenuto due audizioni con i rappresentanti del comune, delle associazioni e della società Biomasse.
“Questo è uno dei problemi che necessitavano di una risposta immediata”, ha spiegato Giancarlo Cancelleri: “Chiediamo all’assessore quali sono le sue intenzioni e di prenderle ufficialmente. Chiediamo che il contratto venga dichiarato nullo facendo ricorso al giudice. C’è una svendita del patrimonio e una cattiva utilizzazione. Poi si apre lo scenario dell’utilizzo dei forestali e delle biomasse ma in forme diverse con produzione di pellet e vendita con il comparto dei forestali facendo diventare il bosco qualcosa che frutti un benessere”.

View Comments

  • Italia Nostra - Onlus
    ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA TUTELA
    DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E
    NATURALE DELLA NAZIONE

    Consiglio Regionale Siciliano
    Presidente prof. Leandro Janni
    Uffici - via Leonida Bissolati, 29
    93100 Caltanissetta, Italia
    tel.. 333 2822538
    leandrojanni@tiscali.it
    http://www.italianostra.org

    Caltanissetta, 12 febbraio 2015

    A seguito della riunione ha avuto luogo presso l'Assemblea Regionale Siciliana, lo scorso mercoledì 4 febbraio, in merito alle attività svolte dalla Biomasse Sicilia s.p.a., oggi, giovedì 12 febbraio 2015, alle ore 10.00, la Terza Commissione Legislativa all'ARS - Attività Produttive, l'Amministrazione Comunale di San Cataldo, le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente e Wwf, e l'assessore regionale all'Agricoltura dr. Nino Caleca, si recheranno sui luoghi dei boschi di Eucalyptus di contrada Gabara, per un sopralluogo tecnico-conoscitivo. Nel primo pomeriggio, infine, è previsto un tavolo tecnico presso la Sala Consiliare del Comune di San Cataldo “Senatore Alessi”.
    Il documento, il contributo di Italia Nostra Sicilia relativo alla gestione delle aree boscate in Sicilia.

    - Al Sindaco del Comune di San Cataldo (CL)
    GIAMPIERO MODAFFARI

    - All'Assessore regionale dell'agricoltura
    dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea
    ANTONINO CALECA

    - All'Assessore regionale del territorio e dell'ambiente
    MAURIZIO CROCE

    - All'Assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana
    ANTONIO PURPURA

    - All'Assessore regionale delle attività produttive
    LINDA VANCHERI

    - Al Presidente della III Commissione all’Ars - attività produttive
    MARZIANO BRUNO

    Sulla gestione delle aree boscate in Sicilia
    DOCUMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE DI ITALIA NOSTRA SICILIA

    Più volte, negli ultimi mesi, il Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia ha denunciato vasti e preoccupanti disboscamenti nei diversi territori della nostra Isola: il caso dell’azienda che intende produrre pellet per stufe, nell’area industriale di Termini Imerese, non solo da residui di lavorazione del legno ma anche attingendo ai boschi siciliani privi di manutenzione; il caso riguardante i boschi demaniali di Altofonte a Palermo e, di recente, il caso più grave e rilevante dell’utilizzazione, nei territori di San Cataldo, Caltanissetta ed Enna, di migliaia di ettari di Eucalyptus del demanio forestale regionale, per alimentare una centrale a biomasse sita nell’area industriale di Dittaino (Enna). Interventi certamente irrazionali e non conformi alle norme di gestione sostenibile forestale. La normativa nazionale e regionale, infatti, vieta i tagli a raso delle fustaie e li subordina alla redazione di piani di gestione che la Forestale non ha mai approvato. Per anni, In Sicilia, il grande affare è stato rimboschire e ripiantare le aree distrutte dal fuoco; ora il grande affare è tagliare i boschi realizzati con grande fatica. E’ evidente che in una Regione a grave rischio idrogeologico e a rischio desertificazione, ciò non può essere consentito. E comunque, va coinvolta anche la Ripartizione Faunistico-Venatoria a tutela della fauna selvatica.
    Italia Nostra evidenzia da anni l’assenza di piani di gestione forestale per ogni complesso boscato, tra l’altro obbligatori per legge. Inoltre evidenzia l’esecuzione di lavori al di fuori di ogni programmazione. Pertanto, alla luce dei fatti denunciati, si chiede un immediato blocco dei lavori, da parte delle ditte coinvolte, e la rivisitazione dell’intero piano della Forestale Regionale relativo all’abbattimento dei boschi demaniali e di utilizzazione delle biomasse, non rispondente al alcun criterio ambientale, né dal punto di vista forestale né dal punto di vista energetico. Ricordiamo che le utilizzazioni delle biomasse dovrebbero avvenire con centrali di ridotta potenza (massimo 1 MW), con l’obiettivo di alimentare gli impianti a fini energetici, utilizzando esclusivamente gli scarti delle normali lavorazioni agricole e forestali, prodotti su limitati territori e quindi raccolti nell’ambito di filiere corte. In questo casi, invece, si è sovvertito del tutto questo principio e invece di bruciare ciò che non serve, si tagliano i boschi pubblici per alimentare una centrale che, sovradimensionata (oltre 18 MW di potenza elettrica e 60 MW di potenza termica), necessita di continui apporti di legname – con un impatto devastante sulle aree dei boschi demaniali concesse dalla Regione ai privati.
    Di certo, andrebbe programmata, progettata e posta in essere una riforestazione più consona alla vegetazione autoctona (ad esempio Lecceta foresta mediterranea). Di certo assai carenti sono gli interventi di manutenzione sulla forestazione in Sicilia, spesso iniziati e poi interrotti e comunque non completati – determinando impoverimento della biodiversità, degrado del paesaggio e aumento del rischio idrogeologico. Di certo andrebbe attivato un progetto che preveda la progressiva sostituzione delle specie, da esotiche a mediterranee e, soprattutto, è necessario avviare un serio esame e una riflessione sulle politiche di forestazione siciliana. Di certo il patrimonio boschivo siciliano non può essere né svenduto né sottovalutato: esso è parte di un sistema ambientale europeo e internazionale, che richiama politiche di fondamentale e ampio respiro, finalizzate alla tutela degli habitat all’interno delle reti ecologiche (RE). Di certo gli aspetti economico-produttivi non possono essere disgiunti dall’importante e più ampia dimensione della tutela-valorizzazione del nostro prezioso patrimonio naturale.

    Distinti saluti,
    LEANDRO JANNI – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

    ALLEGATI

    Italia Nostra Sicilia
    Esposto sulla vasta e rilevante attività di disboscamento al centro dell’Isola
    Caltanissetta, 17 gennaio 2015

    Italia Nostra Sicilia esprime sconcerto e preoccupazione per la vasta e rilevante attività di disboscamento che sta interessando circa 10.000 ettari di territorio, al centro della Sicilia. Si tratta prevalentemente di boschi di Eucalyptus. Ci risulta che gli alberi oggetto del disboscamento, a seguito di un accordo con la Regione Siciliana, vengano abbattuti per fornire legname (per 10 anni) ad un’azienda proprietaria di una centrale elettrica a biomasse con sede a Dittaino, in provincia di Enna. Tale operazione – in corso – sta di fatto denudando intere aree collinari boscate del centro dell’Isola, in particolare nelle Province di Caltanissetta ed Enna. Specificatamente le zone di contrada Buriana, Gabbara, Montecanino, Cioccafa, Prestianni, Reina, Mustigarufi, Gibilscemi, Cugno del Principe, Cimia, Ficari, Cannitello-Fanzirotta.
    Proteste e denunce sono venute dai sindaci, dagli amministratori dei territori interessati, legittimamente allarmati dalla modalità di esecuzione dei tagli e dallo scarso rispetto dei delicati equilibri biologici e idrogeologici degli ambienti naturali. Allarmati dal superficiale approccio autorizzativo. Non è certo la prima volta che registriamo generiche autorizzazioni al taglio degli alberi in Sicilia: autorizzazioni prive di una planimetria legata agli interventi, dell’individuazione specifica delle piante, prive di un’approfondita analisi di impatto ambientale e paesaggistico e analisi del rischio idrogeologico.
    Chiediamo dunque un immediato intervento degli assessori regionali al Territorio e Ambiente, ai Beni culturali e all’Agricoltura, al fine di sciogliere dubbi e perplessità, criticità. Ci sembra altresì necessaria una sostanziale modifica delle procedure autorizzative per il rilascio dei nullaosta legati al taglio degli alberi in Sicilia, insieme ad un urgente, indifferibile intervento di salvaguardia di un’area a forte rischio idrogeologico, e comunque di peculiare bellezza paesaggistica.
    LEANDRO JANNI – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

    Italia Nostra - Onlus
    Non re-industrializzare Termini Imerese a danno dei boschi siciliani
    Siracusa - Caltanissetta, 12 giugno 2014

    Un paio di anni fa chiudeva lo stabilimento FIAT di Termini Imerese (PA) e oltre 2000 persone, tra stabilimento ed indotto rimanevano senza lavoro. Poiché la cassa-integrazione prima o poi sarebbe finita, si è posto il problema di come re-industrializzare quell’area per risollevarne l’economia. Diversi imprenditori, anche stranieri, hanno presentato progetti industriali che non sono andati a buon fine per i più diversi motivi. Pertanto il problema della reindustrializzazione ha continuato ad incombere sulla Comunità Termitana alternando speranze a delusioni. “La Sicilia” di domenica 8 giugno dà (senza troppo risalto, in verità) notizia di ulteriori proposte industriali, una delle quali (vedi estratto in allegato) per nulla condivisibile per le negative ripercussioni che avrebbe sui boschi, sulla stabilità dei pendii ora protetti dal manto vegetale e sul paesaggio della Sicilia. Per discutere di tali proposte il Governo ha convocato il Presidente della Regione e l’Assessore alle Attività Produttive, ma non quello al Territorio e Ambiente (?) per la specificità del progetto che desta più preoccupazione.
    “Un’azienda intende produrre pellet per stufe non solo da residui di lavorazione del legno, ma anche attingendo ai boschi siciliani privi di manutenzione”.
    Questa la notizia che preoccupa moltissimo perché la Sicilia non ha mai avuto un’industria del legno degna di tale denominazione (quindi scarti insignificanti; forse quelli della lavorazione delle cassertte per frutta e verdura!). Il “ma anche attingendo” va pertanto realisticamente letto: “attingendo principalmente, se non esclusivamente“.
    La Sicilia ha già dato in termini ambientali molto più di quanto abbia ricevuto in lavoro e benessere per i Siciliani: prima gli stabilimenti petrolchimici, poi lo stoccaggio di rifiuti pericolosi (?!?) nelle dismesse miniere di Pasquasia, ora l’eolico industriale selvaggio, prossimamente il taglio dei boschi. La Sicilia non può più essere considerata terra di rapina. L’orografia e la fragilità delle nostre aree montuose e collinari non permettono la rinuncia ad un solo ettaro della residua copertura boschiva, con o senza manutenzione. Il mantenimento della copertura boschiva è fondamentale per la difesa del suolo; lo si insegna anche agli scolari delle elementari.
    Ma il bosco è anche il contesto dove la biodiversità si manifesta in tutta la sua potenza, specialmente in Sicilia dove i boschi presentano peculiarità proprie e specialissime nelle diverse aree geografiche. I boschi “lasciati a sé stessi” hanno un alto tasso di naturalità e di biodiversità in quanto non disturbati dall’intervento antropico. Piante ed animali, in competizione o in simbiosi tra loro, possono essere osservati in condizioni biologicamente ottimali. La “non manutenzione” (la cronaca ci è maestra dei mille artifici con cui si può piegare lo stato dei luoghi ai “requisiti di legge”!) non può essere il lasciapassare per le motoseghe che, in tempi rapidi, “sbarberebbero” cime e pendii ora verdissimi lasciandoci terre brulle e desolate, soggette al dilavamento delle acque meteoriche ed a franamenti in caso di piogge intense.
    Ulteriore motivo di preoccupazione per Italia Nostra è l’irreparabile danno che si arrecherebbe al paesaggio collinare e montano ancora connotato da coperture boschive.
    Senza dire che la nuova strategia forestale europea, riconoscendo il plurale valore delle foreste, ha per obiettivo che entro il 2020 sia assicurata alle foreste dell’UE una gestione rispettosa dei principi di sostenibilità ambientale e sia contrastata la deforestazione per il mantenimento della vitalità e della biodiversità degli ecosistemi.
    LILIANA GISSARA – Consigliere Nazionale Italia Nostra
    LEANDRO JANNI – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

Condividi