“Totò è stato il mio primo allenatore quando avevo cinque anni, una figura importante nella mia crescita, nel mio essere pallavolista. Poi lui andò via da San Cataldo e anch’io smisi di praticare questo sport. Ripresi, intorno ai 17 anni, con la Nike San Cataldo e lì maturai le mie prime esperienze come tecnico”.
La vita, sovente un rincorrersi di corsi e ricorsi storici, riunisce le strade di “Maestro” e allieva, basta un cenno per ricompattare il percorso sportivo. “Nel 2012 ci incontrammo e lui m’invitò a collaborare con lui, io avevo già fatto il corso di allievo allenatore. Dal settembre 2013 in seno alla squadra ricopro il ruolo di giocatrice e allenatore in seconda, oltre a lavorare con le ragazzine, attività che avevo intrapreso già sul finire della scorsa stagione”.
Poi l’inizio del dramma. “A dicembre lui dovette assentarsi per motivi di salute; io ero informato del reale motivo, ma non della gravità della situazione. Ci sentivamo ogni giorno, lo andavo a trovare a casa. Lui visionava i video e mi forniva indicazioni sul lavoro dallo svolgere. In tutti modi, con la passione che era il suo marchio di fabbrica, era come se fosse presente in palestra. Dedicava ogni sua energia, ogni sua attenzione, ogni sorriso alla pallavolo grande amore della sua vita. La passione dello sport, medicina contro l’aumentare del male. Le atlete, le nostre ragazze, chiedevano sempre più insistentemente di lui. Io le tranquillizzavo, ma ero preoccupata, impaurita”.
Marcella, parla sommessamente: “Tornare in panchina, sapendo che lui non era più con noi, fra noi, è stata una prova ardua. Le nostre ragazze, che sottolineo, hanno un’età media di 18 anni, hanno reagito in maniera inappuntabile. Non hanno mai arretrato di un passo, sempre presenti agli allenamenti, ancor più motivate dal dover rendere onore a chi era stato il loro maestro. Un clima particolare che ci ha accompagnato nelle ultime gare di campionato: abbiamo formato un gruppo ancor più compatto, coeso. Sempre presente, il suo mottoLa mia squadra vince perché sa vincere……..e soprattutto perché sa perdere”. Il sorriso dolce di Marcella, pian piano si è trasformato, il viso è corrucciato, gli occhi s’inumidiscono: “Ogni giorno per me aprire la palestra è difficile. Visualizzo il suo sorriso, la sua figura seduta nel banco e lui che mi dice…ciao Sally”.
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Bella dentro e fuori la Sally
...perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia….