Ambiente. Il problema dei rifiuti:”Prendiamo contatti con la Svezia”

CALTANISSETTA – Cari concittadini, finalmente si apre uno spiraglio, ecologicamente vantaggioso ed economicamente remunerativo, per la soluzione totale e definitiva al problema dei rifiuti a Caltanissetta.
È ormai cosa nota che, mentre nel resto del Mondo la politica di riciclaggio dei rifiuti appare “La Soluzione” al gravoso problema del loro smaltimento, qui a Caltanissetta e più in generale in Sicilia, si discute ancora di attivare discariche a cielo aperto. La politica sui rifiuti ci vede ormai indietro di almeno un ventennio, sia nella realtà dei fatti sia nell’approccio al problema da parte di chi ci governa. Il rimedio a questo annoso dilemma arriva dalla lontana, sia geograficamente che culturalmente Svezia. Leggo infatti sul numero 2/2013 de L’Espresso che:” il programma svedese per generare energia dai rifiuti, che sta andando a gonfie vele, ha incontrato un ostacolo inaspettato: non c’è abbastanza spazzatura disponibile. Già, perché il sistema di riciclaggio dell’immondizia funziona cosi bene da aver prodotto il paradossale effetto collaterale di lasciare sguarniti gli efficienti termovalorizzatori che servono a generare energia. E che sono in grado di produrre, a regime, il 20% del calore per il riscaldamento nazionale e abbastanza elettricità per 250mila abitazioni. Cosi Stoccolma si è messa a importare immondizia dalla Norvegia. Ma i vicini di casa non bastano. E adesso gli svedesi stanno guardando con interesse anche all’Italia”. Allora, facendo una analisi velocissima: la Svezia usa i rifiuti per produrre energia e riesce a riciclare il 100% dei rifiuti solidi urbani, in Italia se qualcuno si azzarda, solo a pensare, di realizzare un impianto Termoelettrico, che sfrutti la combustione dei rifiuti, viene messo alla gogna come inquinatore e terrorista della salute pubblica. Invece in Svezia questo non succede, forse perché la politica ambientalista in quel paese è stata pianificata nell’ultimo ventennio in maniera attenta e razionale. Per la cronaca si sappia che la Svezia, è una delle nazioni più virtuose in termini di politica ambientale, è stato il primo Paese europeo ad adottare una legislazione specifica, ha investito nelle rinnovabili e può contare su una rete elettrica che non fa appello ai combustibili fossili. In Svezia la cultura gira al contrario, succede infatti che non esistano multe e sanzioni per chi non fa la raccolta differenziata: sono gli stessi cittadini a protestare a gran voce quando le amministrazioni locali non si dimostrano in grado di gestirla. Insomma se vogliamo migliorare qualcosa bisogna osservare ciò che succede nei paesi virtuosi. Propongo quindi, in attesa che si inizi realmente ad applicare, anche con metodiche estreme, una reale politica di riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, di prendere contatti con il governo Svedese…. qui di monezza ne abbiamo “da Vendere”!!!!
Vincenzo Lo Muto

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  • Quando parliamo di "MUNNEZZA", dimentichiamo una cosa fondamentale, il grande business che ruota intorno ad essa. inoltre la mediocrità politica, a tutti i livelli, non riesce ad analizzare la problematica nella giusta dimensione. Nel più recente passato si è cercato di dare una aggiustatina al sistema di raccolta e smaltimento rifiuti. Esempio, gli ATO, prima della loro messa in opera, prevedevano di economicizzare il servizio ; il Decreto, prevedeva che la raccolta differenziata doveva raggiungere nell'arco di un anno il 60% e la TARSU (cioè la tassa) doveve essere sostituita con la TIA (tariffa ponderata).
    Di differenziata, non ne parliamo, siamo fermi all'anno zero, sebbene sia stata presentata una petizione di una delibera di iniziativa popolare, suffragata da una raccolta di circa 4000 firme. La tariffa è stata congelata e si è continuata a pagare la tarsu, un tributo inquo e illegittimo perchè calcolato sulla superficie occupata e non sulla spazzatura prodotta. Tra l'altro, nel 2013 tutto questo sarà superato, dal superamento degli Ato e dalla istaurazione della TARES, altro problema, che se non affrontato nella giusta dimensione creerà disagi e problemi di ordine pubblico, per il sempli ce motivo che i costi saranno a totale carico de contribuenti, ma ad oggi non si sanno i costi reali del servizio perchè i bilanci sono fermi al 2007 mentre dal 2008 ad oggi non sono stati approvati, e manca un serio controllo e disamina dei costi effettivi, oltre a tutta una serie di illegittimità messe in opera dall'Amministrazione Comunale e dallo stesso ATO.
    Credo che come Cittadini dobbiamo prendere coscienza dei nostri diritti e pretenderli. Chi, in merito, ha delle responsabilità ne deve rispondere alle autorità competenti, a noi il compito di vigilare e denunciare.

  • sorveglianza ed educazione. Specialmente con i cani, cacano e pisciano dove vogliono....una città sporca per i tanti maleducati.

  • Prima di parlare di alta tecnologia nello smaltimento dei rifiuti,(d'accordissimo, per carità) che i nisseni imparino a non buttare le carte per terra ovunque!!! siamo nel 2013, e ancora c'è gente ignorante che non sa che l'immondizia va buttatta nei cestini e non per terra!
    Forse è il caso che il Comune prenda provvedimenti, non ho mai visto la città così sporca per colpa di questi stupidi!

  • La partenza dell'articolo sembrava buona. Poi, al solito, ci si è lasciati andare a deduzioni "di pancia" abbastanza illogiche.
    Si comincia giustamente col dire che la Svezia è diventata virtuosa nella gestione dei rifiuti grazie alla differenziata, e per questo non riesce più ad avere spazzatura da bruciare. Quindi, secondo Lo Muto, per risolvere la problematica rifiuti a Caltanissetta e in Italia bisogna costruire inceneritori...
    Come dire: un tempo l'uomo usava costruire capanne di paglia. Poi si rese conto che il legno era più solido e cominciò a sostituire le capanne di paglia con quelle di legno. Per questo motivo, gli uomini che ancora non usavano costruirsi giacigli, decisero di costruire capanne di paglia...
    Al di la dei ragionamenti che lasciano il tempo che trovano forse bisogna ricordare un paio di cosette prime di dire cose senza senso. I termovalorizzatori, in tutti i paesi del nord europa e non solo in Svezia, sono stati pensati e costruiti ben prima che il mondo si rendesse conto che bruciare rifiuti è una cosa antieconomica oltreché stupida. Parliamo degli anni 70/80, quando la parola differenziata veniva appena immaginata anche negli efficientissimi paesi scandinavi.
    Poiché giustamente, come detto anche in questa lettera, gli svedesi sono sempre un passo più avanti a noi, si sono resi conto oramai da molti anni che era più conveniente affidarsi per il futuro, una volta ammortizzate le spese sugli inceneritori, alla raccolta differenziata piuttosto che agli stessi inceneritori. E così, dopo un periodo relativamente breve di riprogettazione, son partiti col nuovo metodo che però, complice un'inaspettato e repentino successo, ha mandato in crisi anzitempo gli inceneritori. Ma, se il nostro lettore si fosse informato meglio su quel che accade in quei paesi si sarebbe certamente reso conto che nel nord europa è in programma un progressivo disimpegno, fino alla loro totale chiusura, di tutti i termovalorizzatori, questione questa problematica non tanto per la quantità di rifiuti minore da bruciare causa differenziata, quanto per la problematica dismissione dell'attuale sistema di teleriscaldamento che richiede investimenti di uscita non indifferenti. Così paradossalmente al momento agli svedesi conviene guadagnare si con la differenziata e contemporaneamente importare, a caro prezzo, immondizia da altri paesi piuttosto che chiudere dall'oggi al domani le diseconomiche centrali termovalorizzatrici. In una sola parola si sono resi economicamente schiavi delle vecchie tecnologie che fino a qualche anno fa li rendevano efficienti sul piano della gestione dei rifiuti ma non, badate bene, su quello ambientale. E questo è un altro mito da sfatare. Ma come detto i loro piani sono quelli di "deschiavizzarsi" totalmente dagli inceneritori quanto prima, e possiamo esserne certi ci riusciranno presto, loro.
    Mentre in Italia si continua imperterriti nella corsa verso la schiavitù, inseguendo tecnologie vetuste e diseconomiche che porterebbero vantaggi economici ai soliti noti, spacciandole per la soluzione moderna a tutti i mali italici.
    E a nulla servono le periodiche notizie sui termovalorizzatori come quello ultraosannato di Brescia che farebbero rabbrividire anche il più sfegatato fra gli ultrà degli inceneritori.
    Continuiamo pure a rimandare la soluzione del problema, e prendiamoci ancora in giro su termovalorizzatori e discariche...tanto a pagare siamo sempre noi, e la TARES ce lo ricorderà ancora una volta.

    • Gentilissimo Sig. Mazzunco, la sua analisi è certamente attenta e sicuramente ed esaustiva. La mia lettera ha un taglio volutamente provocatorio, indirizzata a chi oggi, parla ancora di discariche e non si pone il problema di una pianificazione a lungo termine della questione rifiuti. Lei sarà certamente a conoscenza delle scarsissime percentuali di rifiuti solidi urbani riciclati in Sicilia e, in particolare, a Caltanissetta. Alcuni mesi fa in città si è parlato di riaprire la discarica di contrada Stretto, e sulla stampa molti, tra cui lo scrivente, hanno avuto modo di criticare questa scelta.
      La mia brevissima analisi sui paesi del Nord Europa, è volta ad osservare realtà più virtuose della nostra, al fine di allinearci ai parametri europei, per dirla alla Monti, anche in settori come quello dei rifiuti, in cui la criminalità organizzata ha interessi ed affari certamente non trascurabili. Iniziare un percorso virtuoso si può, e gli interventi dei cittadini in queste pagine connotano una attenzione non indifferente della popolazione alla problematica in questione.
      Un Cortese Saluto

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