Tarsu. Il liquidatore Ato CL1:”l’aumento una tantum del 2010 e’ dovuto”

Elisa Ingala

CALTANISSETTA – L’aumento del 40 per cento “una tantum” del 2010 non e’ mai stato bocciato. Il consiglio comunale ha deliberato “la determinazione della Tarsu 2011 e ha modificato l’art.8 del regolamento”.
 
L’invio dei solleciti di pagamento dell’aumento del 40 per cento della Tarsu, tassa sui rifiuti solidi urbani,  che riguarda solo il capoluogo nisseno, è legittimo e segue un corretto iter procedurale. Pertanto  dovrà essere pagato dai cittadini nisseni che, sulla scia delle polemiche innescate all’indomani dell’aumento,  avevano deciso di non pagare.
 
  Contrariamente a quanto affermato da alcuni consiglieri comunali  che, questa mattina sulle pagine locali del quotidiano “La Sicilia”, ribadiscono che tale tributo non vada pagato, la motivazione opposta è riconducibile  alla stessa delibera consiliare  n. 56 del 27 giugno del 2011 (visionabile sul sito internet del Comune).
 
A distanza di un anno dalla deliberazione della Giunta (Delibera n.63 del  29 giugno 2010) con la quale si disponeva l’aumento della tassa del 40 per cento, ai fini del riequilibrio del bilancio,  il consiglio non ha mai deliberato alcun revoca o annullamento sull’aumento,  ma si è limitato a “determinare la tariffa Tarsu per il 2011 ed a modificare l’articolo 8 del Regolamento comunale  approvato nel 2008,  rendendolo immediatamente esecutivo, ma nulla disponendo per l’anno 2010.
 
La delibera della Giunta comunale citata, determina l’aumento della Tarsu 2010 all’uopo autorizzata da una delibera precedente del Consiglio comunale n. 48 del 28 giugno 2010 nella quale “i consiglieri impegnano l’amministrazione comunale a provvedere, in ogni caso, a garantire l’integrale copertura del costo, anche attraverso l’aumento della Tarsu, finalizzato esclusivamente alla copertura del servizio”.
 
 La revoca per l’anno 2010, infatti,  non era ipotizzabile senza adeguata copertura finanziaria e avrebbe causato  lo  squilibrio dell’ente, anche perché l’aumento della tariffa Tarsu del 40 per cento era stato contabilizzato tra le entrate del bilancio di previsione 2010, regolarmente approvato;  per tale motivo  un eventuale annullamento di tale deliberazione avrebbe dovuto contestualmente prevedere la relativa copertura finanziaria derivante dal mancato gettito.
 
A seguito della modifica del regolamento, è decaduta la potestà impositiva  della giunta comunale e del sindaco, restituendo l’esclusiva competenza in materia di determinazione e adeguamento delle aliquote al Consiglio comunale.   Difatti  per l’anno 2011 la tariffa è stata applicata  nella misura  prevista per l’anno 2009, cioè senza aumento.
 
Tutta la vicenda dell’aumento scaturisce proprio dall’art. 8 del regolamento comunale sulla Tarsu del 2008. Tale articolo nella precedente formulazione recitava:  “…le tariffe sono determinate dalla Giunta Comunale e confermate dal Sindaco con provvedimento da adottarsi entro la data di approvazione del bilancio di previsione. In caso di mancata determinazione nel termine suddetto si intendono prorogate le tariffe approvate per l’anno in corso….”
Sulla base di questo articolo, la Giunta deliberò l’aumento e con successiva determina sindacale n.63 del 29 giugno 2010  “Determinazione delle tariffe della tassa di smaltimento dei rifiuti per l’anno 2010”  propose di incrementare la tassa assicurando l’integrale copertura del servizio nella misura dell’85 per cento. In tale modo la giunta avrebbe ottenuto il raggiungimento dell’equilibrio economico –finanziario della gestione del servizio di igiene ambientale, assicurando un maggiore gettito all’ente. La  tariffa  sarebbe passata, per le abitazioni civili da 2,10 euro a mq a 2,95 euro a mq. 
La società d’ambito, quindi,  non ha potuto fare altro che attenersi agli atti amministrativi adottati dal Comune, avviando il recupero coattivo non solo per quei cittadini che non hanno pagato la tariffa 2010, ma anche per coloro i quali non hanno provveduto al pagamento dell’aumento che fu spedito tramite avvisi bonari alla fine del  2010.
  Il sindaco Michele Campisi ha tale proposito ha tenuto a precisare, “gli atti hanno seguito tutto l’iter procedurale compresi i pareri dei dirigenti e dei revisori dei conti”.
Il liquidatore Elisa Ingala sottolinea : “mi auguro che con le succitate precisazioni possano porre fine ai dubbi e alle polemiche scaturite dalle dichiarazioni di stampa ed invito i contribuenti morosi  a effettuare i dovuti pagamenti ed evitare che l’Ato debba proporre ulteriori atti esecutivi per potere recuperare il dovuto con aggravio di interessi, sanzioni e spese”.

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  • IO NON LA PAGO! FACCIO COME IL 50% DEI "CITTADINI" NISSENI CHE EVADONO SISTEMATICAMENTE LA TARSU! POI VEDIAMO COME VA A FINIRE..............CARA LA MIA INGALA.
    LA CITTA' DI CALTANISSETTA E' SPORCA. MA AVETE FATTO UN GIRO IN PIAZZA? PIENA DI CARTE E BOTTIGLIE DI PLASTICA NON RACCOLTE DA TEMPO SIETE ANDATI MAI NEL QUARTIERE SAN LUCA??? MA I SOLDI CHE DOVEVA RESTITUIRE L'EX AMMINISTRATORE CHE FINE HANNO FATTO?

  • e chiaro che l'ato continua sulla scia del precedente presidente, e che i soldi vengono buttati per spese inutili, come l'affitto dei locali dove tuttora sono gli uffici. si voleva dare la ex scuola luigi monaco per gli uffici, (sede che anno rifiutato perche a costo zero). questo furto del 40% perche e un furto non e lecito pagarla perche disposta dalla giunta e non dal consiglio comunale.

  • Buongiorno
    Sono residente in Lombardia e pago la Tarsu al Comune di Caltanissetta per un immobile tenuto a disposizione.
    Nell'anno 2010 mi viene recapitato l'avviso di pagamento dell'aumento del 40% "una tantum" e non conoscendo le situazioni....... pago regolarmente.
    Oggi vengo a conoscenza della probabile illegale richiesta avanzata dal Comune di Caltanissetta per tramite l'ATO CL1.
    Chiedo:
    * Mi sarà rimborsato quanto pagato, nel caso di illegale richiesta ?
    * Dovrò presentare richiesta di rimborso ?
    * A chi la dovrò presentare ?
    Grazie
    francesco

  • Devo precisare che, contrariamente a quanto scritto nell'articolo, l'aumento del 40% non è contabilizzato tra le entrate del Bilancio di Previsione 2010 del Comune di Caltanisetta.
    Le entrate Tarsu sono di pertinenza dell'ATO amministrato dalla Dott.ssa Ingala e non del Comune di Caltanissetta.
    Avrei da fare alcune domande, alle quali, quasi sicuramente, non seguirà alcuna risposta:
    1) Per quali cause non sono stati ancora predisposti ed approvati i Bilanci 2008, 2009, 2010 e 2012 dell'ATO, nonostante la nomina della Dott.ssa Ingala, da parte dell'Autorità Giudiziaria, era stata provocata anche da tale impellente e legale necessità?
    2) Perchè ancora oggi, nessuno può legittimamente conoscere la reale situazione debitoria e creditoria dell'ATO?

  • E' incredibile la sfacciataggine di certe persone. Una tantum? Chiariamo subito una cosa a scanso di equivoci. L'aumento fu deciso illegittimamente, e poi dirò perché è illegittimo, dalla giunta comunale per il 2010 e per tutti gli anni avvenire e sottolineo per tutti gli anni avvenire. Quindi la parolina magica "una tantum" scodellata dal sindaco e dal liquidatore serve solo per cercare di farsi belli su qualcosa di estremamente imbarazzante per entrambi i soggetti.
    Ritorniamo all'illegittimità dell'aumento. La decisione della giunta è nulla perché ci sono decine di sentenze che indicano il consiglio comunale come unico organo ad avere il potere di stabilire le tariffe TARSU. Per ribadire il concetto il consiglio comunale, sotto le incessanti pressioni e per esplicita richiesta del comitato permanente in difesa del cittadino, ha votato a larga maggioranza nel 2011, anche se non era strettamente nesessario, una delibera dove ribadiva chiaramente l'esclusività della materia per il consiglio. Nella stessa seduta fu in seguito votata la nuova tariffa TARSU che di fatto riportava le bollette a quelle del 2009, ovvero senza l'aumento voluto dalla giunta nel 2010.
    E' vero. Per il 2010 non è stato fatto nulla dal consiglio che non ha fatto si che venisse modificato il regolamento del 2010, e le richieste del commissario in linea di principio sono valide. Ma nella sostanza, per quanto detto sopra, sono totalmente illegittime, ecco perché il Comitato permanente in difesa del cittadino, che per inciso ha fatto si che nel 2011 il consiglio riabbassasse le tariffe TARSU, procederà tramite i suoi legali nelle azioni intraprese già nel 2010 per riavere risarcito non solo questo aumento, ma anche tutti quei balzelli che stanno sotto il nome di ex eca, ex meca, addizionale proviciale che non si appoggiano su nessuna legge attualmente in vigore. C'è un'altra questione spinosa furbamente glissata dal commissario liquidatore Ingala. Dove sono andati a finire comunque i soldi prelevati al cittadino con l'ex eca e ex meca? Per legge questi fondi dovevano essere utilizzati a favore di politiche sociali, ovvero il comune dovrebbe riceverli per poi utilizzarli per scopi di utilità sociale. Ma da quel che ne sappiamo questi soldi vengono utilizzati per pagare il servizio di nettezza urbana con il giochetto del "dare-avere". Ovvero, l'ATO da una parte da questi soldi, dall'altra li riprende immediatamente "per riequilibrare i debiti che il comune ha nei suoi confronti". Sono anni che si va avanti con questa vera e propria doppia truffa: un prelevamento di tasse illegittimo (la legge che supportava questa tassazione è stata abrogata nel 2009 da Calderoli) che per di più non vengono utilizzati per i motivi che la stessa legge abrogata indicava, ovvero le politiche sociali. Spero che il consiglio comunale, carte alla mano, chiarisca anche questo aspetto.
    Per saperene di più: http://comitato-difesa-cittadino-cl.blogspot.it/2012/08/aumento-40-bollette-tarsu-2010-la.html

  • Dott. Ingala, nel caso che l'aumento tarsu è illegittimo, chi ha pagato nel 2010 avrà il rimborso?

  • Ma come e' possibile che in un paese democratico dove il consiglio comunale ha bocciato la possibilità di far pagare l'una tantum, il commissario dell'ato non tenendo conto da quanto previsto dal nuovo regolamento applica il balzello! Un consiglio comunale che si rispetti dovrebbe prendere atto di essere stato esautorato. Per favore liberateci, andate tutti a casa!!!!!!!!!!!!!

  • tariffa uguale efficienza non funziona in nessun settore pubblico di questa città....tantomeno in un'azienda commissariata per malagestio, difatti i frutti non non derivano dalla evasione del tributo ma dall'azienda allo sbando. il commissario altro non può fare che i conti...ma nella realtà è un commissario di un'entità giuridica in coma. che non avrà mai una vita nuova.

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