Un lettore seminarista:”I veri aiuti della Chiesa ai terremotati”

CALTANISSETTA – Stiamo assistendo su internet, in particolar modo sui social network più famosi, una continua protesta che cade nell’offesa al Papa e alla Chiesa, per la pretesa che questi “paghino tutto”, ossia per tutto quello che succede nello Stato italiano, disgrazie, etc… Sarebbe come svegliarsi al mattino, andare a bussare alla vicina di casa e domandare di farti consegnare dei soldi senza un valido motivo, potrei sperare che me li dia, ma non posso obbligarla e pretendere questo, sarebbe totalmente assurdo. Questo sta accadendo con il Papa e la Chiesa. Pretendere! Ma pretendere cosa? La verità è davvero una sola: si parte da notizie totalmente false, infondate e farneticanti, un parlare arrogante e fazioso, e sapete qual’è la verità? Si vuole togliere senso all’insegnamento controcorrente del Santo Padre e a farlo sono gruppi di pressione culturale e politica, abbinati a potenti interessi, vedono come il fumo negli occhi e intendono osteggiare nel modo più radicale.
Il recente terremoto che ha colpito le popolazioni dell’Emilia Romagna, hanno visto una grande solidarietà da parte di tante persone, tra queste la solidarietà della Chiesa che il giorno stesso del terremoto non ha fatto mancare il suo sostegno concreto. Papa Benedetto XVI appresa notizia della catastrofe, il 29 maggio ha immediatamente inviato un primo aiuto di 100 Mila €uro, (così come ha fatto nello stesso giorno con i popoli della Siria colpiti dalla guerra civile con un aiuto di 100 Mila $ dollari USA). Un secondo contributo personale del Pontefice è stato stanziato il 2 giugno pari a 500 Mila €uro. Il Papa ha inviato in terra emiliana anche le sue Guardie Svizzere, tra di loro infatti, ci sono falegnami, contadini, impiegati, cuochi, carpentieri, meccanici, pasticcieri, giardinieri, medici, elettricisti, carrozzieri e studenti i quali daranno il loro valido e professionale contributo. Anche la Chiesa italiana si è fatta sentire concretamente: la presidenza della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana), ha stanziato un primo contributo derivante dai fondi dell’8×1000 pari a 1 Milione di €uro, e un secondo stanziamento ammonta a 2 Milioni di €uro, così come faranno tutte le parrocchie italiane domenica 10 giugno – nella solennità del Corpus Domini, con la colletta nazionale il cui ricavato sarà consegnato immediatamente agli
uffici predisposti dalla C.E.I. Anche l’organismo pastorale della Chiesa italiana, la Caritas, si è messa immediatamente in azione per sovvenire ai bisogni delle comunità dell’Emilia Romagna con un affiancamento duraturo nel
medio e lungo termine, nella fase più difficile della ricostruzione materiale e del tessuto sociale, con attenzione alla ricostruzione socio-economica, all’ animazione e ai luoghi di aggregazione delle comunità colpite dal terremoto. Offerte in denaro sono anche arrivate dalle associazioni cattoliche italiane agli organi predisposti nelle diocesi colpite dal terremoto.

Qualcuno lamentava anche il fatto del perchè il Papa andando a Milano per l’incontro mondiale delle famiglie non è passato per la visita in Emilia Romagna. In occasione di altri terremoti, prima Giovanni Paolo II, e ora
Benedetto XVI, non hanno fatto mancare il loro aiuto e il loro sostegno. Giovanni Paolo II andò in visita in Umbria, Benedetto XVI è andato all’Aquila. In una zona che già è disastrata, il movimento che si crea con l’arrivo del
Santo Padre, sicuramente non aiuta. Aspettare è un fatto di saggezza e attenzione.

Amici… la Chiesa.. ha donato più dello Stato! Ci troviamo davanti a contestatori che protestano per togliere l’8×1000 alla Chiesa Cattolica e io rispondo: ma se volete togliere l’8×1000 alla Chiesa Cattolica, la Chiesa
Cattolica da dove deve prendere i soldi per rispondere a queste emergenze? Dalle vostre offerte quando venite in Chiesa? Ma in Chiesa voi non ci venite… e se vi capita di venire neanche 1 centesimo di € lasciate, eppure!! eppure volte che LA CHIESA DEVE PAGARE! PAGARE… LA DEVE PAGARE… Ci tengo a ripete che il Papa non è tenuto a dare 1 € a nessuno, ma siccome ha il cuore grande e siccome il Papa è “padre”, allora non considera minimamente il chiacchiericcio dei mangiapreti invidiosi delle opere della Chiesa e noi andiamo avanti così!

Seminarista Daniele Maria

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  • Ho letto tutti i commenti a questo articolo che difende il buon nome della Chiesa, articolo che segue quello precedente di Pasquale Trobia che accusa la Chiesa di fatti che non sono, o meglio che non corrispondono alla verità. Conosco il seminarista Daniele, autore di questo articolo e so con quale grande amore ama la Chiesa, parla della Chiesa e con quanto zelo si prepara a diventarne pastore, ma soprattutto so - volendo rispondere al sig. Trobia - so con quale "esperienza", non riconducibile solo agli insegnamenti ricevuti dalla Chiesa e volti a difendere il suo "orto" o come ha scritto "parrocchia", riferendosi alla Chiesa, non parla contro la "logica delle cose" o "l'evidenza dei fatti", o contro quello che dice la storia. Mai gli ho sentito dire che gli 'uomini di chiesa' sono perfetti, anzi... Una frase che mi è rimasta impressa è questa: che il corpo di Cristo che è la Chiesa è composto di peccatori che camminano nella ricerca della santità e sapere che ci sono problemi o difetti e che si deve migliorare è una delle grandi forze della Chiesa stessa e che se la si giudicasse perfetta non potrebbe crescere ne scoprire i mali che potrebbero corromperla. Da queste parole capisco che non vuole difendere il proprio orticello perchè - si, fa parte di questo orto, ma con la verità dei fatti e vuol far capire che la Chiesa per il credente oltre ad essere realtà divina è anche formata dalla realtà umana ed essendoci la realtà umana c'è l'umana fragilità dell'uomo, quindi l'errore, gli sbagli e così via. Questo per aprire una parentesi. I fatti poi parlano chiari, abbastanza chiari, la Chiesa è dalla parte degli uomini, basta vedere come ogni giorno tanti disoccupati bussano alla porta dei preti per essere aiutati, la differenza è questa, che se bussano alla porta del comune l'aiuto è una promessa futura, se bussano alla porta del prete, l'aiuto se pur minimo avviene all'istante. Allora mi chiedo: ma perchè quest'astio nei confronti della Chiesa? Mi ricordo e non dimenticherò mai ciò che diceva sempre la mia nonna e cioè tradotto è così: qualora si mettesse da parte l'insegnamento e l'opera della Chiesa ci sarebbe uno sconvolgimento del mondo senza precedenti, dico a mia nonna che ormai non ce più da 7 anni: nonna, quello che mi dicevi si stà realizzando come una profezia, tutto ciò sta avvenendo!

  • Caro seminarista, io sono un mangiapreti, dicono pure che do loro aiuto ma sono affari miei le etichette non mi sono mai piaciute.
    L'intento era di risponderti, uno scritto cosi simpatico ma molto lacunoso mi solleticava, pero c'aggia di... hanno già detto tutto.

    Cosi espongo la mia al sig,P.M.Caggi.
    Che abbiate bisogno di gente come il seminarista è logico, logico è pure che ami la chiesa, perchè c'è qualche seminarista che non l'ama?
    Meno logico è elogiare con fervore uno scritto che più incompleto non si può, dove sembra che la chiesa viva solo di 8x1000, ma che scherziamo?
    Il suo è il solito gridare al lupo, non sono sicuro che non ci siano, ma non sono nemmeno sicuro che da lei non ve ne siano, cosa c'azzecca l'anticlericalismo, un minimo di onestà intellettuale la deve pur spendere, non ha forse letto le risposte date, che son tutti mangiapreti, non ha considerato le tante persone che cercano di migliorare la chiesa, anche attraverso la critica,
    il solo fatto di non esser d'accordo con chi mette in luce, più o meno incisivamente, fatti e misfatti deve esser bollato automaticamente come becero mangiapreti?
    No! cosi è troppo comodo, poi vi domandate il perchè siete sempre più soli, dovete solo esser più umili e sinceri, la gente onesta fiuta queste qualità, le chiacchiere a senso unico non portano beneficio a nessuno.

    Saluti, Vince.

  • Sig. Seminarista Daniele Maria,
    mi rendo conto che la sua giovane età, la sua inesperienza, l’entusiasmo ascrivibile ai recenti insegnamenti ricevuti e, principalmente, un certo spirito di corpo, possano spingerla a voler difendere “la sua parrocchia” a volte anche contro la logica delle cose, contro l’evidenza dei fatti ed anche contro quanto riportato dalla storia.
    La sua gratuita affermazione (non ipotesi, badi bene) “...visto che lei scrive su questo giornale...” - priva di qualsiasi fondamento ma, in compenso, piena di acredine - oltre ad essere offensiva nei riguardi dell’Editore del Fatto Nisseno, che ci ospita entrambi, in quanto - secondo la sua suggestiva interpretazione - si avvarrebbe sottobanco della mia collaborazione, non mi fa pensare ad una persona disposta a discutere con serenità sulla realtà dei fatti bensì a qualcuno che si è lasciato trasportare dall’entusiasmo sino al punto di fare illazioni che, ove per pura ipotesi, trovassero riscontro nella realtà, metterebbero gli interessati in una posizione di illegalità in quanto la Legge, come forse lei sa, vieta il lavoro nero. La frequenza con cui, a volte, scrivo delle lettere alla redazione de “Il Fatto Nisseno” non l’autorizza a mettere in mostra la sua ignoranza dei fatti. Se io scrivessi per la Testata suddetta, i miei articoli sarebbero in altra parte del giornale e non nella rubrica “Riceviamo e pubblichiamo”. Riesce a comprendere questo?
    Un’altra sua perentoria esternazione “Mi venga a trovare in parrocchia così le regalo in fotocopia tutte le VERITA’ CHE FAZIOSAMENTE HA VOLUTO “OCCULTARE” oltre ad essere presuntuosa (chi è lei tanto da chiedermi di venirla a trovare in parrocchia? Era lei che voleva “dimostrarmi” qualcosa e, quindi, era lei che - volendo - doveva venirmi a trovare) è anche falsa in quanto io non ho “voluto faziosamente occultare” un bel niente. Io ho parlato della donazione di € 100.000 (è la terza volta che lo ripeto ma lei finge di non capire) effettuata in data 26 maggio, come peraltro riportato nel comunicato ufficiale della sala stampa vaticana, per leggere il quale le ho fornito il link. E non è affatto vero, come sostiene anche il sig. Francesco, che io sia disinformato e, per giunta, non abbia artatamente voluto documentarmi. Sul “Tempo.it”, (Il Tempo, non il Corrierino dei Piccoli) con l’aggiornamento delle ore 5,30 del 4 giugno, si legge: “Durante la sua visita a Milano per l'incontro mondiale delle famiglie, Benedetto XVI ha ricevuto offerte e donazioni per la sua beneficenza personale e devolverà 500mila euro a favore delle zone colpite dal sisma”. Nei sottotitoli si legge: “Lo ha annunciato ieri mattina il vicario episcopale di Milano, monsignor Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, al termine della messa del Pontefice al parco di Bresso”.
    La donazione dei 500.000 euro è stata decisa, quindi, il giorno precedente e cioè in data 3 giugno quando ormai la mia lettera (che porta la data del 2 giugno) era già stata pubblicata e quindi non poteva comprendere anche tale donazione. (In questo momento non sto parlando dei successivi interventi della CEI acronimo del quale lei molto generosamente - la città gliene sarà grata - per ben due volte ha spiegato il significato).
    Un’ennesima sua singolare affermazione, che si specchia nella metafora “...dell’andare a bussare alla vicina di casa per farsi consegnare dei soldi senza un valido motivo...” e cioè che è assurdo pretendere che il Pontefice doni - sono parole sue - “SENZA-ESSERNE-OBBLIGATO, affermazione che lei cerca inutilmente di rafforzare dicendo anche ”.. il Papa non è tenuto a dare 1 € a nessuno, ma siccome ha il cuore grande e siccome il Papa è “padre”, allora non considera minimamente il chiacchiericcio dei mangiapreti invidiosi delle opere della Chiesa e noi andiamo avanti così!”
    Veramente pensa quello che ha scritto?
    La definizione “donazioni per la beneficenza personale del Pontefice” - questa è la denominazione ufficiale che lei finge di ignorare - parla già da sola: significa che il Papa riceve delle donazioni perchè le devolva in beneficenza. Quindi, pur non avendone l’obbligo giuridico, ha certamente quello morale di devolvere (a suo giudizio, ovvio) ai bisognosi i soldi a tale scopo ricevuti. Pertanto, sempre relativamente agli ormai famosi € 500.000, nulla di eccezionale viene in mente ma soltanto una semplice partita di giro. Che la scelta della donazione sia caduta sui terremotati Emiliani, è nella logica delle cose.
    Ma quand’anche non esistessero queste “donazioni per la beneficenza personale del Pontefice”, la lettera del sig. Mikele, titolata “Quanto ci costa il Vaticano S.p.A.”, (alla quale lei, facendo un paragone improponibile, ha contrapposto la situazione patrimoniale dei sindacati dei quali non comprendo il nesso con la Chiesa) dovrebbe offrirle delle motivazioni validissime per pensare che, non suona affatto strano che la Chiesa faccia, come in effetti ha fatto tramite la CEI, beneficienza a chi ne ha bisogno. Peraltro, come lei sa, le donazioni della CEI sono tratte dai fondi dell’ 8‰ . Frutto di un accordo, certamente. Ma pur sempre soldini degli Italiani.
    Tali fondi che la Chiesa riceve, come lei probabilmente sa, solo in parte vengono destinati alla beneficenza. Il resto serve per la gestione della macchina organizzativa, per pagare gli stipendi e per gli INVESTIMENTI in tutto il mondo. Dubito fortemente che gli Italiani siano contenti del fatto che una buona parte dell’8‰ sia destinata agli investimenti. Il link che riconduce ad un illuminante articolo di Curzio Maltese, gentilmente fornitoci dal sig. Arcangelo Delsignore, dovrebbe spingerla a considerare normale la generosità della Chiesa e non un fatto eroico tale da meritare la risonanza mediatica che, invece, ha avuto.
    Una certa Giulia alle 22,22 del 4 giugno, in un commento breve ma dal significato profondo, riferendosi verosimilmente alla pubblicità data alla vicenda, ha citato un passo del Vangelo che lei sicuramente conosce: “non sappia la mano destra cosa fa la sinistra”. Lei condivide questo passo o, se ne avesse la facoltà, lo cambierebbe?

    • TUTTI PRONTI AD ACCUSARE LA CHIESA CHE NON FA NULLA PER I TERREMOTATI... SI DICEVA OVUNQUE : PREGHIERE SI MA SOLDI NO... LA CHIESA PREGA MA NON PAGA...
      ADESSO VI BRUCI VEDERE PUBBLICATO CHE LA CHIESA HA DATO PIU DI TUTTI...
      ALMENO ABBIATE IL CORAGGIO DI STARE ZITTI E VERGOGNATEVI .. PERCHE è VERO CHE NEL VANGELO è SCRITTO NON SAPPIA LA MANO DESTRA COSA FA LA SINISTRA... MA SIETE STATI TUTTI VOI SOLLEVATORI DI FALSI SCANDALI A CHIEDERE A GRAN VOCE CHE SI SAPESSE COSA HA FATTO LA CHIESA PER I TERREMOTATI .... VERGOGNA

  • Premetto che sono cattolico battezzato,cresimato,sposato con il rito cattolico e che credo in toto agli insegnamenti della Chiesa circa l'esistenza di Dio impersonatosi con la venuta del Cristo sulla terra.
    Stante quanto precede,(prosa burocratese retaggio del mio lavoro nella P.A.)tuttavia sento di dover muovere qualche abbiezione sul metodo e sull'uso che la Chiesa fa del suo patrimonio materiale(quello spirituale è fuori discussione).
    Non bisogna dimendicare che lo scisma protestante(Lutero) avvenne proprio sul terreno delle famose indulgenze che la Chiesa elargiva dietro lauti compensi e sulle decime che i regnanti doveva corrispondere alla Santa Sede.
    S tratta pertanto di un morbo radicato nel tessuto della Chiesa che non potrà mai essere eradicato tant'è che esiste un vecchio detto che così recita :"Senza soldi un si nni cantanu missi" e lo vediamo nei solenni funerali celebrati per i potenti mentre la povera gente viene avviata alla sepoltura alla chetichella paghi del premio divino nell'aldilà.
    Mi consola il fatto che la Chiesa è anche fatta di gente come Don Gallo,Don Farinella e tanti altri che dedicano tutta la loro vita alla cura delle anime e anche dei corpi vivendo la loro missione in assoluta povertà e senza nulla pretendere.

  • caro seminarista.. ecco dove potrebbe prendere i soldi la chiesa..

    Lo IOR consta di 130 dipendenti, un patrimonio stimato (nel 2008) di 5 miliardi di euro, 44 000 conti correnti, riservati a dipendenti vaticani, ecclesiastici e ad una ristretta quantità di enti privati. Rilevanti sono gli investimenti esteri, in prevalenza in titoli di Stato o portafogli a basso rischio. Gli interessi medi annui oscillano dal 4 al 12% e, non esistendo tasse all'interno dello Stato vaticano, si tratta di rendimenti netti.[6] Per quanto riguarda gli utili conseguiti, essi non vanno corrisposti ad azionisti - che nel caso dell'Ente non esistono - ma sono devoluti in favore di opere di religione e di carità.[7]

  • A Mikele sul "vaticano spa".
    Altro che Vaticano spa... Prendiamo l'esempio dei sindacati. Posto un bel commento di Riccardo Ghezzi:

    I sindacati vantano un patrimonio immobiliare immenso, ma non pagano un solo € di Ici. Questo grazie ad una legge, la numero 504 del 30 dicembre 1992 (in pieno governo Amato), che di fatto impedisce allo Stato italiano di avanzare richieste ai sindacati. E i soldi sottratti, o meglio non percepiti, dalle casse statali sono davvero tanti: la Cgil, ad esempio, sostiene di avere circa 3mila sedi in tutta Italia, ma si tratta di una specie di autocertificazione, in quanto i sindacati non sono assolutamente tenuti a presentare i loro bilanci. Solo un altro dei tanti privilegi dell’”altra Casta”, come è stata brillantemente definita dal giornalista dell’Espresso Stefano Liviadotti, che con tale formula ha dato il titolo al suo libro/inchiesta sulla Triplice. Se la Cgil dichiara 3mila sedi, la Cisl addirittura 5mila. E la Uil sarebbe in possesso di immobili per un valore di 35 milioni di euro. La legge, però, paragona in modo del tutto immotivato i sindacati alle Onlus, ossia alle organizzazioni di utilità sociale senza scopo di lucro.
    Senza scopo di lucro? I sindacati? Un paradosso. Ma c’è di più. Cgil, Cisl, Uil, Cisnal (poi diventata Ugl) e Cida hanno ereditato immobili dai sindacati del Ventennio fascista, senza dover pagare tasse. Tutto secondo legge, in questo caso la 902 del 1977, che con l’articolo 2 disciplina la suddivisione dei patrimoni residui delle organizzazioni sindacali fasciste.

    Non c’è da stupirsi: soltanto nella scorsa legislatura, 53 deputati e 27 senatori, quindi 80 parlamentari in totale, provenivano dalla Triplice. Logico che in parlamento si facciano leggi “ad personam”, o meglio ad usum sindacati.

    I regali più importanti, inutile dirlo, arrivano però sempre quando al governo c’è una coalizione di centro-sinistra.
    Eccone alcuni: nel maggio 1997 il governo Prodi, per iniziativa del ministro della Funzione pubblica, Franco Bassanini, ha tirato fuori dal cilindro la legge 127, la quale grazie all’articolo 13 libera le associazioni dall’obbligo di autorizzazione nelle attività e nelle operazioni immobiliari. Con la finanziaria del 2000 vengono invece istituiti fondi per la formazione continua gestiti da sindacati e associazioni degli imprenditori. Ancora con il governo Amato, nel 2001 è fissato l’importo fisso per i patronati calcolato su tutti i contributi obbligatori versati da aziende e lavoratori agli enti.
    Attraverso i patronati, i Caf (Centri di assistenza fiscale) e le deleghe sindacali sulle pensioni giungono fiumi di denaro nelle casse dei sindacati. Un meccanismo infallibile: i patronati si occupano di previdenza, richieste di aumento e pratiche di invalidità. E per ogni pratica l’Inps rimborsa. L’assistito del patronato è però logicamente anche un potenziale cliente dei Caf: i Centri di assistenza fiscale, nati ovviamente con la sinistra al governo (Amato, anno 1992), compilano le dichiarazioni dei redditi e le spediscono via internet all’Inps. Ad ogni spedizione corrisponde un rimborso, anche se i costi sono pressoché azzerati.

    In soccorso dei Caf è arrivato persino il decreto legislativo 241 del 1997, governo D’Alema, che concedeva loro l’esclusiva sulla verifica dei dati inseriti sui 730. Costringendo il Ministero delle Finanze a elargire un rimborso per ogni 730 inviato dai Caf.
    Peccato che tale decreto sia stato “bastonato” nel 2006 dalla Corte di Giustizia Europea, senza che nessun quotidiano nazionale sempre attento alle sanzioni europee ne abbia dato notizia. Ma su internet la notizia si trova.

    Alla fine le entrate che derivano dai tesseramenti, la cui revoca è pressoché impossibile, sono quelle meno importanti.
    Allora, i sindacati davvero meritano agevolazioni fiscali?

    • il diavolo e l'acqua santa... sindacato/politica e chiesa...solo che non si capisce chi è dei 2 il diavolo, xkè l'acqua santa è evaporata al sole..

  • Grazie di cuore al seminarista Daniele, finalmente un po di verità... Pasquale Trobia secondo me è veramente disinformato su questa questione, e secondo me, pur essendo poco informato, non si voleva neanche informare, visto che ci sono i dati pubblicati!!!!! Perchè non ha scritto tutto signor Pasquale???? A volte veramente mi dico e ridico: LA VERITA' FA MALE.

  • Se c'è un "becero" anticlericarismo che serpeggia in rete (e non solo) un motivo ci sarà....

  • Quanto ci costa il Vaticano S.p.A.

    La Città del Vaticano è il più piccolo stato del mondo ma anche il più rispettato. Si tratta di una monarchia assoluta elettiva. Grazie al carisma del Papa, all'organizzazione piramidale e non democratica ed all'esercizio delle attività di apostolato e di beneficenza, la Santa Sede amministra i suoi beni e le sue società in tutto il mondo.
    I suoi beni immobili (beni ecclesiastici) situati in altri stati godono in numerose nazioni, tra le quali l'Italia, di regimi privilegiati ed in alcuni casi di extraterritorialità che consentono l'esonero da imposizione di tasse. Per questi regimi speciali, che valgono anche in temi di commerci, di contratti e di donazioni nonché per l'opacità della sua finanza, Città del Vaticano, pur con le debite differenze, è stato spesso paragonata alle "giurisdizioni off shore" (paradisi artificiali).

    In Italia in particolare si intrecciano proprietà immobiliari, attività bancarie, imprese industriali, finanziamenti diretti e indiretti a carico del bilancio dello Stato Italiano e di Enti Pubblici. Ciò crea una posizione di quasi monopolio del vasto mondo dell'assistenza, una presenza costante in tutte le iniziative a favore dei della gioventù, della gestione di cliniche e di enti ospedalieri. Con il condizionamento operato dalla Chiesa sul parlamento nella produzione legislativa, necessaria a creare una indispensabile cornice istituzionale e strutturale e sopratutto un confacente regime di privilegio tributario.
    Attraverso i Patti La Teranensi del 1929 e successivo accordo,che hanno regolato i rapporti tra Stato Italiano e Chiesa, poi con la nascita della Repubblica e dei governi democristiani, lentamente l'Italia divenne la sede temporale del potere ecclesiastico, penetrato per delega nei governi, negli enti pubblici, nelle leggi, nella costituzione materiale. E con sola resistenza marginale, pagata a caro prezzo, di alcuni cattolici politicamente impegnati come De Gasperi e Moro. Per mantenere indenne il potere temporale della Chiesa, il Sacro Soglio e le sue propaggini diocesane, non scomunicarono mai le malversazioni e la pubblica corruttela che avveniva sotto gli occhi di tutti fino a diventare sistema di governo e sottogoverno.

    Eugenio Scalfaro de La Repubblica: "Non è mistero per nessuno ed anzi storicamente accertato che l'episcopato fu cieco e sordo di fronte al sistema della pubblica corruttela del quale era perfettamente consapevole e spesso direttamente beneficiario. Come accadde, tanto per ricordare un macroscopico esempio, in occasione del vero e proprio "sacco di Roma" che durò dagli anni cinquanta a tutti i settanta nel corso dei quali, appalti, piani regolatori, aree verdi o di destinazione estensiva furono manipolati per favorire Ordini religiosi, grandi famiglie papaline, dignitari della Santa Sede, società immobiliari e palazzinari, dentro una rete di compiacenza di marca vaticana che spolparono la città come si spolpano le ossa di un pollo".

    Cosi il vaticano ha potuto conservare e moltiplicare in Italia immense ricchezze. Gli innumerevoli immobili situati in tutto il territorio italiano e sopratutto a Roma, sono anch'essi favoriti da un regime fiscale che ha del ridicolo.

    Le chiese sono semivuote ma le casse sono piene. Un fiume inesauribile di denaro affluisce in Vaticano dall'Italia e da tutte le nazioni e comunità dove vi sia una maggioranza cattolica: offerte, donazioni, eredità, quote di imposte.

    Soltanto una piccola parte di tali ricchezze finisce in progetti umanitari. Il resto va alla catachesi nelle parrocchie, all'edilizia di culto, al sostegno del clero (circa 40.000 preti in Italia), ma anche alle banche amiche, da qui la liquidità si ricicla e si moltiplica in investimenti, in titoli, in immobili, in businnes disinvolti, in azioni di industrie etc.

    Non per niente spesso il Vaticano, sempre per quanto concerne lo Stato Italiano è rimasto implicato in vicende strane mai completamente chiarite, come il caso Calvi, il banchiere di Dio impiccato sotto un ponte di Londra, la vicenda del Banco Ambrosiano e dell'assassino di Marco Ambrosoli, il sinistro ruolo dello Ior attraverso il misterioso Marcinkus ed altri faccendieri di alto bordo tra i quali Michele Sindona.

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