Scuola

‘Ti sei sentita violentata in ateneo?’ 60% di 1.300 studentesse Sapienza Roma risponde ‘sì’: un questionario per far emergere un fenomeno sommerso

“A novembre scorso ci siamo resi conto che dentro e fuori l’università le segnalazioni per molestie e violenze da parte degli studenti erano in crescita”. E’ nata da qui l’idea di un questionario per mettere nero su bianco i numeri del fenomeno sommerso. Lo ha spiegato Valeria Cigliana, rappresentante di Sinistra Universitaria in occasione della seduta congiunta della commissione Pari Opportunità, presieduta da Michela Cicculli insieme alla commissione XI Ccp Scuola presieduta da Carla Fermariello durante la quale sono stati presentati i risultati di questo questionario per l’emersione della violenza e delle molestie vissute, somministrato ad un campione di studenti La Sapienza di Roma.

La rappresentante di Sinistra Universitaria ha detto anche: “Dal 15 novembre al 16 marzo abbiamo somministrato il questionario (oggetto della commissione congiunta ndr.)ad un campione e abbiamo ottenuto 1300 risposte da studentesse e studenti di tutte le facoltà e da tutti i corsi di laurea. È emerso un dato allarmante: su 1300 risposte più di 160 le segnalazione di abusi, molestie e violenze all’interno dell’università. I responsabili fanno parte del corpo docente, del personale tecnico-amministrativo-bibliotecario de La Sapienza ma non fanno eccezione rappresentanti della comunità studentesca. Questo dimostra quanto il fenomeno sia diffuso e sistemico in tutte le categorie che compongono l’Ateneo”.

“Alla domanda: ‘Ti sei mai sentita violentata all’interno dell’ateneo?’ Il 60% del campione si è sentito violato psicologicamente, il 14% sessualmente e il 26% sia psicologicamente che sessualmente. Ampio spazio alla comunità Lgbtq+ e abbiamo perciò approfondito la discriminazione rispetto all’orientamento sessuale e quello che emerge è che la discriminazione di questa categoria aumenta esponenzialmente sia a livello di discriminazione di genere che per orientamento sessuale”.

Ha aggiunto Cigliana: “Il nostro è un campione di 1300 persone che è ridotto rispetto alla popolazione studentesca complessiva de La Sapienza di Roma e questo ci fa pensare che se il questionario fosse stato somministrato ad un numero più ampio questi dati sarebbero probabilmente più allarmanti”. “Emerge che l’università non è un luogo sicuro- ha proseguito nel commentare i numeri Cigliana- e i servizi offerti da La Sapienza non sono sufficienti. La Consigliera di Fiducia è conosciuta solo dal 10% del campione e il 65% del campione non sa che esiste un centro antiviolenza in Sapienza. Manca la comunicazione e una sola Consigliera (di Fiducia ndr.) per 130mila studentesse e studenti è poca. Peraltro il centro antiviolenza è situato fuori dalla città universitaria nel quartiere San Lorenzo accoglie non solo gli studenti sapienza ma anche la popolazione residente sul quartiere”.

La presidente Carla Fermariello ha detto: “Questa indagine è importante per valutare i servizi offerti. L’XIesima commissione è disponibile a lavorare su questi temi per allargare ad altre università (oltre al campione degli studenti La Sapienza arruolati per la somministrazione del questionario ndr.) e ampliando questa ricerca alle altre rappresentanze delle università pubbliche che la città di Roma ospita e ad altri stakeholder”. E dall’indagine emerge, prosegue sempre, Cigliana come “un esempio virtuoso sia il centro antiviolenza dell’Ateneo Roma Tre, un vero e proprio modello perchè ha diverse esperti al suo interno e coinvolge attivamente la comunità studentesca”.

Non è mancata una riflessione anche sulla sicurezza della città è attivata dalla risposta del campione sulla percezione della sicurezza nel percorrere il tragitto da casa all’università e viceversa al rientro. In questo senso: “quasi il 67% del campione intervistato dal questionario non si sente sicuro e il 58% si fa accompagnare a casa perché non si sente sicuro”, ha concluso la rappresentante.

CICCULLI: “CITTA’ UNIVERSITARIE SIANO LUOGHI SICURI. NOSTRO DOVERE OFFRIRE RISPOSTE INTEGRATE A STUDENTI E CITTADINI” -“Centotrentamila studentesse e studenti dell’università La Sapienza di Roma così come gli studenti del Conservatorio (Santa Cecilia di Roma ndr.), e studenti di qualsiasi altro ente di formazione all’interno della nostra città rappresentano importanti porzioni di cittadinanza che meritano l’attenzione dell’amministrazione. Questo è il motivo che ci ha spinto ad audire questa commissione. Sappiamo che in diversi contesti universitari si sta sollevando la questione delle violenze di genere, delle molestie e più in generale sulla percezione della sicurezza vissuta dalle ragazze e dai ragazzi nei contesti universitari e di formazione”.

A dirlo interpellata dall’agenzia di stampa Dire è Michela Cicculli, presidente della Commissione Capitolina delle Pari Opportunità che in forma congiunta, oggi, insieme alla Presidente XI CCP Scuola Carla Fermariello, in commissione insieme ad una rappresentanza di Sinistra Universitaria e altri attori coinvolti presentato i dati risultanti dai questionari per l’emersione del fenomeno della violenza di genere nei contesti universitari e formativi (somministrato ad un campione ristretto, rispetto al totale, di studentesse e studenti che frequentano l’università La sapienza di Roma ndr.).Cicculli ha proseguito dicendo che: “È importante rilanciare la collaborazione tra le varie istituzioni quali: il comune di Roma e gli atenei. Questo di oggi è stato un primo passaggio (ne seguiranno altri ndr.) nato dalla volontà di dare voce a queste informazioni che ragazzi hanno fatto emergere. Sappiamo anche che esistono i Cav universitari (centri antiviolenza ndr.), le figure delle consigliere di parità e varie altre voci che vanno ascoltate in questo contesto e che ora, di concerto con la presidente Fermariello, audiremo all’interno della Commissione per capire come unire le forze”.

“La Città universitaria è una vera e propria città- prosegue la presidente della Commissione pari opportunità- così come altri contesti universitari (oltre quello de La Sapienza ndr.) dove si passa molto tempo della propria vita ed è per questo che diventa importante renderlo il più sicuro possibile”. “È chiaro come i contesti universitari ricadano all’interno della città. Questo ci impone, come amministrazione, di capire e procedere a migliorare la sicurezza. Per noi conoscere i bisogni di studentesse e studenti è fondamentale per formulare proposte integrate con quello che l’amministrazione pensa utile, in generale, per la città di Roma”, ha concluso Cicculli.

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