il Fatto Siciliano

Omicidio nell’agrigentino, la faida di Palma di Montechiaro. Ricostruita una catena di sangue con tre delitti

Sarebbe collegato a una sanguinosa faida l’omicidio di Angelo Castronovo, 65 anni, ucciso in contrada Cipolla, lungo la strada di collegamento fra Palma di Montechiaro e Licata. Contro il bracciante agricolo, che si stava occupando di movimento terra, vennero esplosi almeno 4 colpi d’arma da fuoco: uno di pistola, calibro 9, lo raggiunse alla testa e 3 di fucile a pallettoni lo raggiunsero nel resto del corpo e al volto.

Stamane la svolta nelle indagini con l’arresto di Giuseppe Rallo, 39 anni, cugino di Enrico Rallo, la prima vittima della faida. Castronovo era stato accusato di questo omicidio, avvenuto il 9 novembre del 2015, e di un altro messo a segno il 22 agosto del 2017. Venne arrestato il 30 luglio del 2020 dalla squadra mobile ma finì a processo però solo per un giro di armi connesso ai delitti. Il gip non ritenne sussistenti gli indizi di colpevolezza a suo carico. Secondo investigatori e magistrati la faida sarebbe stata innescata dal furto di un trattore.

I carabinieri, dopo l’omicidio di Castronovo, ipotizzarono subito un collegamento con gli altri due delitti, ma hanno anche valutato episodi recenti: una estorsione, per una vicenda connessa a un posto di lavoro in un’azienda, da un palmese che abita poco distante dal luogo dell’omicidio. 

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