Cronaca

Caltanissetta, depistaggio Borsellino. PG Bono: “Sentenza illogica, incoerente su attendibilità Scarantino”

“La sentenza di primo grado è illogica, iniqua e fuorviante”. Sono le parole del sostituto procuratore generale di Caltanissetta Gaetano Bono proseguendo la requisitoria al processo d’appello sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio. “Si registra una illogicità della sentenza di primo grado che a distanza di poche pagine traccia un quadro incoerente sull’attendibilità di Vincenzo Scarantino”, il falso collaboratore di giustizia che fece condannate otto innocenti.

Alla sbarra tre poliziotti accusati di concorso in calunnia aggravata dall’avere agevolato Cosa nostra. Il tribunale di Caltanissetta, in primo grado, aveva dichiarato prescritte le accuse contestate a Mario Bo e Fabrizio Mattei, due dei tre poliziotti accusati di avere depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta.

Assolto il terzo imputato, Michele Ribaudo. Il Pg Gaetano Bono cita, dunque, nella requisitoria alcune frasi della sentenza di primo grado, quando i giudici scrivono: “E’ da ritenersi sussistente un nucleo di limitata attendibilità” ed elenca 4 punti”, poi a distanza di diverse pagine la sentenza afferma che “Scarantino è pienamente attendibile ove evidenzia un indottrinamento fin dal primo interrogatorio del giugno 1994”.

Poi, i giudici di primo grado definiscono Scarantino un “mentitore id professione”, che è “una definizione iniqua e fuorviante, illogica” perché in primo grado Scarantino fu definito un “mentitore di professione”. “Come si fa se è stato costretto a mentire”‘, chiede Gaetano Bono.

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