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Ambiente disprezzato, Tozzi: “il ponte sullo Stretto al prossimo sisma unirà due cimiteri”

“Sarebbe sbagliato pensare che l’imposizione di una pista di bob per Olimpiadi eventualmente prive di neve, dopo aver abbattuto centinaia di larici quasi secolari o secolari, che resterà infrequentata in futuro esattamente come quella piemontese, per uno sport che, in Italia, assomma, se va bene, una cinquantina di praticanti, sia un problema locale o determinato da errori casuali.

Si tratta, a guardar bene, di un’ennesima spia di quanto stiamo disprezzando il nostro patrimonio naturale, una volta primo in Europa, e di quanto riduciamo tutto a una questione economica, cioè di soli denari che, come è noto, quando avremo abbattuto l’ultimo albero non saranno buoni nemmeno da mangiare”.

Lo scrive in un suo intervento su la Stampa il geologo e divulgatore Mario Tozzi.

Che poi aggiunge: “Ma è la stessa logica del ponte sullo stretto di Messina, imperdonabile stornamento di miliardi di euro pubblici che andavano semmai investiti nel risanamento antisismico delle province di Reggio Calabria e di Messina, non nello stravolgimento del paesaggio, nell’incremento del dissesto idrogeologico e nello sfregio culturale: il ponte forse reggerà ma, quando arriverà il prossimo sisma, se resterà in piedi, unirà due cimiteri. Per non dire della rete dei trasporti di Calabria e Sicilia: un’autostrada sospesa che unisce due mulattiere che non siamo nemmeno sicuri riuscirà a ospitare la linea ferroviaria ad alta velocità”. V

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