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Natalità scarsa. Roccella: “Pochi figli. E’ iniziato l’inverno demografico in Europa”

“L’Europa ha un problema e sembra non accorgersene. L’inverno demografico avanza, soprattutto nel mondo sviluppato, ed e’ ormai un’emergenza, almeno quanto quella ambientale. Anche questo e’ un tema che va posto a livello europeo. E inizieremo a farlo”.

Lo dice al “Quotidiano Nazionale” la ministra delle Pari opportunita’, famiglia e natalita’, Eugenia Roccella, che ha fatto del contrasto del declino delle nascite nel nostro Paese la sua missione prioritaria.

Nonostante gli sforzi, i dati demografici restano allarmanti: “L’Italia ha tassi di natalita’ tra i piu’ bassi d’Europa, perche’ ha trascurato il problema per troppo tempo, ma la differenza tra noi e Paesi in cui invece le politiche demografiche sono state precoci e generose, come la Francia o la Svezia, e’ di pochi decimali, tra lo 0,4 e lo 0,6 per cento. La verita’ e’ che ormai il rischio di spopolamento investe tutto il mondo sviluppato. L’intera Europa e’ al di sotto del cosiddetto tasso di sostituzione (la media di due figli per donna che garantisce la continuita’ della popolazione), che e’ ormai un miraggio per tutti”.

“E non e’ eccessivo dire – aggiunge – che quello della denatalita’ sta diventando un problema planetario, pensiamo a Paesi come il Giappone o la Corea del Sud”. L’Occidente geopolitico sembra destinato all’estinzione: “Non possiamo immaginare di ottenere risultati dall’oggi al domani, anche perche’ il diminuire nei decenni delle nascite ha comportato di conseguenza il calo delle donne in eta’ fertile, e questo rende la spirale demografica esponenziale. Ma e’ un problema che va affrontato adesso, in tutto il mondo, come la prima delle emergenze perche’ si porta dietro tutte le altre. Compresa quella ambientale: e’ inutile parlare di ambientalismo se ci si rassegna allo spopolamento. Se spariscono le persone, si depaupera pesantemente anche l’ambiente”.

Ci si sente piu’ poveri e insicuri e si fanno meno figli: “E’ esattamente il contrario – osserva invece la ministra – , e non lo dico io ma i demografi, e soprattutto i dati di realta’.

Le curve ci dicono che la denatalita’ accompagna spesso nel nostro tempo la conquista del benessere, lo sviluppo economico e sociale, la democraticita’ dei sistemi politici, la diffusione dei diritti, la parita’ fra uomo e donna. In qualche modo, la stasi e’ indice del fatto che stiamo meglio di un tempo”. Ma non si puo’, per paradosso, tornare indietro: “Certo che no. Sul punto vorrei essere molto chiara: questo non significa che serva tornare indietro sul piano dello sviluppo, dei diritti, della liberta’ femminile, della democrazia. Assolutamente no. Non solo sarebbe una ricetta inaccettabile, ma anche sbagliata. Cosi come non serve inseguire il mito infelice della decrescita, l’idea che meno siamo, meno produciamo e consumiamo, e meglio stiamo”.

Insomma, “il nemico della natalita’ non sono lo sviluppo e i diritti. Pero’ dobbiamo capire che il fatto che crescita socio-economica e decrescita demografica vadano in genere di pari passo ci impone di trovare un approccio nuovo, adeguato al nostro tempo”. La ministra rileva infine che “anche se nell’immediato deriva dal benessere, la denatalita’ in prospettiva produce disastri. Bisogna, invece, far crescere diritti e sviluppo. Quando ad esempio si accusa chi si preoccupa della natalita’ di voler riportare indietro le donne, rispondo che noi alle donne vogliamo invece offrire piu’ liberta’: vogliamo che siano libere di realizzarsi, di fare carriera, di vivere la propria socialita’, e allo stesso tempo di fare i figli che desiderano, senza che questo significhi rinunciare a tutto il resto. E’ questa – conclude Roccella – la sfida a cui siamo chiamati”.

Fonte: Nova

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