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Caltanissetta, la Città che vuole scalare le classifiche a colpi di “Like”

Guardarsi allo specchio delle volte serve per confrontarsi con se stesso ed ammettere, sempre che si sia in grado di fare autocritica, che si potrebbe far di più e forse meglio.
In linea di massima quanto scritto dal Sindaco Gambino nel suo post pubblicato su Facebook in merito alla classifica di Sole24Ore può essere in buona parte condivisibile. Bisogna però fargli notare un piccolo dettaglio, che poi così piccolo non è. Lui è il primo cittadino ed in quanto tale deve essere il primo a cercare e mettere in campo tutte le soluzioni possibili, mandando anche segnali forti, decisi ed inequivocabili a chi cerca di “far pagare un prezzo duro al sud” e di conseguenza anche alla nostra città. Scaricare, come spesso avviene in politica, solo e sempre agli altri colpe e responsabilità, che spesso non sono solo proprio altrui non è politicamente corretto. Tante sono infatti le problematiche non risolte o non affrontate affrontate in maniera adeguata. Vediamo di analizzarne qualcuna. Sono anni che si lavora sulla SS640 ed anni che si parla della sistemazione della Via Borremans direzione Xirbi, ma i lavori sulla prima vanno a rilento e nella seconda tardano a cominciare. Sono anni che aspettiamo la riapertura della Piscina e del completamento delle Ville. Sono anni che si discute dell’Antenna, ma dopo “’l’accordo di massima”, nulla si sa più.

Sono anni che si parla di rilancio della formazione universitaria, il Progetto Reboot, del cui fallimento nessuno ne parla, sembrava una soluzione valida ed ottimale, che avrebbe anche dato nuova vitalità al centro storico, ma sappiamo bene come sia finito il tutto, 5 progetti su 5 ritenuti non idonei, con una perdita di ben 60 Milioni di euro. Non mancano poi difficoltà in cui è costretto ad operare il Consorzio, difficoltà spesse volte lamentate anche dal suo Presidente, “per chiedere nuovi corsi serve presentare un progetto con innanzitutto la disponibilità di locali idonei”. Ricerca di locali ovviamente idonei non solo dal punto di vista strutturale ma anche riguardo a fruibilità e vivibilità per studenti ed insegnanti e non mi apre che la soluzione Via Re D’Italia abbia questa caratteristiche, abbiamo anche letto le lamentele degli studenti. Attendiamo sempre il “miracolo” , quello di vedere l’ex Ospedale Vittorio Emanuele diventare, così come previsto, sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia, soluzione questa ad oggi ancor resa più difficile soprattutto dopo l’aver concesso i locali all’ASP per la Casa delle Comunità, consultorio, guardia medica ed altri servizi. Il tutto, è giusto precisare, “momentaneamente”, ma sappiamo bene come da noi il passaggio da momentaneo a permanete sia breve. Sui disagi e sui disservizi sanitari, che i cittadini patiscono giornalmente, è meglio stendere un velo pietoso. Se è vero che certe problematiche non solo esclusivamente locali, duole leggere però che in altre realtà disagi su liste d’attesa e accessi al P.S. vanno migliorando; ciò non avviene per caso, avviene perchè la politica locale tutta, con il primo cittadino in testa, non è assecondante, ma giornalmente si fa sentire, va a “battere i pugni sul tavolo“ della dirigenza per cercare soluzioni. Questa linea ferma pare però che da noi non avviene o se avviene lo si fa in maniera blanda evitando di disturbare troppo; assistiamo spesso, chiaramente vale per tutti i politici locali, ovviamente compresi i consiglieri che siedono nelle specifiche commissioni comunali, che pur audendo o interagendo con la dirigenza, danno spesso per buono, fidandosi di tutto quello che vien loro riferito e soprattutto promesso, dimostrazione che non funziona qualcosa è che i cittadini lamentano oggi quello che lamentavano anche tempo addietro, insomma è cambiato poco o nulla, in alcuni casi. Problematica questa che non può che creare un immediato collegamento mentale al progetto Policlinico, che sembra ormai caduto nel dimenticatoio. Argomento che solo pochi cittadini hanno ormai il coraggio o sfrontatezza di tirar fuori e ricordare. Cittadini che hanno organizzato assemblee, manifestazioni di piazza e sit in. Argomento che, ad onor del vero, ha interessato anche il consiglio comunale che ha con molta enfasi e all’unanimità, sottoscritto un atto di indirizzo, impegnandosi a fare di tutto per vederlo nascere a Caltanissetta, evitando che si verificasse nuovamente “lo scippo” subito una ventina di anni fa per l’Università. “Scippo” che da quel che si legge e sente in giro, pare stia già avvenendo in sordina e che coloro che dovrebbero maggiormente alzare le antenne e recepire i segnali, tengono invece volutamente la radio spenta per poi dire…”non ne sapevo nulla”
“L’impegno di tutti è necessario ma è vero che perché possa rifiorire il tessuto economico è necessario che lo Stato si premuri di crearne le condizioni venendo incontro alle vere esigenze degli amministratori del Sud Italia”. Scrive sacrosante parole il Sindaco, ma su quei temi sopra elencati di concreto cosa ha fatto lui, la sua giunta e tutta la politica locale, dai consiglieri alla deputazione regionale e nazionale, sia di destra che di sinistra ? “Interlocuzioni personali” a parte, rassicurazioni, qualche promessa, alcuni tavoli e conferenze dei sindaci, mai rese effettivamente esecutive o permanenti, come si disse in quelle occasioni, e al netto anche di qualche forte “minaccia” verbale, barricate, blocchi stradali ed altro, che fanno sorridere chi le sente, “l’omertoso silenzio” calato, la dice lunga sul fatto che certe dichiarazioni sono servite solo per prendere qualche like sui social, qualche applauso in pubblico su di un palco o per firmare atti di indirizzo, ma che sono rimasti poi documenti buoni da archiviare per poter poi dire “noi ci siamo espressi in maniera forte e chiara”.

Adesso, ahimè, partirà la campagna elettorale e amore per la città a parte, ne abbiamo già visto i primi “cuoricini”, ci toccherà sentire bei discorsi, fatti di promesse, soluzioni a portata di mano, che ovviamente vorranno “venderci” a scatola chiusa, con la scusa di non voler favorire ”l’avversario politico”, confezionati nel più classico uovo di Pasqua dove la sorpresa rimane sempre uguale, una speranza di trovare qualcosa di bello ed utile e non il solito giocattolino da montare, giocattolino che ormai anche i bambini si rifiutano di montare. Ad Maiora

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