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Caltanissetta, Italia Nostra: “si può cambiare la toponomastica senza dimenticare il passato”

Italia Nostra tornaa a parlare di tonomastica urbana e di intitolazione di strade, vie, viali e traverse di Caltanissetta dopo la vicenda che qualche settimana fa ha coinvolto via traversa Elena diventata via Luigi Cortese.

In quell’occasione Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia, aveva evidenziato come la decisione dell’attuale Amministrazione Comunale di Caltanissetta era stata portata a termine alla presenza del Sindaco e delle massime autorità cittadine, dei responsabili provinciali dell’ANPI Caltanissetta e del PD cittadino, della baby sindaca e dei figli di Luigi (Gino) Cortese.

Adesso la nuova intitolazione ha avuto il nullaosta da parte della Soprintendenza e da parte di Storia Patria Caltanissetta.

“E questo – spiega Janni -, secondo la Soprintendenza e Storia Patria, in ossequio all’autorevolezza di Luigi Cortese, ma anche per rimuovere l’ambiguità tra “via Traversa Elena” e “via Elena”. A seguito di una conversazione con l’ottimo architetto Giuseppe Saggio, inoltre, ho scoperto che “via Traversa Elena” si chiamava “via del Canalicchio”. E dunque, a questo punto ripongo la questione.

La toponomastica consente un viaggio nella storia fatto di luoghi, personaggi, miti, eventi, tradizioni, che costituiscono uno stimolo per una migliore conoscenza del passato e per una consapevole proiezione nel futuro. Percorrere le vie di un centro, di un quartiere storico è come sfogliare le pagine di un testo scritto, dove luoghi, personaggi ed eventi vengono proposti. Insomma: la toponomastica dei quartieri storici non si dovrebbe toccare. Modificare. Questo perché la toponomastica dei centri storici è componente intrinseca, seppure immateriale, dei centri stessi ed è parimenti storicizzata. La tutela di un centro, di un quartiere storico non può prescindere dalla tutela della componente toponomastica. Altrimenti rischiamo di rendere confuso, se non incomprensibile, lo straordinario testo materiale e immateriale che chiamiamo città”.

Il Presidente Leandro Janni conclude il suo ragionamento con ua proposta concreta: “Potremmo comunque ricordare, negli eventuali nuovi cartelli di toponomastica, le intitolazioni storiche precedenti. E a proposito di identità nissena e di consapevolezza contemporanea, potremmo persino fare uno studio, una ricognizione generale della toponomastica cittadina e, possibilmente, mettere un po’ d’ordine”.

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