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Caltanissetta, Di Dio (FI): “Liberiamo i monumenti del centro storico dagli abusi edilizi”

Il centro storico di Caltanissetta vive, ormai da troppi anni, una situazione di degrado e abbandono. Le motivazioni sono complesse, con radici profonde e diversificate. Al danno di un centro storico dimenticato e non frequentato dai suoi stessi cittadini c’è l’aggravante di una sensazione di trascuratezza e deturpamento di monumenti storici che, invece di essere valorizzati, recuperati e proposti come eccellenza vengono dimenticati o si trasformano in oggetto di semplice “Diffida per il ripristino”.

Una battaglia che da un anno circa sta combattendo il consigliere comunale di Forza Italia Fabrizio Di Dio e che, durante l’ultimo consiglio comunale, ha ribadito con energia.

“La Regione Siciliana, in un documento firmato dall’assessore ai beni culturali il 31/12/92 riconosce l’immobile di Palazzo Barile di intrinseco valore storico artistico e architettonico rappresentando un valido esempio di architettura del XVIII secolo. Un bene da tutelare e del quale la città si può pregiare ai sensi dell’articolo 123 della legge 1089 del 1 giugno del 39”.

Il palazzo, però, ha una pensilina che nasconde le volute sotto i balconi in muratura, ha il cantonale interrotto e, nel tempo, sono state anche applicate delle vetrine in alluminio non rimosse dopo la chiusura dell’attività commerciale.

“Noi abbiamo il dovere di chiedere e pretendere che si ripristino i muri originali e liberare i nostri monumenti da queste schifezze – ha ribadito Fabrizio Di Dio -. Non possiamo solo citare il proprietario per una veloce sistemazione e un poco di intonaco. Dobbiamo restituire dignità alla città, un messaggio, quello della riqualificazione urbanistica e architettonica, che questa amministrazione porta avanti da anni ma che dobbiamo anche trasformare in fatti concreti.

Con una diffida per il ripristino stiamo facendo l’opposto di quanto dovremmo: serve agire con la rimozione e un recupero del bene storico senza temere di coinvolgere la Soprintendenza e convocare una Conferenza dei servizi. Il problema potrebbe anche essere più semplice di quel che sembra poiché se questa pensilina, oggetto del nostro intervento, è stata realizzata dopo il 1992 allora va automaticamente rimossa perché non poteva essere installata in un bene monumentale”.

Per Fabrizio Di Dio, in sintesi, “rinascere come città” corrisponde a una ripartenza togliendo “il brutto dalla bellezza dei nostri monumenti” senza dover fare guerre politiche o sollevare problematiche burocratiche ma, semplicemente, chiedendo il rispetto della legge.

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