Cronaca

Sicilia, Avvocato bloccato a casa dalle fiamme. Negato il rinvio del procedimento

Un “fatto gravissimo” è stato denunciato dalla Camera Penale di Catania “Serafino Famà” e segnalato al Presidente del Tribunale ed al Presidente della Corte di Appello di Catania.

Vittima di quello che sembra, a primo sguardo, un ingiusto abuso è l’Avvocato Gianluca Costantino e il suo cliente che lo scorso 25 luglio 2023 doveva presentarsi in udienza nel capoluogo etneo.

Una vicenda che ha avuto la piena solidarietà dei colleghi che si sono immediatamente immedesimati nell’assurda vicenda. “Il fatto, ormai tristemente noto, è di lampante chiarezza – spiegano in una nota – all’Avvocato, impossibilitato ad abbandonare la propria abitazione, colpita da un grave incendio che ha devastato larghe zone di Catania, è stata negata la richiesta di rinvio del procedimento, formulata dal difensore d’ufficio d’aula che, informato dall’Avvocato aveva rappresentato al Giudice procedente quanto stesse avvenendo”.

La lettura del verbale stenotipico consente di escludere ogni dubbio sulla chiarezza di quanto esposto al Giudice in aula. La gravità di quanto occorso appare evidente ed è stato ben segnalato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania che ha sottolineato la “mortificazione del diritto di difesa” e lo “sfregio al ruolo dell’Avvocato”.

“Noi – proseguono – riteniamo che dell’episodio debbano avere conoscenza formale e diretta sia il Presidente del Tribunale che il Presidente della Corte di Appello perché appare indifferibile una riflessione concreta, e non astratta e di maniera, sul rapporto fra tutti gli attori del processo penale nel nostro Foro. Questo episodio certamente grave, purtroppo non è isolato e segue diversi altri di disattenzione, di sottovalutazione o di obliterazione di impedimenti gravissimi ed improvvisi rappresentati da avvocati nei processi (morte di propri familiari, ricoveri di congiunti).

Perché ciò avvenga, al di là delle numerose possibili spiegazioni di facciata ed ovvero ruoli particolarmente carichi ed esigenze di chiusura dei fascicoli, ha un’unica causa ed ovvero una sorta di generalizzata diffidenza, se non pura sfiducia, in quanto generalmente rappresentato dagli Avvocati. Tutti ben conosciamo le norme e la giurisprudenza in materia di richiesta di rinvio dei procedimenti (che ci consente di dire come per gli Avvocati sia impossibile determinare un rallentamento del processo che non determini una sospensione dello stesso), ma conosciamo molto bene anche le prassi delle Aule e certamente non ci sorprendiamo di processi rinviati in tarda mattinata da Giudici che non hanno gestito in modo corretto il ruolo di udienza, o ad intere udienze saltate per assenze di giudici più o meno programmate.

In concreto è chiaro che la migliore gestione della Giustizia e, nello specifico, del procedimento penale non può che passare dalla collaborazione paritaria di tutte le parti. Collaborazione che può e deve avere un unico presupposto ed ovvero la riconosciuta e
consapevole appartenenza ad una Comunità. Che non è e non può essere tale solo quando ci si stringe nel cordoglio per un Giudice o un Avvocato improvvisamente scomparso. Comunità è da intendersi quale luogo effettivo, e non solo virtuale, di dialogo costante e proficuo per rappresentare e cogliere le reciproche aspettative e necessità.
Per tale ragione quindi chiediamo che il Presidente del Tribunale e della Corte di Appello intervengano sia in relazione allo spiacevolissimo episodio che in modo più ampio perché fatti del genere non abbiano più a ripetersi, e la Camera Penale manifesta in ciò la propria piena disponibilità ad una interlocuzione franca e diretta per il miglioramento della gestione delle attività processuali”.

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