Primopiano

Caltanissetta, Inner Wheel. “La Costituzione scritta dalle donne”: l’insegnamento delle madri costituenti

Non rassegnarsi ad accettare le convenzioni e le abitudini radicate ma combattere, con le armi del dialogo e della determinazione, per ottenere i diritti.

È questo il principale insegnamento che le 21 “madri costituenti”, le donne che hanno partecipato alla stesura della Costituzione Italiana, possono ancora oggi trasmettere alle generazioni attuali.

Un messaggio emerso durante “La Costituzione scritta delle donne”, evento promosso e organizzato dall’Inner Wheel e dalla sua presidentessa Pina Adamo, che si è svolto nell’Aula Magna del Consorzio universitario di Caltanissetta davanti agli studenti dell’istituto “L. Russo” di Caltanissetta.

A confrontarsi con i giovani allievi dell’istituto diretto da Maria Rita Basta, stimolando la loro coscienza e ascoltando le loro considerazioni e riflessioni, erano presenti delle donne che nella loro vita hanno saputo inseguire i loro sogni impegnandosi nello studio e nel lavoro e che, per merito, sono riuscite a raggiungere posizioni professionali che convenzionalmente sono occupate da uomini. Sono intervenute l’assessore alla cultura del Comune di Caltanissetta Marcella Natale, l’assessore regionale alla salute Giovanna Volo, la Presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Maria Grazia Vagliasindi, il Questore di Caltanissetta Pinuccia Albertina Agnello, la giornalista Fiorella Falci, la Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta Daniela Vullo, l’avvocato penalista Renata Accardi, il direttore dell’UEPE di Caltanissetta Rosanna Provenzano e la Presidente del centro antiviolenza “Galatea“ di Caltanissetta Valentina Matraxia.

Le relatrici e i relatori che si sono susseguiti durante la mattinata hanno sottolineato, secondo la loro esperienza e visione, come la Costituzione italiana, ritenuta “uno scritto considerato tra le carte costituzionali più belle al mondo”, è funzionale per poter tutelare tutti e consentire di raggiungere ciò che si desidera.

Lo stesso Meuccio Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione nel 1947 ha sottolineato che Questa Carta che stiamo per darci è, essa stessa, un inno di speranza e di fede. Infondato è ogni timore che sarà facilmente divelta, sommersa, e che sparirà presto. No; abbiamo la certezza che durerà a lungo, e forse non finirà mai, ma si verrà completando ed adattando alle esigenze dell’esperienza storica”.

Un lascito testamentario ancora attuale merito anche delle 21 donne che sono state fatte entrare nel gruppo di autorità selezionate per scrivere la carta costituzionale e che hanno saputo difendere il loro punto di vista a vantaggio di tutte le donne sradicando gli stereotipi culturali e lessicali.

Ciò che è emerso, alla fine del confronto, non è la supremazia di un genere sull’altro bensì il riconoscimento che le donne possiedono per natura la capacità di sviluppare abilità e competenze diverse rispetto agli uomini e questi talenti vanno valorizzati e sfruttati per il bene della società.

Se questo consiglio non lo avessero seguito anche le 21 donne che parteciparono all’assemblea costituente, grazie anche alla “spinta” sostenuta da Palmiro Togliatti, Alcide De Gasperi e Papa Pio XII, avremmo ancora una concezione dell’umanità declinata al maschile con un’inevitabile discriminazione alla base, minori diritti e tutele non soltanto per le donne ma per chi è difforme rispetto allo stereotipo vigente all’epoca della scrittura costituzionale.

Interessanti e molto apprezzati gli interventi degli studenti Alessia Di Natale, Gaia Ilardo, Giada Lunetta, Daniele Pastorello e Nicola Caldarella che hanno condotto un excursus sugli articoli 3, 29, 37 e 51, sulle madri costituenti raccontando il loro coraggio e determinazione a rompere un muro della discriminazione di genere e consegnare i diritti delle donne.

Guidati dalla referente scolastica del progetto Francesca Bennardo, dai docenti Cristina Guarneri ed Edoardo Vagginelli, gli allievi hanno approfondito alcuni articoli della costituzione, citato i nomi di tutte le madri costituenti e delineato la figura di Nilde Iotti, una donna che ancora oggi detiene il primato di Presidente della Camera rimanendo in carica più a lungo in assoluto nella storia della Repubblica Italiana, per ben 12 anni e 307 giorni.

In un contesto storico in cui l’Italia cercava di uscir fuori dal regime dittatoriale e scrivere la democrazia, le madri costituenti sono riuscite a difendere i diritti di tutte le donne gettando le basi per un’autonomia economica e sociale che fosse libera dalla dipendenza di un uomo e dall’ordine patriarcale.

“La democrazia è scomoda – ha concluso la giornalista Fiorella Falci – perché parte da differenze che devono essere comprese, accettate e superate utilizzando il linguaggio della non violenza e del dialogo costruttivo”. Ed è ancora oggi questa grinta che devono adottare le nuove generazioni per costruire una società più inclusiva e, di conseguenza, più libera. Questo, come ha voluto sottolineare il Questore Pinuccia Albertina Agnello, non è determinato dal genere sessuale maschile o femminile ma dalla “testa” cioè alla capacità di avere un’adeguata maturità culturale e sociale.

Studiare, dunque, e sognare di andare sempre più in alto perché, come ha sottolineato la Presidente della Corte d’Appello Maria Grazia Vagliasindi, con la meritocrazia anche in Italia si possono raggiungere gli obiettivi desiderati”.

“La carta costituzionale è un lascito testamentario, un’eredità che rappresenta la base per altre leggi che rimedieranno alcune lacune o si adatteranno ai nuovi contesti sociali e culturali – ha concluso la presidentessa Pina Adamo -. La parità di genere ancora non è stata raggiunta completamente. Le donne devono ancora lavorare per consentire che il loro talento sia riconosciuto e gli uomini devono impegnarsi affinché vengano rimossi questi ostacoli. Ringrazio tutte le relatrici che hanno offerto il loro prezioso contributo per questi giovani facendo capire loro che nella vita non devono cercare di omologarsi alla massa e cercare l’approvazione ma avere il coraggio di esprimere e rispettare la loro diversità. È questo il vero valore aggiunto lasciato in eredità dalle madri costituenti”.

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