Dal Vallone

Poeta di Mussomeli ospite a Ginevra recita la Divina commedia in siciliano tradotta da un altro mussomelese padre Domenico Canalella

MUSSOMELI. La cultura mussomelese spopola anche in Svizzera dove il poeta Giuseppe Palermo ha recitato a un uditorio attento e numeroso la Divina Commedia tradotta in siciliano da un altro mussomelese doc, il domenicano Padre Domenico Canalella.   Il professore Giuseppe Palermo, infatti, è stato ospite a Ginevra, ridente città svizzera, invitato da Vincenzo Bartolomeo, un altro mussomelese che pur vivendo oltralpe da un quasi mezzo secolo non hai mai tagliato le radici col proprio loco natio. Vincenzo Bartolomeo è presidente dell’ACAS, Associazione Culturale di Cittadini Siciliani residenti in Svizzera e insieme al Consiglio direttivo ha proposto e approvato la manifestazione culturale che si è tenuta nei giorni scorsi nella sala teatro Point-Favre à Chêne -Bourg. Nella sala, inoltre, è stata allestita la mostra Gianni Piazza, altro mussomelese, dedicata alle donne che hanno lasciato la loro impronta nel mondo, in ambito scientifico, matematico, letterario, nella libertà di pensiero, nella difesa dei diritti civili, nella difesa della vita. Il professore Giuseppe Palermo ha letto due cantici della Divina Commedia in siciliano. A conclusione il concerto del duo Bellamorèa.  Dice il prof Palermo: “Desidero doverosamente ringraziare Vincenzo Bartolomeo, Presidente dell’ACAS, per avermi invitato a partecipare alla Giornata dell’arte e della cultura Siciliana a Ginevra da lui organizzata, e per il grande calore con cui mi ha accolto e ospitato.  Ringrazio anche il simpaticissimo Carmelo Vaccaro, giornalista, scrittore, poeta a Ginevra, nonché direttore della SAIG, associazione che raggruppa e coordina diverse altre associazioni regionali italiane costituite in Svizzera.  Infine grazie a tutti i siciliani e gli italiani per avermi fatto dono del loro interesse e della loro simpatia, intervenuti al Teatro Salle Point Favre di Chêne-Bourg di Ginevra, dove ho avuto il grande privilegio di condivide il palco con i fantastici Bellamorèa che ci hanno dato tante emozioni col loro concerto.”    Si è rivelata insomma un’idea vincente organizzare la Giornata dell’Arte e Cultura Siciliana, presentata dall’Associazione ACAS con il patrocinio della Saig e del Comune di Chêne-Bourg, nei locali della Salle Point Favre, che ha visto la partecipazione di artisti e cultori della storia della Sicilia.   E il vulcanico presidente Vincenzo Bartolomeo promette di riproporre presto altri appuntamenti culturali e ricreative.   La Divina Commedia venne riscritta in vernacolo siciliano da padre Domenico Canalella e, a seguito di tale traduzione, il Ministero della Pubblica istruzione conferì al padre domenicano la medaglia d’oro  per la sua opera, qual edocumento linguistico della Sicilia interna. La traduzione, infatti, rispetta la struttura originaria in terzine e il numero dei versi dell’originale, facendone un’interessantissima opera sia sul piano lessicale che su quello linguistico”. Anche padre Beniamino Emmi, professore emerito della Pontificia università, scrisse all’autore, congratulandosi per la sua “riuscita traduzione siciliana della Divina Commedia”.   Tra le altre cose lasciate da padre Domenico Canalella, per altro si conserva anche la traduzione in siciliano dell’Odissea, del tutto inedita, fedele a quella in italiano del Pindemonte, composta da 24 canti di 500-700 versi ciascuno che sviluppano un totale di circa 12.000 versi, rigorosamente in sestine, a rime alternate i primi quattro versi e in rime baciate gli ultimi due. Ovviamente rispettando la metrica dell’endecasillabo. Nei suoi quaderni anche la traduzione in siciliano delle “Bucoliche” di Virgilio, l’autore dell’Eneide, vissuto ai tempi d’Augusto, che ispirò tale forme di poesia pastorale alle opere di Teocrito, un altro poeta di cui padre Canalella tradusse dei testi. L’opera di padre Domenico contempla anche la traduzione di una raccolta di salmi biblici che si cantavano durante le funzioni religiose, e poi scrisse canti, proverbi rimati, racconti, fiabe e poesie, alcune di queste pubblicate un quarto di secolo addietro in un volume di poeti mussomelesi dal titolo “Profumi di montagna”.  (Fonte: LA SICILIA  Roberto Mistretta)

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