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Teatro, la commedia musicale “ ‘A Vara Nova” conquista il Margherita di Caltanissetta

“Siamo impastati di odore di zolfo” dice nel monologo finale donna Carmela. E’ il teatro di riviviscenza, la riscoperta delle tradizioni dell’identità di un popolo. Il racconto dell’esegesi storica delle Vare, uno dei riti della Settimana Santa, messo in scena dal Teatro Stabile Nisseno per la regia di Francesco Miceli e Giovanni Speciale. E’ stato quanto di più garbato, approfondito e godibile si sia visto sulla narrazione del Giovedì Santo e la nascita della processione. Ottima la ricerca storica, e gradevole la contaminazione con le parti di fantasia firmate dai registi. “ ‘A Vara Nova” il titolo dello spettacolo rappresentato al Teatro Regina Margherita in una serata andata in sold aut. La direzione artistica del progetto di Giuseppe Speciale anche lui tra i protagonisti, un elegantissimo cavaliere Nocilla.

Una nota a parte meritano il disegno luci ed i costumi. La scelta della formula della commedia musicale ha alleggerito e reso ancor più gradevole un’ ora di spettacolo che in realtà sarebbe potuto durare anche di più. Una conferma la voce di Ilenia Giammusso che nell’overture della commedia ha cantato un motivetto il cui refrain resterà nella mente degli spettatori. Le musiche di Corrado Silitti hanno legato tutto. E’ cresciuto lo Stabile Nisseno con Ilaria Giammusso la protagonista femminile, donna Carmela misurata nella parte, che ha interpretato la voce narrante. Il vivaio della scuola di teatro comincia a dare buoni frutti, compriamaria non per ruolo quanto per qualità, la piccola, espressiva e dotata di grande presenza scenica Ilenia Amico. Si è riso e si è pianto assistendo allo sviluppo della storia. Appropriata la scelta narrativa dei quadri interrotti ogni volta dall’ingresso dalla platea di un nuovo personaggio, che ha raccontato la sua versione della storia, una cronaca fatta dai protagonisti. Dal cavalier Nocillla al farmacista Michele Alesso a Don Cinnirella personaggio a cui ha dato una caratterizzazione perfetta Raimondo Coniglio un parroco sui generis, amante della vita del vino della buona tavola ma anche profondamente devoto. Fu Don Cinnirella che applicò le molle alle Vare per simulare movimenti umani. Non dimenticata nella sceneggiatura anche la vicenda legata alla morte di Vincenzo Biangardi ancora ammantata di mistero.

E’ la città della seconda metà dell’800 dove tutto ruota attorno alla miniera che da pane e morte. La storia della tradizione della Settimana Santa è strettamente legata alle miniere di zolfo di Caltanissetta. I Biangardi, costruirono la loro prima Vara proprio in ricordo della tragedia del 12 Novembre 1881, quando per un crollo, morirono centinaia di operai nella miniera Gessolungo. Nel lungo applauso finale si è riscoperta una città che ama le sue tradizioni, che crede nella Settimana Santa. Una città che comunque si riscopre dal cuore grande e attenta agli altri. Il ricavato della serata è andato infatti in beneficenza a favore della mensa dei poveri di Santa Croce.

Lo spettacolo è stato inserito all’interno degli eventi della Settimana Santa di Caltanissetta. Leggi qui tutti gli appuntamenti culturali…

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