Primopiano

Caltanissetta, istituzioni e cittadini insieme in piazza per il Policlinico

Cittadini, studenti, istituzioni pubbliche, sindaci con le loro fasce tricolore, politici locali, regionali e nazionali sono scesi in piazza questa mattina per poter fare sentire la loro voce e chiedere al Governo Regionale e all’assessore Giovanna Volo presente all’evento, l’istituzione del Quarto Policlinico a Caltanissetta.

Una battaglia che vede un confronto diretto tra Enna – che ha rivendicato di recente il desiderio di esclusività del quarto polo – e Caltanissetta che, invece, ha già tutti i requisiti per poter accogliere il Policlinico.

Attorno alla fontana del Tritone, in una piazza Garibaldi gremita, sono stati tanti gli interventi che si sono susseguiti. Alcuni di tipo motivazionale, per incoraggiare la cittadinanza a continuare a lottare, altri più tecnici, per invitare i politici e gli amministratori pubblici a non arretrare e lasciare andare questa opportunità.

Il primo a prendere la parola è stato il Vescovo Mons. Mario Russotto che ha ribadito la posizione condivisa da tutti i presenti: la sede più adeguata per attivare un Policlinico non è Enna bensì Caltanissetta. La nostra città, infatti, ha un ospedale DEA di II livello, corsi di laurea in Medicina che dipendono dall’Ateneo di Palermo e una stretta sinergia anche con il territorio di Agrigento che sostiene la scelta di Caltanissetta come la più funzionale per tutto il Centro Sicilia.

“È bello vedere i giovani in piazza mobilitati, per la prima volta, per un obiettivo comune che promuova la valorizzazione del territorio e la sua crescita sociale, culturale, professionale ed economica”. Studenti delle scuole superiori che sognano un futuro nella propria terra senza dover necessariamente accettare di dover andare via. Ma anche studenti universitari che hanno già creduto nella città e che, vedendo la qualità dell’offerta e la capacità di crescita, desiderano proseguire la loro formazione professionale a Caltanissetta. E poi genitori, nonni, zii che non vogliono vedere, come unica soluzione, l’allontanamento dei loro cari in un’altra città in cerca di lavoro o di migliori opportunità di vita.

Un grido di allarme che, appunto, questa volta non spinge al “me ne vado” ma al “voglio restare” e la battaglia nasce anche dall’esigenza di evitare che i giovani vadano via condannando definitivamente Caltanissetta a diventare una “città ospizio”.

Questa mattina, senza bandiere di partito o di associazioni, senza desiderio di protagonismo o voglia di esibizionismo si sono presentati in tanti. Studenti ancora minorenni affiancati da cittadini che hanno chiuso le loro attività o chiesto un permesso a lavoro per poterci essere, per poter contribuire, anche solo con la presenza, a un importante appello per la “nostra città”. E il vero successo di questa mattina è stato proprio questo: quello di aver riunito tante persone dagli interessi diversificati ma con un unico intento: quello di far rivivere Caltanissetta senza rassegnarsi all’immobilismo.

“Non ci arrenderemo e quella di oggi è soltanto la prima fase di un progetto ambizioso ma realizzabile. Abbiamo già chiesto un incontro con il Presidente Schifani per poter esporre tutte le nostre argomentazioni, le argomentazioni di Caltanissetta e dei suoi abitanti. Dobbiamo restare coesi – hanno concluso gli organizzatori -, collaborare tutti insieme per trovare fatti e motivazioni utili alla causa e <<tirare la fune>> verso di noi perché solo così potremo vincere la partita e ottenere ciò che ci spetta. Caltanissetta ha i requisiti in regola e meritiamo di aver tutelati e garantiti i nostri diritti”.

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