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L’intervista con il Comandante provinciale GdF Gesuelli: “Da Panama a Caltanissetta a caccia di reati fiscali. Qua ho trovato personale eccezionale come in poche parti d’Italia”

Caltanissetta sembra essere diventata frontiera per frodi fiscali che si consumano all’estero. Questo quanto emerge da una chiacchierata con l’attuale comandante provinciale della Guardia di Finanza. Dopo nove anni a Panama, due attentati subiti, tra intrighi internazionali e spy story Stefano Gesuelli comandate della Guardia di Finanza è arrivato a Caltanissetta un anno fa. Ha 50 anni, parla cinque lingue ed insegna all’università discipline fiscali. Ha preso parte ad importanti operazioni di cooperazione internazionale. Inviato in Sicilia non solo per investigare sulle frodi fiscali, ma soprattutto dicono i ben informati, per mettere ordine in un comando provinciale che è stato attraversato dallo Tzunami dell’inchiesta Montante. 

E’ un bilancio positivo quello che traccia per il primo anno di permanenza in città.  Parla del suo impatto con il territorio, con la provincia, Gela che ha bisogno di attenzioni e cura. Lui cittadino del mondo, abituato anche ad operazioni sotto copertura. La maggior parte dei crimini finanziari commessi riguardano l’evasione dell’Iva ed i contatti  scoperti con paesi come la Romania. Parla delle fatturazioni inesistenti scoperte durante i controlli dei baschi verdi. “C’è un’attività molto rilevante che riguarda anche l’estero- afferma il colonnello Gesuelli- si tratta di dichiarazione fittizia di movimenti, la fatturazione di operazioni inesistenti, al fine di guadagnare su attività attestate in maniera fraudolenta.”

Ci sono dei collegamenti diretti tra Caltanissetta e numerosi paesi europei, una pista sulla quale si sta indagando. “Sono meccanismi che si basano sulla transnazionalità, meccanismi di pagamento e di rimborso dell’iva che avvengono tra i vari paesi europei. Abbiamo avuto contezza di rapporti con paesi dell’Europa dell’est e stiamo verificando in accordo con la magistratura nissena, sono anche i colleghi dall’estero che ci chiedono informazioni.” Non si esime alle domande sull’inchiesta Montante che ha coinvolto uomini delle fiamme gialle. “A Caltanissetta ho scoperto che c’è tanta voglia di cambiare, anche rispetto ad episodi recenti, una visione di come vadano fatte certe cose con una società civile che crede nella rigenerazione.” Sono tre gli ufficiali della guardia di finanza coinvolti nell’inchiesta Montante, due ancora sotto processo e uno assolto in secondo grado. “Ci sono ancora dei procedimenti in corso quindi sulla vicenda specifica non posso dire molto, quello che posso dire è che secondo me anche dalle crisi si creano opportunità e forse questa è la grande opportunità.

Analizzare  se ci sono stati degli errori, che cosa è stato fatto male e provare però non solo a chiudere un capitolo anche in maniera affrettata, ma che questa analisi porti allo sviluppo di un cambiamento. Da parte nostra se ci sono stati degli errori, la Guardia di Finanza su questo è abbastanza ferma non solo nel riprendere ma anche verificare al proprio interno che cosa è possibile cambiare in meglio da quella esperienza. Arrivato da un anno ho trovato un personale eccezionale, come francamente in poche parti d’Italia avevo trovato.”

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