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Famiglia. Sempre più divorzi in Italia e crescono consulenze legali

In Italia crescono i divorzi e con essi anche l’aumento di richieste di consulenza di avvocati divorzisti. Sul portale ProntoPro, che mette in contatto domanda e offerta di servizi professionali, si contano 7.000 richieste nei primi 10 mesi del 2022. Si tratterebbe dunque di un aumento pari al 25% tra il 2021 e il 2022, dopo che nel 2020 si era registrato un calo importante sia nelle separazioni che nei divorzi, “forse motivato dall’obbligo di lockdown che non permetteva le procedure di separazione in modo agevole e sereno, in un periodo già molto complesso”, è considerazione di ProntoPro.

Più in particolare nel 2022 il picco di richieste si è registrato nel mese di settembre con un vertiginoso aumento del 135% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il portale ha analizzato le informazioni raccolte nella fase di accesso al portale, per capire la modulazione delle separazioni e dei divorzi: a livello nazionale, nella top 5, la Lombardia è in testa (9,8% delle richieste), seguita dall’Emilia-Romagna (8,9%), dal Piemonte al pari con Friuli Venezia-Giulia (8%), infine il Lazio (7,2%).

Insomma, la tendenza italiana non sarebbe più quella di mantenere unita la famiglia “a tutti i costi”, e i lockdown delle prime fasi del Covid-19, che hanno obbligato alla convivenza forzata, hanno accentuato ancora di più il trend di separazione delle coppie, con o senza figli. I dati raccolti sul portale rivelano che due persone su tre chiedono una consulenza per avviare una separazione consensuale, solo uno su tre opta per la giudiziale; una persona su due ha un reddito pari o inferiore ai 15mila euro (che corrisponde a circa il 44,5% dei casi) e il nucleo familiare che richiede supporto è composto solitamente da 4 persone.

Dagli stessi dati risulta che una persona su cinque chiede servizi di supporto per i minori e il 64% delle coppie dichiara di non possedere immobili in comune.
“La maggior parte dei coniugi che arrivano alla separazione hanno un’età media compresa tra i 30 e i 45 anni e hanno alle spalle circa 5-10 anni di matrimonio, a seconda della loro età”, commenta Mauro Panettiere, avvocato esperto in Diritto della famiglia. Di questi, “una percentuale vicina al 60% si separa consensualmente, mentre il restante 40% procede per la via giudiziale, ovvero contenziosa.

Questo secondo tipo di procedura può avere un forte impatto emotivo sulla vita dei membri della famiglia, perché più lunga ed invasiva”. Inoltre, per il legale, nonostante negli anni una delle principali cause di separazione rimanga “il tradimento da parte di un coniuge a danno dell’altro, anche dimostrato da prove tangibili ed inequivocabili, si evidenzia una maggiore tendenza dei Tribunali a non pronunciarsi sulle cosiddette domande di addebito, o colpa della separazione, caldeggiando in ogni caso un accordo consensuale dei coniugi che possa scongiurare una annosa deriva giudiziale”.

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