Dal Vallone

Bianco “Calavò” nella nostra collina… (del prof.Salvatore Vaccaro)

In un volo d’aquila sulle vette, per non dire quasi perdute, che attraversano le straordinarie bianche delle colline e si vedano un nostro “Calavò”, su 899 metri di altezza, e così alto dell’altro monte di “San Vito” di 888 metri, ma, ormai, poco conosciuto da tanti mussomelesi. E questo “Calavò”, per definirlo il nuovo “Calabue” di 150 anni fa, si voleva significare un nome di qualcosa particolare? E forse si tratta del “Calat” del periodo arabo, dando il nome, sicuramente, di una “roccia fortificata” della natura e in quella piccola montagna ripida e pietrosa?! O, si cercava di adottare un “rifugio” in quei secoli di, almeno, mille anni fa? Chi lo sa! Pensando di quel poeta Carducci, vorrei ripetere un “sole CALAVA tra certi nuvolacci di pece” o “il falco CALAVA con ampi volteggiamenti”, riferendosi, pure, a un libro napoletano intitolato a “Quannu ce vo, ce vo!”. E non lo sapremo mai! Ma di questo “Calavò”, lì, in cima, c’è un pezzo di una “torre”, da cui si vede anche una foto dall’alto. Proprio di quelle grosse pietre arrotondate, come a ricordare in cui abbiamo parlato nell’articolo del “Cermano”. Da quella zona, noi possiamo dirigere verso il settentrionale della Sicilia, per pensare, così, anche a quel capo arabo o a un re dei normanni, guardandosi un “sistema difensivo” nonché comandarlo tutto il promontorio nella sommità della rupe nella grande lontana della “terra”. Anche “Calavà” di Gioiosa Marea in provincia di Messina, che assomiglia a quella del nostro paese, ha, pure, un pezzettino della sua “torre” nella costa settentrionale. E’ il punto più vicino al mare delle Isole Eolie. Come quello del nostro “torrione”, vi sono, nella sua altura, i pochi resti di quella parte “difensiva” dentro un sistema costiero del Regno di Sicilia. E la “Calavà” permetteva, da tanti secoli, la comunicazione tra le “torri” a ovest, come i tre delle Ciavole, del Castello di Brole e del monte di Capo d’Orlando; invece a est, come della Sciacca, di Tindari e Capo Milazzo. E’ interessantissima e troppo bella e fresca. Mentre il Capo Calavà non si può dimenticare. Soprattutto al suo Villaggio Turistico e senza trascurare alla Baia Calavà di Gioiosa Marea o in Residence oppure negli Hotel, nella Vacanze, nelle Spiagge o nel Lido in quella Sicilia , sempre, di “Calavà”. A Mussomeli non ci sono “residence” o di qualche “village”. Rimane solo il nome del Cozzo di “Calavò” di Girafi. Pochissimi sanno di quel tempo e di quella “torre”. Molti non guardano nemmeno da quella parte verso il Nord, anche nelle montagne Madonie oppure in quello del Mare Tirreno. Si vede tutto dall’alto ma quasi nessuno, spesso, se ne accorge, lassù, sulla cima, per non vedersi dentro quelle piccole grandi colline della nostra vicina e lontana “Sikanìa”… ( Salvatore Vaccaro)

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