Stadio Tomaselli. Il presidente della Nissa Sergio Iacona: “Vedere uno stadio pronto che non viene consegnato alla città è inaccettabile”

CALTANISSETTA. Comunicato del presidente Sergio Iacona in merito alla questione della mancata riapertura dello stadio Tomaselli.

“Fino, ad oggi – si legge – abbiamo tenuto un profilo basso perché è nostra volontà di non alimentare polemiche e perché vediamo tutti coloro che fanno sport a Caltanissetta come degli amici e degli alleati. Siamo stati in silenzio nonostante gli enormi costi sopportati a causa della indisponibilità del Tomaselli.

Adesso non è più possibile tacere, vedere uno stadio pronto che non viene consegnato alla città è francamente intollerabile e inaccettabile. Non capiamo la decisione dell’amministrazione di rimettere la questione nelle mani delle Federazioni Nazionali. Queste infatti si sono espresse e le regole sono chiarissime. Esse dicono che per avere l’omologazione per il calcio è indispensabile che le linee siano indelebili mentre per quella per il rugby è sufficiente la tracciatura delebile.

Ciò consente di affermare che si poteva e si può, in attesa di futuri sviluppi, convivere nello Stadio di Pian del Lago. E consente anche di guardare con grande sospetto sia all’atteggiamento pilatesco della Giunta Comunale che alle esternazioni polemiche della società di Rugby.

Alla città bisogna dire la verità: se la squadra di Rugby sarà ritirata sarà solo per volontà dei suoi proprietari perchè con la tracciatura delle linee delebili è possibile giocare. Sorge allora il sospetto che l’obiettivo sia diverso da quello della disputa regolare delle partite e consista nel desiderio di fare del Tomaselli un proprio feudo, cosa inammissibile per uno stadio, che è il quarto della Sicilia, nato con ben altri scopi.

E sorge il sospetto – ha concluso Iacona – che il temporeggiamento imbelle e dannoso della Giunta Comunale nasconda esclusivamente il timore di ripercussioni politiche che alterino gli equilibri attuali. Questo significherebbe privilegiare degli interessi di parte rispetto a quelli della collettività. Noi non staremo più a guardare e agiremo in ogni sede idonea a tutelare i nostri interessi”.

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