Caltanissetta. OMCEO: “L’Ematologia incontra il territorio: condivisione dei percorsi diagnostici-terapeutici”, conclusa 1^ giornata

CALTANISSETTA. Concluso il primo giorno dedicato all’ematologia nella sede dell’OMCeO di Caltanissetta. Il corso di aggiornamento “L’Ematologia incontra il territorio: condivisione dei percorsi diagnostici-terapeutici” proseguirà il 19 novembre con il secondo appuntamento in cui verranno affrontate altre tematiche legate all’ematologia come la leucemia, ma anche ad esempio il supporto domiciliare al paziente ematologico in epoca covid.

Una giornata intensa quella del 22 ottobre iniziata, dopo i saluti del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Caltanissetta Giovanni D’Ippolito e di Maria Enza Mitra, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia del Sant’Elia di Caltanissetta, con una relazione sul volontariato. “L’intervento di oggi ha l’obiettivo di parlare del ruolo del volontario che si pone tra il medico e il paziente, quindi tra la relazione di cura, proprio affinché questa relazione possa essere più forte, più utile e accompagnare il paziente in un percorso di cura già di per sé molto impegnativo”, racconta Claudia Lo Castro, psicologa psicoterapeuta Ail Palermo-Trapani.

Previsti nel corso della mattinata due workshop insieme ai medici Viviana Minardi e Calogero Volpe per parlare di linfocitosi e anemia, analizzando prima le cause extraematologiche per poi approfondire meglio le patologie. “Questa scelta di affrontare in due tempi gli argomenti deriva dal fatto che entrambe le patologie possono essere causate da molteplici cause, quindi soffermarsi solo sull’aspetto ematologico può essere limitativo, può chiudere alcuni aspetti diagnostici che invece possono essere fondamentali – spiega Viviana Minardi dirigente medico di Ematologia presso l’Unità Operativa Complessa di Ematologia del presidio ospedaliero nisseno Sant’Elia – Quindi noi desideriamo analizzarli ad ampio spettro, sia studiare l’elenco di cause extramatologiche, quindi quelle che sul territorio sono percentualmente più rappresentate, che interessano maggiormente il medico curante nella sua quotidianità. Quindi – aggiunge – grande spazio a quello che il medico curante ogni giorno si trova ad affrontare, per poi focalizzarci su quello che lo specialista può offrire come approfondimento diagnostico e terapeutico”.

Gli stessi medici di medicina generale sono stati coinvolti, alla tavola rotonda ha preso parte anche il medico Michele Diana. “Il primo anello della catena è senz’altro il medico di medicina generale che è a contatto stretto con il paziente e ne conosce il vissuto, la storia e da un punto di vista quindi di sintomi e segni è il primo a scontrarsi con una realtà patologica”, racconta il medico di medicina generale Diana. In merito alle patologie esaminate ha poi aggiunto: “il medico di medicina generale ha una parte rilevante nell’intercettare le terapie e anche con un pattern di esami, all’inizio molto semplici, discriminare tra esse e decidere quali pazienti inviare poi allo specialista per un approfondimento diagnostico”.

Lo scambio di informazione tra specialista e medico di medicina generale diventa dunque fondamentale così come sottolinea Maria Enza Mitra, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia del Sant’Elia Caltanissetta. “Scambiare continuamente quelle che sono le opinioni, l’aggiornamento, le necessità che ciascuna branca, in special modo la nostra, l’ematologia, che oggi va cronicizzandosi sempre di più, oggi le patologie grazie alla scienza, alla ricerca, alle nuove terapie, tendono a non essere più seguite in inpatient cioè in ospedale, ma sempre di più in outpatient quindi in regime di DH quindi day service e in regime ambulatoriale – e così conclude- quindi è molto importante e necessario che l’ematologia avvicini il territorio, il medico di base e soprattutto che scambi continuamente nozioni nell’interesse del paziente”. Il rapporto di collaborazione è importante anche secondo il Presidente dell’OMCeO nisseno Giovanni D’Ippolito.

“La sinergia tra professionisti deve essere assolutamente sostenuta ed incentivata per far sì che si conoscano le novità in campo terapeutico e diagnostico e allo stesso tempo per avere una visione più completa del quadro clinico – dichiara D’Ippolito – Ringrazio i medici dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia del presidio ospedaliero Sant’Elia per la disponibilità mostrata”

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