Italia Nostra Sicilia firma la “Carta di Troina – I domini collettivi per lo sviluppo locale: usi civici e beni comuni come risorsa”

Italia Nostra Sicilia, di cui è presidente Leandro Janni, ha firmato la “Carta di Troina – I domini collettivi per lo sviluppo locale”: usi civici e beni comuni come risorsa”.

In particolare, nel corso della sessione conclusiva dell’edizione 2022 della Special School Emilio Sereni sul tema “Paesaggi collettivi”, è stata elaborata la “Carta di Troina – I domini collettivi per lo sviluppo locale”: usi civici e beni comuni come risorsa”.  L’evento ha visto impegnati giuristi, urbanisti, pianificatori, antropologi e 38 studenti universitari e laureati provenienti da diverse regioni d’Italia da mercoledì 7 a sabato 9 settembre 2022, in relazioni, tavole rotonde e presentazione di libri.

Mentre i partecipanti a quest’edizione della Special School Emilio Sereni erano impegnati nell’elaborazione della Carta di Troina, nella sala Martino del Centro Congresso della Cittadella dell’Oasi, nel pomeriggio di sabato 9 settembre è giunta la notizia che erano stati innescati dei focolai d’incendio in otto punti distanti 300 metri l’uno dall’altro, in contrada Bracallà delle Foreste di Troina sui Nebrodi, appartenenti al demanio comunale e gestiti dall’Azienda speciale silvo-pastorale. Forestali e vigili del fuoco sono intervenuti con tempestività e in tarda serata hanno domato le fiamme. Un centinaio di ettari di bosco, comunque, è andato in fumo.

Promotori e partecipanti all’evento hanno espresso “la più convinta solidarietà all’Azienda speciale silvo-pastorale e al comune di Troina”. Di certo è assai sospetta, e sconcertante, la coincidenza degli incendi nei boschi di Troina mentre a Troina si discute di convertire usi civici e beni comuni in risorse per lo sviluppo locale.

Nella Carta di Troina c’è scritto che “i domini pubblici, ovvero le proprietà collettive in tutte le sue forme, possono essere strumenti da recuperare, attivare o riattivare per innescare processi di sviluppo locale, in particolare nelle aree interne e nella montagna, nell’ottica di un mutamento radicale del modello di sviluppo”.

Quanti condividono e sottoscrivono la Carta di Troina si assumono degli impegni precisi, descritti e riassunti in quattro punti. Innanzitutto “conoscere il territorio e il suo paesaggio, per individuare e riconoscere i domini collettivi esistenti o storicamente documentati al fine di costruire un registro georeferenziato accessibile a tutti attraverso i siti istituzionali”. Nel secondo punto è scritto di “reinterpretare il patrimonio collettivo, creando le condizioni perché gli usi storicizzati (agricolo, pascolo, legnatico ecc) e le sue espressioni culturali vengano mantenuti e ripristinati valorizzando la vocazione dei territori”.

Tutto ciò al fine di garantirne “l’uso intergenerazionale” e “promuovere azioni di rigenerazione dei suoli, salvaguardando in via prioritaria gli usi agro-silvo-pastorali”. Il terzo impegno consiste nel “promuovere gestioni partecipate delle proprietà collettive attraverso la costituzione di enti rappresentativi delle comunità interessate”. I sottoscrittori si assumono altresì l’impegno di “promuovere e comunicare il valore, le potenzialità e le opportunità di questi patrimoni collettivi nel quadro di uno sviluppo sostenibile integrato e attivare forme di sperimentazione, studi e ricerche per la rinascita dei territori marginali e riconoscerne le forme collettive di gestione”. 

I promotori della Carta di Troina chiederanno la sua sottoscrizione a Comuni, Regioni, Università, Associazioni e Organizzazioni no profit, studiosi e singole personalità. Il documento è già stato firmato dai Comuni di Caltagirone e Troina, da Italia Nostra Sicilia, dall’Istituto Alcide Cervi, da AssoCEA Messina e da tutti i partecipanti alla Special School Emilio Sereni.

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