La carica dei 30mila under 40 che tornano a lavorare in Sicilia

Per capire cos’ è Working – neologismo che definisce i lavoratori da remoto basta un numero: 30mila persone, per lo più under 40. Tanti nell’ultimo anno, secondo uno studio di Facile, sono tornati nell’Isola, perché possono lavorare a distanza, lontani dal caos e dai costi delle grandi città del Nord. Come se un capoluogo come Ennaf osse tornato in blocco in Sicilia, dove i borghi, spopolati dall’emigrazione, mettono su spazi che diventano stazioni di lavoro. 

“Grazie al lavoro da remoto vivo a Catania da luglio del 2020 ed è stata una scelta di qualità della vita, perché a Milano abitavo al pian terreno in un quartiere periferico con poche possibilità di andare a vivere da sola”. Riassume così – parlando con La Repubblica (ed. Palermo) – la sua scelta Vincenza Giglione, 31 anni, che a 19 aveva lasciato Camporeale, nel Palermitano, e poi ha girovagato tra Cambridge, Londra e Milano e che oggi lavora per un’azienda specializzato nella formazione per il settore bancario. 

“A Castelbuono abbiamo ideato una card che offre facilitazioni e servizi – dice Mirabile – ci sono 160 tesserati e 100 persone che hanno usufruito degli spazi: il grosso sono madoniti di ritorno e molti hanno progetti di lungo periodo, tra cui sposarsi e comprare casa, ma un 10 per cento viene dall’estero». 

Gongola il sindaco Mario Cicero: «Se tornano cento dei nostri giovani con posti prestigiosi in colossi bancari, Enel o Tim e anche in una municipalizzata milanese, il territorio non può che guadagnare, perché si riaprono appartamenti rimasti vuoti e guadagna l’indotto”.

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