Attualità

Caltanissetta, Antenna RAI: ai nisseni interessa la soluzione del problema?

Uno degli argomenti più discussi in queste settimane è quello relativo all’antenna RAI. Ho letto e seguito, sapendone poco ed essendo un cittadino che vuol capire, tutte le discussioni che si sono sviluppate in questi giorni sull’argomento, anche per capire meglio idee, proposte e prese di posizione. Le testate giornalistiche danno ampio spazio ai vari comitati, enti, associazioni , ma nessuno si è preso la briga di capire cosa ne pensano veramente i cittadini, anzi, ad onor del vero, il giornalista Michele Spena, presente in una recente trasmissione radiofonica, ha posto questa domanda “Ma i nissseni l’antenna la vogliono?”. Giusta domanda perchè, al netto degli “esperti” e delle loro valutazioni tecniche e pratiche, a pagarne il conto saremmo comunque noi. Per cercare di capirne qualcosa in più, ho ascoltato anche le ultime due trasmissioni radiofoniche di Tony Accesi, che in una puntata aveva come ospiti il Dott. Mancuso del “Comitato Parco Antenna Rai”, il giornalista Michele Spena e l’ex assessore Milazzo che propose l’acquisto dell’area ai tempi della sindacatura Campisi, discussione nata dopo che era stata avanzata dal comitato la richiesta di affidamento dell’antenna. Si è parlato a lungo, ma poco o nulla di nuovo venne fuori, se non quello già noto, anche perchè non si capisce bene, particolare non irrilevante, chi e come pagherebbe le spese di ristrutturazione e manutenzione. In un’altra puntata, stavolta erano presenti Ivo Cigna di Legambiente, che in settimana, con un comunicato congiunto con il WWF,
https://www.ilfattonisseno.it/2021/10/caltanissetta-sentenza-antenna-rai-legambiente-e-wwf-siamo-arrabbiati-ma-non-ci-arrenderemo/, si sono un po’ arrabbiati, assente per problemi di ricezione telefonica il Sindaco Gambino, presente l’ex assessore Milazzo, che tutto sa sull’antenna e che ripete che su questo tema si fanno spesso chiacchiere inutili e grottesche, si parla e si parla, tutti dichiarano amore, ma nessuno fa nulla di concreto, “non inganniamo la città” ed aggiunge che teoricamente domani la RAI può abbatterla.


Come dicevo all’inizio parlano tutti ma nessuno chiede ai cittadini che ne pensano. Essendo un frequentatore dei social, ho fatto un giro per cercare di capire umori e sentimenti, leggendo pareri diversi e discordanti. Alcuni ne fanno un problema identitario, qualcuno si spinge nel dire che “quando rientro in città, dopo un periodo di assenza, e vedo l’antenna mi sento a casa”, ad altri invece non ne frega nulla, per altri è pericolosa, e poi ci sono quelli che temono un elevato costo per la collettività senza un effettivo ritorno. Ma, al di là dei pro e dei contro, un fatto è certo, prima o poi bisognerà fare delle scelte e prendere delle decisioni importanti anche perchè il tutto non è gratis così come si racconta, anche se pare che la presenza di un ripetitore faccia introitare circa 40.000,00€ l’anno, forse pochi o non sufficienti per mantenere il tutto. Si leggono tante idee ed iniziative, alcuni anche fantasiose. C’è chi vuol farla diventare una specie di Torre Eiffel, che da usare per fare parapendio, chi per farne un museo delle telecomunicazioni con annesso parco, qualcuno addirittura la vorrebbe vedere lottizzata, ma c’è anche chi ci vedrebbe un bel campo da golf con annessa area attrezzata, insomma c’è di tutto e di più. Nella serata di domenica poi anche un l’intervento del Tecnopolo AEHSIM (https://www.ilfattonisseno.it/2021/10/antenna-rai-tecnopolo-aehsim-dalle-aree-interne-della-sicilia-un-progetto-per-la-trasformazione-ecologica-e-bio-industriale-per-il-distretto-mediterraneo/)


Pur apprezzando l’interesse, la fantasia e la voglia di mantenere in piedi l’antenna, i cittadini vorrebbero innanzitutto capire se i progetti, chiaramente quelli “assinziati”, possano essere realizzati, a che prezzo, chi paga e che tipo di ricaduta o vantaggio ne avrebbe l’intera collettività, gli “amarcord” francamente non possiamo permetterceli. Perchè al netto delle belle discussioni sentite, di chiaro, certo è fattibile nel breve sembra esserci ben poco. La discussione si interrompe, o almeno rallenta, quando c’è da capire, visto che ci sono tanti enti ed associazioni interessati, chi deve fare cosa e quando, prima che RAI la butti giù, ma soprattutto chi PAGA ? Non vorrei che come al solito pagasse sempre Pantalone; come non vorrei che alla fine ci dovessimo ritrovarci con un’antenna da dover mantenere, senza che ciò porti ad un qualcosa di utile alla città ed ai suoi cittadini, i ricordi, le rievocazioni, la nostalgica, la storia del passato vanno bene e se possibile mantenuti, ma tutto ha un limite, evitiamo di replicare altri esempi, come musei, con una decina di visitatori l’anno, che costano alla Regione una marea di soldi, anche se questo non si può dire per non essere accusati di essere ignoranti. Cultura si, ma in maniera intelligente, pratica e con progetti concreti. Investire per creare qualcosa che dia reali e concrete possibilità di sviluppo alla città va benissimo, ma si eviti di creare una cattedrale nel deserto per il piacere di qualcuno o per una bella vista panoramica. Se proprio si vuole investire, lo si faccia anche su altre strutture, magari più fruibili alla collettività, anche se con minore spessore culturale, come ad esempio su un parco acquatico ormai abbandonato da anni(semplice esempio). Siamo certi che i tanti progetti letti e sentiti, finanziabili solo con soldi pubblici…così mi par di capire, non rischino anche di creare costosi carrozzoni, con annessi consigli di amministrazione, magari dove entrerebbe pure la politica, con dipendenti etc etc, ?

Sia chiaro non voglio con questo buttare giù l’antenna o criticare le varie iniziative. E’ sicuramente un bene che va salvaguardato e mi auguro che si possa realmente salvare l’antenna creando però un qualcosa di realmente utile per la città, creando un’attrazione turistica con tutto il suo indotto. Ma, per non rimare delusi, bisogna stare con i piedi per terra ed aprire bene gli occhi. Da cittadino, che vive in una città con tante problematiche, alcune molto più serie ed importanti, non posso che augurarmi che la città sappia sfruttare questo potenziale, come anche le miniere, di cui ogni tanto si parla, ma che mai si concretizza qualcosa, e tanto altro ancora. Il tutto per il rilancio del nostro territorio che vede giornalmente perdere cittadini in fuga per trovare altrove un posto di lavoro o un riconoscimento dei propri meriti e capacità.
Ad Maiora

Condividi