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Rassegna Stampa. Tomasella risponde sui “finanziamenti non richiesti” per Caltanissetta

L’esclusione del Comune di Caltanissetta dai finanziamenti recentemente concessi dal Ministrero delle Infrastrutture a seguito del bando “Programma innovativo per la qualità dell’abitare” (“Pinqua”) ha indotto il gruppo consiliare di “Caltanissetta Protagonista” a chiedere conto della mancata adesione al bando e alla mancata presentazione di progetti.

Ciò ha anche generato il rilievo dei segretari generali del Sunia e dalla Cgil Sicilia (Giusy Milazzo e Alfio Mannino) i quali hanno evidenziato che «tutti i capoluoghi tranne Caltanissetta hanno avuto approvata almeno una proposta progettuale, compresi – tra i Comuni con oltre 60.000 abitanti – Marsala e Gela». A queste critiche però ieri il dirigente della Direzione II Giuseppe Tomasella ha voluto replicare soprattutto per spiegare i motivi per i quali il Comune di Caltanissetta non ha presentato progetti né richiesto finanziamenti.

«Quando nel settembre dello scorso anno il Ministero delle Infrastrutture ha emanato un avviso per l’acquisizione di proposte finalizzate alla erogazione di finanziamenti per l’attuazione del “Pinqua” – ricorda l’ing. Tomasella – lo abbiamo attenzionato come facciamo con tutti i decreti che prevedono richieste di finanziamenti, e abbiamo verificato quali erano le condizioni per l’ammissione al bando. Tra queste, e ricordo soltanto una che è la principale, che la richiesta doveva riguardare progetti di riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale e all’incremento dello stesso.

Il “Pinqua” promuove quindi progetti di rigenerazione di ambiti urbani specificatamente individuati, e soprattutto la riqualificazione e la riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale e al suo incremento. Non si trattava quindi di finanziamenti finalizzati alla riqualificazione di aree pubbliche ma soprattutto di edilizia abitativa e di tutto quello che ci può essere attorno ad esse (spazi pubblici, palestre, scuole, centro culturali). Accertato ciò, abbiamo verificato che nel patrimonio comunale non abbiamo alloggi di edilizia abitativa sociale oltre i dieci alloggi che stiamo realizzando nel quartiere Provvidenza con il progettopilota finanziato con 3 milioni di euro».

Ma il Comune ha fatto qualcosa per superare i vincoli indicati nel bando? «Assolutamente sì – aggiunge l’ing. Tomasella – infatti non ci siamo rassegnati ed abbiamo chiesto al Ministero delle Infrastrutture se potevamo fare un accordo con l’Iacp che prevedesse la disponibilità di alloggi Iacp mentre il nostro Comune avrebbe potuto realizzare le infrastrutture. Più espressamente abbiamo chiesto se “per dimostrare la disponibilità dell’immobile su cui si intende intervenire è sufficiente l’approvazione del vincolo preordinato all’esproprio oppure un contratto preliminare di vendita, o ancora una dichiarazione che si sarebbe proceduto all’acquisizione una volta ottenuto il finanziamento”.

La risposta è stata che al momento della richiesta di finanziamento ci doveva essere la piena disponibilità del soggetto richiedente della proprietà o del diritto reale di godimento, superficie, usufrutto, comodato, uso, concessione, in uso gratuito e perpetuo, anche sotto forma di opzione o promessa di acquisto. La condizione quindi era che noi dovevamo avere un diritto sull’immobile. Ecco il reale motivo tecnico per cui non abbiamo potuto avanzare richiesta di finanziamento»

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