SAN CATALDO. Riceviamo e pubblichiamo nota del già sindaco Giampiero Modaffari in merito alla vicenda legata allo scioglimento della Giunta e del consiglio comunale in merito all’avvenuto scioglimento del comune di San Cataldo per infiltrazioni mafiose.
“Successivamente alle note vicende che hanno riguardato la Città di San Cataldo ed a seguito dei percorsi giudiziari intrapresi e conclusi, mi ero ripromesso di non commentare alcuna decisione o qualsivoglia provocazione scagliata ad arte da qualche addetto ai lavori.
Personalmente io e la mia Giunta riteniamo che chi malvagiamente ha orchestrato tutto ciò ha finito per avere rivolto a sé stesso tutta la montagna di fango che inizialmente aveva riversato in primis sulla Città di San Cataldo ed in secundis sulla mia persona e su quella degli Assessori della Giunta Modaffari.
Chi ha orchestrato il tutto aveva già in mente il finale (lo scioglimento e l’incandidabilità per due turni del Sindaco e degli Assessori) ed ha fatto di tutto per costruirne la trama. Pur di screditare e delegittimare la figura del Sindaco si è fatto ricorso a tutto, anche alla ricerca di parentele poco affidabili (come se fosse una colpa), si è persino contestata la presenza in lista di concittadini con parenti “controindicati” ma che nessuno ha mai giudicato incandidabili. Si è cercato di infilare la mafia ovunque, ma la mafia non è stata trovata da nessuna parte, almeno così riportano le risultanze di tutti i processi ad oggi esperiti!
Intanto San Cataldo è ormai catalogata quale Città Mafiosa! Con Amministrazione e Consiglio sciolti per questa ragione, ma Sindaco e Assessori candidabili “per non aver commesso il fatto”, anzi: come vedrete, avendo operato in direzione contraria alle accuse che hanno portato allo scioglimento!
A me ed agli ex Assessori, al di là della montagna di inesattezze, imprecisioni, ricostruzioni fantasiose, artatamente scritte da chi ha predisposto l’indagine, è bastato leggere le motivazioni che ben tre Corti (Tribunale Civile e Corte di Appello di Caltanissetta nonché la Suprema Corte di Cassazione) hanno voluto ribadire per sconfessare la ricostruzione fattuale del Ministero dell’Interno e che in sintesi si riportano:
Tribunale di Caltanissetta:
Corte di Appello di Caltanissetta:
Suprema Corte di Cassazione:
Questa è la storia e questi sono gli atti, centinaia e migliaia di documenti prodotti in un quinquennio, decine e decine di faldoni strapieni di segnalazioni, proposte, solleciti, direttive, tutti a disposizione della intera collettività. E che mi riservo presto o tardi di comunicare in un incontro pubblico.
Fatta tale premessa, mi è d’obbligo, al fine di salvaguardare ancora una volta la mia dignità di cittadino e di ex Sindaco della Città, smentire categoricamente quanto riportato in un articolo della stampa locale di qualche giorno fa, in cui un oscuro ex consigliere comunale, che non cito perché gli darei troppa visibilità, distintosi per aver prodotto il nulla durante i suoi innumerevoli mandati elettorali (e che aveva, nell’ultimo, il solo scopo di danneggiarmi), ha cercato di apportare discredito e delegittimazione alla mia persona.
Scrive: “…che sapere che l’ex Sindaco era tra i morosi dei tributi locali gli fa provare sdegno!”.
È chiaro a tutti che chi pronuncia queste parole dimostra di non comprendere che differenza esiste tra ciò che viene scritto e riportato in una indagine e ciò che è la realtà e la verità processuale dei fatti, come ampiamente confutato nella vicenda in questione e ribadito nelle diverse sentenze che hanno integralmente riabilitato la ex Giunta e sconfessato quanto al riguardo riportato in una pseudo indagine.
Sulla questione della presunta omissione della TARSU da parte dello scrivente è la stessa Corte di Appello di Caltanissetta a sconfessare tale circostanza, ribadendo che nulla è imputabile allo stesso Sindaco. Le motivazioni le riporto in sintesi in appresso, mentre tutti gli atti mi riservo di renderli pubblici attraverso i noti social network.
La questione riguarda un immobile di cui lo scrivente è comproprietario al 25%. Immobile che con provvedimento di annullamento n° 70 del 08/01/2007 aveva ottenuto da parte dell’ufficio tributi un formale riconoscimento di esonero dal pagamento della TARSU, tenendo conto del regolamento che disciplina tale tributo (Immobile non in grado di produrre rifiuti).
Tuttavia, con l’avviso di accertamento TARSU n° 4905 del 15/11/2016 – prot. n° 27179 del 15/11/2016 – l’ufficio tributi è ritornato a richiedere il pagamento della TARSU per lo stesso immobile beneficiario del provvedimento di annullamento n° 70 del 08/01/2007.
Considerato che si trattava dello stesso immobile che di già godeva l’esenzione, con nota prot. n° 472 del 18/01/2017, nella qualità di cittadino ho formalmente richiesto agli uffici l’annullamento in autotutela di tale avviso bonario, allegando alla richiesta il verbale di annullamento, redatto in data 18/06/2007, dallo stesso funzionario che adesso richiedeva nuovamente il pagamento.
In tale richiesta di annullamento in autotutela tra l’altro veniva riportato quanto di seguito: “…alla luce delle superiori considerazioni, essendo rimaste immutate le condizioni oggettive rispetto al 2007, valendo il principio che non si può indurre in errore il contribuente per eventuale mutabilità dei convincimenti del funzionario delegato, si chiede l’annullamento dell’avviso TARSU prot. 4905 del 15/11/2016…”.
Tale ultima richiesta veniva respinta.
Mi sono, così, premurato di provvedere all’immediato pagamento per l’anno 2013 (anno a cui si riferisce l’avviso n° 4905 del 15/11/2016), così come ho provveduto puntualmente al pagamento per gli anni 2017-2018, successivi al rigetto della richiesta di annullamento in autotutela. Questa, dunque, la corretta sequenza fattuale, che dimostra come non vi sia alcuna morosità, ma piuttosto una normale interlocuzione tra contribuente ed Amministrazione.
Ogni qualvolta l’Amministrazione ha inviato un pagamento per tributi locali, il cittadino Modaffari ha prontamente provveduto, con buona pace delle illazioni di chi non pensa di non avere altri modi per emergere, se non quello di darmi contro anche a dispetto della verità, disseminando menzogne e mostrando, per l’ennesima volta, di essere disinformato e con le idee confuse. Difficile pensare che ci sia qualcuno che creda nelle parole vuote dello stesso.
Per completezza di informazione, preciso che lo scrivente, pur essendo padre di due figlie studentesse fuori sede, non ha mai fatto richiesta di riduzione dell’importo della bolletta TARI 2018 nella porzione relativa alla parte variabile dei componenti del nucleo familiare, pagando integralmente quando avrebbe potuto essere ridotto! Tanto si doveva per il rispristino della verità.
Infine, credo che chi ha buttato nel fango la città e di cui tutti conoscono cognome e nome, storia e parte politica, sbaglia se ritiene che i Sancataldesi dimentichino quello che è stato fatto. Invece di cercare prestanomi per le prossime consultazioni, abbia il coraggio di candidarsi direttamente, in modo che i cittadini si possano esprimere su di lui e il suo operato”.
GIAMPIERO MODAFFARI