Cronaca

Mafia, Caltanissetta: depistaggio Borsellino, “no suggerimenti a Scarantino”

“Nel corso dell’interrogatorio reso da Scarantino il 24 giugno 1994, mentre era detenuto al carcere di Pianosa, non gli e’ stato suggerito nulla. Inoltre non si allontano’ mai dalla stanza”. E’ quanto ha affermato Gaspare Giacalone, sostituto commissario di polizia in servizio alla questura di Trapani, deponendo al processo sul depistaggio delle indagini successive alla strage di via d’Amelio che si celebra a Caltanissetta nei confronti di tre poliziotti accusati di calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa nostra.

Il teste si e’ soffermato in particolare sull’interrogatorio reso quel giorno da Scarantino al magistrato Ilda Boccassini. Con quell’interrogatorio, secondo Giacalone, iniziava la collaborazione volontaria dell’ex picciotto della Guadagna con la giustizia, collaborazione che si sarebbe rivelata falsa e che avrebbe portato all’inizio del depistaggio delle indagini su via d’Amelio. Giacalone ha riferito che il suo compito era quello di redigere il verbale.

C’era anche l’ex capo della mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera. Scarantino inizio’ l’interrogatorio, parlando di droga e facendo il nome di un noto politico italiano. “La dottoressa Ilda Boccassini – ha sottolineato il teste rispondendo alle domande dell’avvocato Giuseppe Panepinto – si arrabbio’ moltissimo e disse che se cominciava cosi’ l’interrogatorio non si poteva fare. La Barbera era seduto su un divano distante da noi”. 

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