salute

Covid, coprifuoco. Psichiatra: “Giusta la gradualità, abbiamo memoria corta”

“Indipendentemente dal pressing sociale, dobbiamo avere il consueto atteggiamento prudenziale, perche’ la situazione e’ ancora complessa e presuppone che tutte le misure siano mantenute ancora”. Claudio Mencacci, psichiatra e presidente della Societa’ italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf), condivide pienamente le misure varate dal governo per il riavvio graduale di tutte le attivita’ del Paese. Intervistato dall’Agenzia Dire, lo psichiatra esorta al realismo e alla gradualita’: “Pur mantenendo un atteggiamento propositivo, costruttivo, una visione piu’ serena del futuro, dobbiamo sapere cosa ci aspetta, perche’ se questo non venisse fatto riprecipiteremmo nelle stesse condizioni in cui ci siamo ritrovati lo scorso autunno, con una seconda e terza ondata che sono state peggiori della prima. I numeri- tiene a ricordare- sono davvero alti, per cui tutto questo pressing non va bene, bisogna imparare ad essere graduali.

Le illusioni e le disillusioni- prosegue Mencacci- non fanno parte della logica scientifica e quest’ultima ci dice due cose. La prima e’ che per ogni riapertura e risocializzazione dobbiamo essere graduali per evitare l’effetto ‘tappo di champagne'”.

A questo proposito, lo psichiatra ammonisce: “Dall’sperienza dello scorso anno abbiamo constatato che siamo una nazione la cui memoria somiglia a quella dei pesci rossi, cioe’ una memoria di quello che e’ accaduto veramente inesistente”. La seconda cosa che la logica scientifica ci dice, aggiunge il presidente Sinpf, e’ che “tutto fa prevedere che, pur sperando che le cose vadano bene, il prossimo autunno non ci fa stare tranquilli e non possiamo pensare che per allora avremo messo via questa esperienza. Questo sta gia’ nel conto delle cose indipendentemente dalla campagna vaccinale”.

Dunque, “aperture si’, ma con un senso di rispetto per il terremoto che ogni giorno sviluppiamo, perche’ ricordiamoci- avverte- che 300 morti al giorno sono molti e non possiamo assuefarci a questo”. Guardando al futuro, Mencacci fa poi una riflessione relativa alla nuova socialita’ che si costruira’. “In futuro, l’ipersocializzazione non potra’ piu’ avere lo spazio che ha avuto in passato. Bisognera’ trovare nuove modalita’ anche di stare insieme, di vivere il collettivo perche’ e’ cambiato il paradigma.

Dobbiamo tenere bene a mente quello che ha detto anche il presidente del Consiglio- sottolinea lo psichiatra- a proposito del fatto che il Covid-19 e’ solo uno dei virus. Qui non ci sono la fronda dei pessimisti e quella degli aperturisti. Per ripensare il futuro ci vuole un pensiero lungo e complesso. Queste facili soluzioni sono un pericolo perche’ illudere e disilludere le persone e’ pericoloso- conclude- come si vede poi da alcune reazioni collettive che fanno paura”

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