il Fatto dei Piccoli

C’era una volta… la Settimana Santa e i figghiamari del Cristo Nero

C’era una volta…
Un figghiamaro!

Come tutti i figghiamari non aveva un proprio orticello, ma girava ogni giorno per le campagne e per le strade a raccogliere quello che la natura spontaneamente offre: cicuriedda, finocchiettu, mazzareddi, asparaggi sarvatici…

Aveva con sé un coltellino e un sacco di stoffa dove raccoglierle… poi sarebbe andato al mercato “Strata Fogghia” per venderle e guadagnarsi un pezzo di pane…

Il sole era alto nel cielo, faceva molto caldo. Era arrivata la Primavera, e si sa, quando la primavera decide di arrivare d’improvviso, ci coglie tutti impreparati e di sorpresa.

Era la primavera di molti  e molti secoli fa…quando? Non si sa.

Camminando camminando il nostro figghiamaro era arrivato sul monte Sabucina. Lì c’era una piccola grotta dalla quale usciva una luce. “Chissà chi ci sarà lì? Probabilmente qualche poveretto che sta dormendo e si è acceso un lume per la notte…”

Non appena entrò nella grotta, il buon Figghiamaru rimase di stucco! Nelle pareti di pietra giallastra c’era appeso un piccolo crocifisso, e la pelle di Gesù era dipinta di colore nero! Davanti a questo crocifisso, piccolino, c’erano due ceri accesi.

Il figghiamaro prese il crocifisso e lo portò in città.

Qualcuno racconta che più volte provarono a dipingerlo, ma lui ritornava sempre nero…

Tutta questa storia è molto antica, e non sappiamo se sia vera: è una leggenda!
E si sa, le leggende hanno ogni tanto un briciolo di fantasia…

Ma c’è una grande, grandissima verità: tutti gli abitanti di Caltanissetta, sin dai secoli più remoti, hanno tanto voluto bene a quel piccolo crocifisso di colore nero. Sai come lo chiamano? “Il Signore della città!”

Ogni anno, il Venerdì Santo, quel piccolo crocifisso viene messo sotto una grande corona d’oro….indovina un po’ da chi? Proprio dai figghiamari!

Il piccolo crocifisso, nel silenzio della sera più triste dell’anno, gira tutte le strade, scortato dalla Maestranza e dai Ladatori: i figghiamari, infatti, sono custodi ed eredi di una antichissima tradizione, un canto, che sembra proprio un “lamento”, in dialetto siciliano… sembra che piangono ma in realtà cantano, sembra che gridano ma in realtà si lamentano. Perché oggi, il Venerdì Santo, è un giorno davvero triste.

Tantissimi sono a piedi scalzi per devozione. Tante le candele accese. 
Tanti i sogni, le speranze, le preghiere verso quel piccolo crocifisso.
Piccolo…
E si sa che spesso le cose piccole sono le più importanti!

Finisce qui, mio piccolo lettore, questo racconto a puntate sulla nostra Settimana Santa!

Hai visto che grande tesoro abbiamo? Un tesoro grande, non solo fatto di statue, bande e fiori, ma fatto soprattutto di EMOZIONI: gioia, dolore, rabbia, ricordo, nostalgia…

Hai visto quanti colori abbiamo scoperto? Ci sono proprio tutti!
Il nero del Cristo del Venerdì Santo.
Il bianco delle bandiere della Real Maestranza.
Il Rosso del Vestito di Gesù su vare e varicedde.
Il viola sulla madonna addolorata.
Il dorato nell’urna.
Il giallo della mimosa fresca appena raccolta sulla Barca della Domenica delle Palme.
E poi il verde, il marrone, il blu, il senape, l’indaco… ci sono davvero tutti!

Ma adesso tocca a te! Tocca a te appassionarti a questa bellissima favola…che è una realtà per la nostra città ed ha bisogno di tutti i bambini per andare avanti!

Perché questa storia appartiene a tutti! Anche a te!
Ed è una storia che…continua!

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