Le Tessere e il Mosaico

Le Tessere e il Mosaico: I giorni dei misteri della salvezza

Don Salvatore Callari

Mi fa piacere fare la riflessione di questo giorno sulla considerazione dei misteri più angusti della nostra salvezza e della nostra religione. Vorrei sostare, con animo semplice e devoto, sulla grande settimana dell’anno liturgico: Settimana Santa: Settimana speciale, detta Santa perché in questi giorni si compiono gli eventi più drammatici e gloriosi della vita di Cristo: eventi che sono il compendio di tutto quello che Gesù ha annunciato e che ora giunge a compimento. Lo abbiamo scritto qualche domenica fa, è la realizzazione del mistero della salvezza.

La settimana santa si apre con il giorno delle Palme che fa gioiosa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Dispongo il mio spirito con l’animo fanciullo o del cristiano autentico a rivivere il giorno delle Palme e poi quelli di Giovedì, Venerdì e Domenica di Pasqua. Il modo più bello per fare memoria senza recriminazioni o censura o lamenti. Noi vogliamo guardare gli aspetti positivi, che sono “la Storia” e la “viva attualità”, quella che possiamo o dobbiamo rivivere nell’intimo del nostro spirito cristiano. Certo non possiamo trascurare un rilievo che purtroppo potrebbe condizionare tutto senza alcun frutto spirituale. La nostra sensibilità è alquanto logorata dalla tradizione ma noi rinnoviamo i sentimenti di fede e gratitudine che rendono vivi nel nostro cuore “questa mirabile memoria”. Le Palme che ci fanno esplodere in esultanza perché Gesù accetta di essere “umilmente glorificato” in un tripudio di canti e agitar di palme e di ulivo per i tre giorni, nei quali Gesù porta a compimento il mistero della salvezza. Tutti e tre i giorni “Giovedì, Venerdì e Domenica” sono parte di un “unico evento”. La Redenzione, il grande unico mistero per il quale Gesù è venuto al mondo. La chiesa accomunandoli li chiama il “Mistero Pasquale”. La cena. Tante sono le pagine del Vangelo dalle quali si sprigiona grande suggestione, ma in maniera indiscutibile è quella che trascrive la “Cena”. Nel Cenacolo aleggia un’aria gravida di mistico incantamento nella gioiosità della festa, che viene turbata dall’azione più infame, il più vile e odioso tradimento: “uno di voi mi tradirà”. E i secoli si sono macchiati di orrore. Gesù risponde con divina misericordia: “prendete e bevete…”. Noi possiamo gustare questo dono nella semplicità del cuore che dovrebbe sussultare ogni volta che riviviamo questo dramma, questo mistero, questo ineffabile dono: la celebrazione eucaristica. Il Venerdì, ci porta nel fondo dell’abisso del mistero. Gesù desiderava vivere questo momento che pur sapeva essere così doloroso. Solo il capovolgimento degli eventi “risana” le ferite e nella gloria della vita nuova Gesù diventa e resta per sempre il Vivente, in mezzo a noi, dentro di noi, sorgente di grazia e di salvezza.

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