Missiva della Giunta Ruvolo, a firma dell’ex sindaco e degli assessori Grazia Riggi, Felice Dierna, Giuseppe Tumminelli, Pasquale Tornatore
e Giovanni Guarino, sull’annosa questione della liquidazione del debito Ato. Vicenda che si trascina da anni con un susseguirsi di capovolgimenti e accertamenti che aumentano la confusione dei nisseni. L’ex Giunta Ruvolo sottolinea “Restiamo convinti che gravare la cifra considerevole di 11 milioni di euro sull’intera collettività, inizialmente accantonate con saggezza e lo spirito del buon padre di famiglia dalle Amministrazioni precedenti nel caso di verifica certa di una condizione debitoria, senza spiegare come si sia arrivati ad accettare l’accollo di un debito così consistente, sia quanto di meno trasparente ci si possa aspettare da un Movimento nato per aprire i Palazzi come scatole di tonno”.
Di seguito il contenuto integrale della lettera.
In una recente trasmissione domenicale di una radio locale, il Sindaco Roberto Gambino ha fatto delle dichiarazioni circa il riconoscimento del debito ATO che non hanno affatto chiarito la complessa vicenda ma che continuano a lasciare molti punti per cui si necessita di ulteriori approfondimenti. Non entriamo nel merito delle scelte politiche che hanno guidato le decisioni del Sindaco, della Giunta e di tutta la maggioranza caratterizzata dai colori politici del M5S, anche perché sono in antitesi rispetto alle nostre scelte che erano fortemente orientate a difendere gli interessi della Città rispetto alle richieste dell’ATO per una presunta situazione debitoria che fu valutata intorno ai 15 milioni di euro.
Ovviamente non possiamo entrare nel merito delle motivazioni che ci hanno spinto a capire la reale situazione debitoria del Comune di Caltanissetta, perché tali motivazioni sono ben espresse nella Due Diligence redatta dal Prof. Stagno d’Alcontres, luminare in ambito nazionale ed internazionale del diritto societario, che ancora oggi ci risulta essere secretata, nonostante sia stata derubricata a semplice parere tecnico da parte del Sindaco e del suo assessore Camizzi. Per ulteriore chiarezza, però, ci preme chiarire alcuni aspetti che di seguito intendiamo sottolineare:
- Il Sindaco Gambino ribadisce che la Due Diligence è un semplice parere
perché non analizza i bilanci dal 2013 al 2018, ammettendo che l’ATO si rifiutò
di fornire alla nostra Amministrazione la documentazione richiesta mentre a Lui
è stata prontamente fornita. Ci auguriamo che possa spiegare alla Città le
motivazioni di tale differenza di trattamento. Ci sembra inoltre importante
chiarire che il debito presunto dall’ ATO si riferisce a quanto riportato nel
bilancio del 2012 approvato nel 2014, dove il Comune di Caltanissetta risulta
creditore per euro 1.082.743,00 mentre in capo all’ATO si afferma un debito di
circa 12 milioni di euro di quote TARSU non riscosse da cittadini nisseni, che
l’ATO vorrebbe direttamente addossare, per un presunto principio di
sussidiarietà, al Comune di Caltanissetta (in questa direzione si colloca
l’azione portata avanti dall’ex assessore Pastorello unitamente ad altri
amministratori locali della provincia ricadenti nell’ambito Nord, con la
finalità di sondare il terreno per un eventuale accordo transitorio con i
creditori, accordo che in ogni caso doveva essere sottoscritto e concesso
proprio dall’Ato, a seguito della richiesta di accesso ad un mutuo agevolato,
poi non più erogato dalla Regione Siciliana, e richiesto dal Consiglio Comunale
nel Dicembre del 2014) . Giova evidenziare che la Due Diligence del prof. Stagno d’Alcontres fornisce utili
valutazioni in merito ed altri importanti aspetti che, a nostro parere, sono
stati fondamentali per la decisione di resistere alle richieste dell’ATO. La
nostra scelta di secretare la Due
Diligence nasceva, di fatti, dal bisogno di utilizzare tali valutazioni a
seguito delle azioni che l’ATO intentò nei confronti del Comune di
Caltanissetta, e che noi avevamo accolto con favore perché finalmente assegnava
a terzi (la Magistratura) di stabilire se e in che misura sarebbe esistita una
posizione debitoria del Comune. Non riusciamo ancora a comprendere, quindi, il perché
non si renda pubblica la Due Diligence,
peraltro considerata una semplice relazione, a seguito della decisione del
sindaco Gambino e della sua giunta di recedere da qualunque azione avverso
l’ATO, di aver approvato tutti i bilanci (nonostante la maggior parte dei
comuni abbia votato contro), di essersi accollato il debito di circa 11 milioni
di Euro già liquidato con l’accesso al fondo della CdP. Sarebbe un gesto di
trasparenza, così tanto sbandierata in campagna elettorale, nei confronti delle
forze politiche, dei consiglieri comunali direttamente responsabili
dell’accollo del debito e della Città tutta che, unico caso in Sicilia, sborsa
una cifra così rilevante.
- Ricordiamo che dal settembre 2013 il Comune di
Caltanissetta non si è più avvalso dell’ATO per il servizio di pulizia,
raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti, quindi ci aspettiamo che i
bilanci relativi agli esercizi 2013-2018, assegnino al Comune di Caltanissetta
costi marginali rispetto agli anni precedenti che sono già definiti nel
bilancio 2012.
- Restiamo convinti che gravare la cifra
considerevole di 11 milioni di euro sull’intera collettività, inizialmente accantonate
con saggezza e lo spirito del buon padre di famiglia dalle Amministrazioni
precedenti nel caso di verifica certa di una condizione debitoria, senza
spiegare come si sia arrivati ad accettare l’accollo di un debito così
consistente, sia quanto di meno trasparente ci si possa aspettare da un
Movimento nato per aprire i Palazzi come scatole di tonno. Né ci si può
accontentare di liquidare la vicenda con il trasferimento della responsabilità
al Ragioniere Generale del comune, il dott. Claudio Bennardo, che ha
certificato il debito. Come richiesto dalle forze politiche di opposizione,
tocca all’Amministrazione Comunale spiegare chi sono i creditori che si stanno
pagando, quali servizi hanno reso alla Città di Caltanissetta ed in quale
periodo, e perché non furono pagati allora. Un qualcosa che andava fatta prima
di approvare i bilanci e di accollarsi il debito. Affermare che fino a quando
non sarà chiusa la liquidazione dell’ATO, attività che non compete
all’Amministrazione Comunale, non sarà spiegato nulla alla Città ci sembra
irragionevole ed irrispettoso.
Comprendiamo bene cosa significa amministrate
una Città, e sappiamo che tutte le scelte sono complesse e difficili, e per
questo saremmo anche noi felici di chiudere la vicenda ATO che, sin dalla sua
costituzione, ha rappresentato un carrozzone che ha generato costi
impressionanti. Certamente il Sindaco Gambino ha molte più informazioni
rispetto a quelle in nostro possesso, e se un giorno saranno chiarite le posizioni
debitorie relative al Comune, anche noi potremo gioire della liquidazione
dell’ATO, avendo contribuito, con i previdenti accantonamenti, a mantenere in
sicurezza i conti del Comune affinché i cittadini nisseni possano continuare ad
utilizzare tutti i servizi erogati.