Nel giorno in cui la Lega presenta in Senato l’annunciata mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, («è una sciagura», dice Salvini) – difesa dal Pd «atto incredibilmente strumentale», oltre che dai Cinque Stelle – arrivano parole di forte critica al titolare del ministero di viale Trastevere e all’intero esecutivo dai maggiori sindacati della scuola. La ripresa delle lezioni «è in realtà una falsa partenza» – dicono i sindacalisti – il percorso «è avvolto nelle nebbie», «dal governo non c’è stata sufficiente attenzione», si è perso troppo tempo, quando i sindacati lanciavano l’a llarme sono stati additati come sabotatori e ora c’è un grande vuoto di cattedre – saranno 215 mila i supplenti – i docenti assunti quest’anno sono solo 23 mila su quasi 85 mila posti disponibili, il personale Covid è il 7% del totale dell’organico e i banchi consegnati sono 200 mila a fronte dei 2,4 milioni attesi.
E’ una analisi amara quella di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda che il 26 settembre scenderanno in piazza per l’iniziativa organizzata da Priorità alla scuola, «ma non è uno sciopero», sottolineano, e accusano ministero e governo di ritardi e disattenzione. Non chiudono però la porta: «Si vada oltre la solitudine, è arrivato il momento del dialogo: vanno messe da parte le ritrosie anche in vista del Recovery Fund», dice la segretaria della Cisl scuola Maddalena Gissi. Elvira Serafini dello Snals parla di «eccessiva improvvisazione», Francesco Sinopoli che guida la Flc Cgil vuole sia chiaro che «non abbiamo mai fatto appelli affinchè i docenti non si presentassero a scuola, come qualcuno va dicendo, non siamo sabotatori, non abbiamo ricattato nessuno, abbiamo sollecitato il governo a fare scelte giuste, siamo sindacalisti, cittadini e genitori». Pino Turi, segretario Uil Scuola denuncia un fatto grave: ad alcune docenti precarie che avevano chiesto di essere assunte in quota organico Covid non è stata data una supplenza con la motivazione che sono in gravidanza.
E Rino di Meglio, che coordina la Gilda, accusa di «mancanza
di trasparenza» governo e ministero dell’Istruzione: «dai banchi alle supplenze
non conosciamo i numeri – dice – ed è poca volontà di ascoltare i sindacati.
Così è difficile collaborare». Romano Prodi prega i sindacati di non alimentare
«tensioni in questo momento in cui il Paese deve recuperare la scuola». Intanto
continua lo stillicidio giornaliero di alunni e docenti che risultano positivi
al Covid: uno studente di Monterotondo, in provincia di Roma, è risultato
positivo e l’intera classe è stata messa a casa. Sedici bambini, tre insegnanti
ed un collaboratore scolastico di una classe della scuola primaria Felice Orsi
di Porcari, in provincia di Lucca, sono in quarantena a casa a seguito della positività
emersa di un bambino asintomatico, che aveva effettuato ieri un tampone
molecolare non per rischio Covid acclarato ma come test routinario. In una
scuola dell’infanzia in Brianza il fatto più grave: un bambino è andato a
scuola prima che i genitori conoscessero l’esito del test, che si è rivelato
positivo: tutti i bambini e i docenti della classe dell’alunno sono stati
sottoposti a tampone all’ospedale San Gerardo di Monza; le lezioni per questa
classe sono state ovviamente sospese. Ha chiuso anche una scuola dell’infanzia
ad Erice, per una maestra risultata positiva mentre continuano le proteste dei
precari in alcune regioni: oggi è stata la volta di 5 mila che hanno
manifestato in Sardegna. Un sit in di protesta contro le scelte fatte dal
dirigente scolastico dell’istituto è stata poi organizzata da un gruppo di
genitori di una scuola media di Roma, quella scuola frequentata dal figlio del
premier Giuseppe Conte, nel quartiere Prati, mentre proprio oggi si sono aperte
le scuole anche in Friuli Venezia Giulia che subito aveva stabilito che la
ripartenza avvenisse il 16 settembre. Intanto le linee guida per il Recovery
Plan prevedono, tra le altre cose, il cablaggio con fibra ottica delle
infrastrutture scolastiche e universitarie da riqualificare anche in chiave di
efficienza energetica e antisismica. Da lunedì anche la maggior parte degli
atenei riprenderà le lezioni in presenza con un modello misto che prevede una
occupazione delle aule al 50% e in contemporanea la didattica a distanza. Tutti
dovranno portare la mascherina, anche durante le lezioni, «un sacrificio
necessario per salvaguardare la salute», ha detto il ministro dell’Università
Gaetano Manfredi