Cronaca

Caltanissetta, sistema Saguto. Legale, nel trolley non soldi ma documenti

“Silvana Saguto e Gaetano Cappellano Seminara, nelle loro telefonate, quando parlavano di carte si riferivano ad atti di amministrazione e non ai soldi”. Telefonate avvenute prima del 30 giugno 2015, quando Cappellano Seminara, si reco’ nell’abitazione dell’ex magistrato con un trolley che secondo l’accusa avrebbe contenuto 20 mila euro.

E’ la tesi sostenuta dall’avvocato Sergio Monaco, difensore di fiducia dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, durante la sua arringa al processo che si celebra al tribunale di Caltanissetta e ripreso questa mattina, sul cosiddetto “Sistema Saguto”, sulla gestione illegale dei beni confiscati alla mafia, con al centro, secondo l’accusa, la ex presidente della Sezione misure di prevenzione di Palermo, Silvana Saguto.

“E’ chiaro – ha detto Monaco – che il riferimento di Cappellano Seminara e’ alla verifica delle attivita’ svolte e non al denaro. Le conversazioni dell’8-10-11 e 12 giugno 2015 trattano delle parcelle che l’ingegnere Lorenzo Caramma, marito della Saguto, avrebbe dovuto incassare per l’attivita’ svolta. Si parla di atti di amministrazione e di pagamenti leciti. Sicuramente non era elegante che la Saguto parlasse di onorari del marito con Cappellano Seminara, ma non parlano mai di soldi”.

Secondo l’accusa invece, “documenti” era la parola in codice per dire “soldi”. Mazzette che a parere della procura nissena il re degli amministratori giudiziari, Gaetano Cappellano Seminara, avrebbe dato a Saguto in cambio di nomine nell’ambito della gestioni dei patrimoni mafiosi.

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