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Unità Siciliana ‘Le Api’: “Caso Bonafede, a pensar male si fa peccato…”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Gli avvenimenti surreali delle ultime settimane sanno di fantapolitica, però la tentazione di fare qualche pensiero cattivo è inevitabile.

Alla decisione di sospendere i colloqui dei detenuti con i parenti a causa della pandemia, segue una furibonda e sanguinosa rivolta nelle carceri con feriti, morti e qualche evasione.

Grande movimento nei media che dura solo pochi giorni, dopo i quali la rivolta si conclude all’improvviso, come si concludono anche i servizi televisivi e nulla si sa di come siano andati i fatti nei giorni a venire.

Di sicuro, in seguito, abbiamo assistito a scarcerazioni di massa, vuoi di detenuti a fine pena, vuoi di detenuti anziani e malati, ma fra questi anche giovani mafiosi emergenti, qualche boss di peso e qualche pezzo da 90.

Siamo sicuri che certe fantastiche riflessioni non le abbiamo fatte solo noi, qualcosa deve averla pensata anche più di un magistrato, compreso forse lo stesso Nino Di Matteo, il quale, con celate motivazioni ha fatto scoppiare il caso.

Non abbiamo prove nè elementi per fare ipotesi più azzardate, ne vogliamo costruire un teorema; a volte però a pensar male ci si “azzecca”.

Sappiamo di certo, anche perché ha avuto una lunga e tortuosa vicenda giudiziaria che si trascina ancora ai giorni nostri, che è esistita in passato una sorta di “trattativa” tra lo stato e la mafia di Riina e Provenzano, autori del cosiddetto “papello”.

Non vi è dubbio che i fatti di questi giorni possano rievocare quel triste periodo e generare nell’opinione pubblica pericolose riflessioni, inducendo dubbi e incertezze.

La marcia indietro proposta da Bonafede con un procedimento legislativo che rimetta “tutti dentro”, rappresenta la prova di un errore, oltre ad essere discutibile sul piano costituzionale.

Gli italiani sono convinti che non debba più accadere che lo stato scenda a patti con assassini e mafiosi e di questo pretendono certezze capaci di fugare ogni dubbio.

Per Unità Siciliana LE API non è ipotizzabile intavolare qualsiasi forma di trattativa con mafiosi, spacciatori, assassini e rapinatori nel rispetto della Giustizia, della Costituzione ma anche della certezza della pena e non si può dare ascolto a chi ha preso parte ai disordini e alle devastazioni nelle carceri.

Salvatore Giunta, Consigliere Nazionale Unità Siciliana LE API

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