il Fatto Siciliano

Coronavirus, Gip Palermo: “Aiuti Stato potrebbero essere tardivi per aziende già in crisi”

“Se è vero che le autorità centrali hanno deciso di stanziare ingenti risorse per il salvataggio di imprese ed esercizi commerciali, con un piano che prevede ammortizzatori sociali e forme di soccorso finanziario e fiscale, va, tuttavia, considerato che l’effettività di quel sostegno passerà per procedure amministrative che difficilmente consentiranno nell’immediato di far fronte alla crisi e che, quindi, potrebbero rivelarsi tardive o, comunque, di complessa attuazione per tante piccole realtà commerciali che già operavano in una situazione di non piena regolarità se non proprio di ”circuito sommerso””.

E’ la denuncia del gip di PALERMO Piergiorgio Morosini nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 91 persone del clan dell’Acqusanta di PALERMO. “Senza contare che la bontà dell’intervento pubblico passa anche per una sintonia tra enti locali, rappresentanze di categoria e istituti di credito che è tutta da sperimentare in un territorio maggiormente esposto a forme di illegalità nei circuiti della pubblica amministrazione ed economico finanziario, anche per via della risalente presenza della organizzazione criminale denominata Cosa Nostra”, spiega Morosini.

Dunque, dei ritardi del soccorso o delle difficoltà tecniche di avvalersi del sostegno dello Stato per tanti piccoli operatori economici, potrebbe approfittarne l’associazione mafiosa, in grado di assicurare interventi rapidi e concreti suscettibili, poi, di tradursi in forme di riciclaggio o reimpiego di capitali illeciti per l’appropriazione delle attività in crisi ancorché con lo schermo di intestazioni fittizie – dice ancora il gip di PALERMO Morosini – In altri termini, la crisi economico-sociale determinata dal blocco forzato delle attività propone alla organizzazione criminale, fortemente radicata in certe aree della città, una occasione unica per riconquistare quello spazio di manovra sul territorio che in parte è stato ridimensionato da decenni di intensa attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, anche nei quartieri dell’Acquasanta e dell’Arenella, come si evince dai procedimenti cosiddetti ‘Addio Pizzo’ e ‘Apocalisse’, vanificandone l’effetto di tutela dell’ordine pubblico economico e sociale”.

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