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Coronavirus: Asintomatici ma con la polmonite. La ricerca del medico nisseno Carmelo Messina

Possibile identificare gli asintomatici o pausintomatici attraverso una radiografia al torace. La ricerca su Radiology

“Lesioni nella metà dei contagiati di Codogno”. Questo il risultato principale della ricerca pubblicata su “Radiology” e condotta dal medico nisseno Carmelo Messina in collaborazione con colleghi di Codogno e dell’Università degli Studi di Milano. Messina, originario di Sommatino, è radiologo all’Ospedale Galeazzi di Milano, e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano. Radiology è la rivista medico-scientifica internazionale ritenuta uno dei più autorevoli riferimenti nel settore della radiologia.

“In pratica – spiega il dottore Messina – abbiamo evidenziato come con una semplice radiografia al torace sia possibile identificare pazienti con reperti sospetti per interessamento da COVID-19, anche nei casi in cui questi presentino sintomi lievi o non presentino affatto sintomi da infezione.

Gli eventi sono andati così: Il 20 febbraio 2020, il primo caso di COVID-19 è stato riportato a Codogno. Il 23 febbraio, le autorità hanno ordinato le primissime misure di contenimento per controllare l’infezione, imponendo una “zona rossa” di quarantena a Codogno e nei 10 comuni limitrofi.

Gli Ospedali locali sono stati chiusi e la popolazione è stata messa in quarantena in casa per 14 giorni.
La clinica di Codogno dove è stato effettuato lo studio ha riaperto alla fine dei 14 giorni periodo di quarantena. Subito alla riapertura c’è stata una forte richiesta di radiografie del torace di pazienti asintomatici o pazienti con sintomi vaghi, come lievi rialzi di temperatura (comunque inferiore ai 37.5°), tosse, malessere. Nessuno dei pazienti aveva un alto sospetto clinico per COVID-19, ma molti pazienti erano preoccupati per la diffusione della malattia in ambito comunitario. Infatti, tutti i pazienti provenivano da un’area ad altissimo rischio di contagio.

Nell’arco di una sola settimana abbiamo effettuato 170 radiografie del torace, e di queste 100 (circa il 60%) presentava quadri radiologici del torace con segni altamente sospetti per COVID-19, ossia una polmonite interstiziale bilaterale, in alcuni casi anche molto estesa.

Nessuno di questi pazienti era stato lì per lì sottoposto a tampone, per le difficoltà gestionali che hanno contraddistinto la prima fase della pandemia. Quindi in buona sostanza la gente ha avuto unicamente modo di ricorrere alla radiografia come sostituto del tampone, per via della maggiore disponibilità.

Si tratta di persone che si erano sottoposti con rigore alla quarantena di 15 giorni, ma che nonostante questo presentavano comunque dei quadri radiografici sospetti pur essendo in salute, e che da quel momento in poi potevano liberamente circolare. Questo probabilmente significava che molti abitanti di Codogno (e probabilmente quindi della stessa Zona Rossa) erano stati già in contatto col virus, magari senza accorgersene.

I risultati hanno messo in luce precocemente il dato che poi è emerso chiaramente riguardo la trasmissione del Covid-19, ossia che anche soggetti asintomatici o “paucisintomatici” possono essere affetti dall’infezione, e di conseguenza sono contagiosi.

Non è da escludere anche l’ipotesi che si trattasse di quadri in via di risoluzione, per soggetti che si “trascinavano” l’infezione da un po’ di tempo.

Tale scenario è emerso anche su altri studi molto popolari, come quello emerso dalle TC effettuate ai passeggeri della famosa nave da crociera “Diamond Princess”, con percentuali analoghe di soggetti asintomatici/paucisintomatici ma con reperti TAC suggestivi della patologia.

L’importanza di questo studio è ancora attuale, perché adesso che è finito il lockdown e stiamo assistendo alla riapertura delle attività economiche e alle scene della movida serale, non dobbiamo abbassare la guardia. Anche gli asintomatici possono essere vettore dell’infezione, e quindi bisogna sempre rispettare le buone norme indicate dal Ministero della Salute sul distanziamento sociale e sull’uso delle mascherine” – conclude Messina.

Link a studio su rivista Radiology:

https://pubs.rsna.org/doi/full/10.1148/radiol.2020201102

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