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Emergenza ristoratori: In Inghilterra lo Stato aiuta sul serio

Parla il siciliano Saverio Mela, titolare di ‘Giuseppes Lite’ a Worthing e di ‘Bedda’ a Brighton (Inghilterra) – “Con l’adozione delle misure di contenimento siamo partiti in ritardo, però il meccanismo degli aiuti funziona. Con l’Italia la differenza è abissale – ci sono aiuti per le piccole e medie imprese attuabili attraverso un meccanismo celere e funzionale – mi sento sostenuto e garantito

Quali sono le restrizioni adottate dal Governo Inglese per il settore della ristorazione?

Ristoranti, bar, pub e caffè così come tutti i locali che comportano assembramento e aggregazione di persone, hanno dovuto chiudere, ma abbiamo avuto la possibilità di offrire il servizio di takeaway e delivery. Io che sono titolare di due bar/gelaterie – ‘Giuseppes Lite’ e ‘Bedda’ –  rispettivamente a Worthing e a Brighton effettuo esclusivamente servizio di consegna a domicilio e aggiungo che per iniziare non ho dovuto chiedere alcun permesso particolare.

Quali sono stati gli ‘aiuti’ del Governo Inglese per sostenere le imprese del settore ristorativo?

Fin da subito sono state adottate delle norme ad hoc per la categoria – il Governo ha predisposto un piano di aiuti stanziando 330 miliardi di sterline – per supportare le imprese e la ristorazione. Nel dettaglio – il piano ha previsto prestiti a fondo perduto (cash flow) che quindi non dovranno essere restituiti – si parla di un contributo che va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 50.000 mila pound. L’ammontare dell’importo – che ho ricevuto – è stato determinato sulla base della grandezza del locale e sul volume di affari che può sviluppare. È stato altresì previsto per i lavoratori in cassa integrazione – la percezione dell’ 80% dell’importo della busta paga.  

A sinistra Saverio Mela – Titolare di ‘Giuseppes Lite‘ e ‘Bedda


Nella cosiddetta ‘FASE 2’, il Governo che tempi ha dato per la riapertura delle attività e nell’eventualità questo accadesse quali misure dovranno adottarsi?

Al momento hanno annunciato il ‘blocco’ per tre settimane ma è ipotizzabile ci sia una proroga di altre tre settimane prima di un’effettiva riapertura delle attività al pubblico.  Nulla è stato detto a proposito delle modalità che dovranno adottarsi a seguito – nella ‘Fase 2’ – l’unica misura di precauzione ribadita dal Governo è il distanziamento sociale di 2 metri.

Che calo del fatturato hai avuto quest’anno, rispetto a quello registrato lo scorso anno nel medesimo periodo?

Io sono proprietario di due gelaterie e non ho mai effettuato il servizio al tavolo ma la chiusura non ha intaccato i miei guadagni anzi – ho avuto un incremento del fatturato del 77% rispetto all’anno scorso – tutto ciò tramite l’unico servizio effettuabile – il Delivery. Per realizzare al meglio le consegne e offrire un servizio efficiente ai miei clienti, ho provveduto all’assunzione di due driver. L’unica nota dolente – nel mio caso è stato il licenziamento del mio chef – ma il Governo è intervenuto in aiuto versando in suo favore l’ 80% dell’importo della sua busta paga.  La possibilità di accedere al prestito è vincolata al pagamento mensile della business tax (Il canone di locazione) ed è quest’ultimo a determinare l’ammontare dell’importo del prestito a fondo perduto. Il cah flow (prestito) è stato accreditato – nel conto dell’azienda – dopo pochissimo tempo dall’adozione del provvedimento che ordinava la chiusura della attività – la terza settimana di marzo hanno annunciato il finanziamento e la seconda settima di aprile è avvenuto l’accredito. Ottenerlo è stato semplicissimo; è bastato stilare un form online inserendo i dati rilevanti ai fini economici dell’azienda (Business Tax). Questo importo mi è servito a colmare il canone di locazione – pagare i fornitori e i miei dipendenti ‘attivi’ – dunque un notevole contributo – che fa si che io possa continuare e addirittura accrescere il mio business.

A causa della crisi è probabile chiudano molte attività ristorative o al contrario rappresenta una possibilità di crescita?

Io credo che le piccole realtà ristorative chiuderanno ma i ristoranti di successo che sono stati capaci di offrire al cliente non solo qualità del prodotto e del servizio ma una vera ’esperienza’ sopravviveranno – ma resta fermo il fatto che già prima della pandemia – il mondo della ristorazione stava cambiando e questa situazione ha solo anticipato i tempi di una nomale evoluzione. Conclude così Saverio Mela, uno dei molti siciliani che ha deciso di investire e di scommettere nel Regno Unito.

È evidente, che in Inghilterra rispetto all’Italia, il meccanismo di aiuti risponde a logiche completamente diverse; ci troviamo difronte a due sistemi agli antipodi; il Governo inglese da al lavoratore la massima fiducia, accedendo ai fondi attraverso una auto-dichiarazione compilabile online. In questo modo viene garantita la celerità dei pagamenti, sarà poi nella fase di controllo che il Governo vigilerà sulla dichiarazioni e qualora queste non corrispondano al vero il soggetto non potrà più far business. In Italia la modulistica a cui il lavoratore si deve sottoporre tramite l’Istituto dell’INPS, è invece lunga e farraginosa e molte volte anche poco chiara. Insomma che sia proprio quello inglese il modello a cui ispirarsi, quello in cui i presidenti di regione non esistono e la leadership politica del Paese è in mano al Primo Ministro?




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