Dal Vallone

“E sedutosi … li ammaestrava”: Io sono la Risurrezione e la Vita (di don Salvatore Callari)

La Pasqua di Cristo ! La nostra Pasqua ! La Pasqua è il giorno più santo di tutto l’anno liturgico, è chiamato “ La festa delle feste” secondo il pensiero deli antichi Padri. La liturgia non cambia i formulari delle cerimonie della festa di Pasqua, che sovrabbondano di espressioni di esultanza e sentimenti di gioia interiore, in questo anno in cui mancano tanti elementi costitutivi di festa, sul piano strettamente umano, sociale, di gioiosa memoria dei misteri più augusti della nostra fede, e anche delle umane tradizioni. E tuttavia … è Pasqua. Mancheranno tante manifestazioni “ esteriori” sia sul piano nobilmente e austeramente liturgico che tradizional popolare. Eppure questa costrizione e queste privazioni possono diventare l’occasione per vivere , come non mai, la festività della Pasqua nella modalità più valida che è quella “interiore”, nella dimensione spirituale.

In queste circostanze si creano ( anche se non del tutto volentieri) le occasioni per riflettere, pensare, pregare, cercando di lasciarci avvolgere dalla grandezza dei misteri che celebriamo. Forse ci sarà più facile, così fissare nel nostro spirito, questi momenti drammatici della Passione, largamente propostici dai social. Può darsi che spesso sorvoliamo superficialmente su questo, e non ci sentiamo avvinti da quell’uomo dei dolori che sopporta le più atroci sofferenze, fino alla morte, donando la sua vita per la salvezza dei fratelli. E forse dalla intensità con cui avremo saputo assimilare il martirio di Cristo, ci sarà più facile essere catturati dall’evento glorioso di Cristo della sua Risurrezione. Tanto facile nella espressione verbale, quanto più difficile nella concretezza della vita quotidiana. Cristo è morto! Cristo è risorto !

Questa è la realtà che è il principale sostegno della nostra fede . In questo evento dobbiamo scorgere la garanzia più sicura che ci fa aprire ad una visione inebriante della vita nuova, Quella che è iniziata nel nostro battesimo e avrà compimento al momento della RISURREZIONE. Se avremo inteso così la Pasqua di Cristo capiremo meglio anche la nostra Pasqua che diventa impegno ad essere “portatori coscienti” di novità di vita, dopo aver portato la croce delle nostre umane fragilità.

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