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Coronavirus, lezioni di vita da “maestri” ottimisti e vanitosi: la realtà certifica il … contrario

Più passano i giorni e più mi rendo conto che probabilmente molte persone non hanno ben preso coscienza del momento che stiamo vivendo, prova ne sono le multe che giornalmente sono comminate ad individui che escono senza motivo: ieri 67, nel week-end pasquale 200.

Quando si usa il termine guerra, qualcuno storce il naso e magari sorride pure; più facile gridare all’allarmista, anche a chi con lungimiranza da tempo parlava di focolai: realisti (ndr Chi pensa, giudica, agisce con concretezza) che per questo furono presi in giro e derisi. Oggi, sono definiti esagerati e subdolamente attaccati: incomprensibili i motivi, visto che da noi (in Sicilia), fortunatamente, la situazione non è gravissima. Chi scrive o parla, ricordando ed invitando tutti al rispetto delle regole da seguire, chi cerca in tutti i modi di ricordare alle persone che uscendo, senza motivo, si corre il rischio di far aumentare i contagi, allungando di conseguenza i tempi della quarantena forzata, viene, tra le righe, ma anche apertamente, criticato e definito, spesso con toni duri, offensivi e sprezzanti di essere esagerato, di creare psicosi, di fare terrorismo e deve essere messo a tacere; si perchè poi ci sono i furbi, quelli che non si piegano ai diktat, quelli a cui il virus fa un baffo, etc, etc.

A convincere costoro di quanto potente e pericoloso sia questo virus ed a farli ragionare, non è bastato neanche vedere le immagini delle bare di Bergamo che segneranno per sempre la nostra vita. Inviterei questi ‘filosofi illuminati’ a parlare con i parenti ed amici dei 20.000 morti ad oggi solo in Italia, tra cui tanti medici, infermieri e personale sanitario ( in prima fila in questa guerra), con le migliaia di persone in ospedale, con le tante famiglie distrutte, con chi non ha avuto nemmeno la possibilità di dare un ultimo saluto ai propri cari, con chi ha perso o perderà il proprio lavoro, con le famiglie che non hanno da mangiare, con le persone che fino a due mesi fa avevano un reddito che consentiva alle loro famiglie una vita dignitosa ed oggi invece sono costretti a chiedere sussidi e far la fila alla CRI per i buoni spesa.

Purtroppo l’antico detto “u saziu un po’ cridiri a cu è diunu” è tristemente attuale, ma per fortuna in molti, che non hanno problemi economici, ma hanno cuore, stanno fornendo grandi esempi di generosità, soprattutto in silenzio e senza mostrarsi: a queste persone non può che andare un immenso ringraziamento, come va dato anche a chi si sta mettendo a disposizione per aiutare chi ha bisogno distribuendo pacchi spesa e pure per questi misericordiosi, purtroppo, non sono mancati attacchi e critiche.

Poi ci sono coloro che da un divano o da una comoda poltrona, al calduccio, con frigorifero e conto corrente pieno, si permettono di sentenziare: pensano di essere immuni e che certi disgrazie capitino solo agli altri, agli stupidi, agli ignoranti, ai cretini insomma; e chi si preoccupa è pure stupido, esagerato ed ignorante, loro sono una specie di “radical chic”.

Considerando che qui (in Sicilia) il fenomeno è fortunatamente ancora contenuto, mi raccomando continuiamo a fomentare, a fare gli spiritosi, gli sboroni, critichiamo chi cerca ed invita tutti alla massima prudenza, continuiamo a fregarcene ed a uscire senza motivo, continuiamo a mettere in discussione tutto e tutti, continuiamo a dare, troppo leggermente, consigli e giudizi, sputiamo ancora sentenze, vantiamo la nostra cultura e i nostri titoli, facciamo vedere quando siamo bravi, colti e “studiati”. Complimenti, peccato che ci dimentichiamo di chi ha grandi preoccupazioni, di chi è esasperato e può compiere anche qualche insano gesto, come purtroppo è successo in passato, che pensa a cosa farà domani, come darà da mangiare ai propri figli, cosa ne sarà della sua attività intrapresa con tanti sacrifici…

Molti dal loro, dall’alto del loro piedistallo, non si rendono conto che è facile parlare, fare filosofia, essere esageratamente positivi e riflessivi quando si è tra i “fortunati”: li vorrei vedere loro al posto dei meno “fortunati”; se sia meglio, in questo momento, pensare ad un libro o ad un museo, cose giuste e necessarie per distrarsi, o il pensare a come assicurare pane e pasta alla propria famiglia. Sia ben chiaro, tutti vogliamo uscir fuori ed in fretta da questa vita surreale, tutti vorremmo che questo fosse solo un brutto sogno, ma purtroppo non lo è: al risveglio dovremo ripartire dalle macerie che questa guerra lascerà. Oggi è giusto pensare e programmare. Bene Fase 2/3 o 4 che sia, ma attenzione però, spero si sia capito che non sarà e non potrà essere un liberi tutti, le ricadute potrebbero essere peggiori delle cadute.

Attenzione anche a qualcuno che metterà “gratuitamente” a disposizione le proprie competenze per la ripartenza…ma questo è un altro argomento e ne riparleremo al momento opportuno. Ad Maiora

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