Primopiano

Sanremo, si conclude la festa nazionalpopolare. Vince la sobrietà.

La settantesima edizione di Sanremo si chiude con la vittoria di Diodato e la sua canzone “Fai rumore”, vincitore del premio della critica Mia Martini assegnato dalla sala stampa roof dell’Ariston e del premio Lucio Dalla assegnato dalla sala stampa radio-tv-web del Palafiori. Lo seguono sul podio Francesco Gabbani ed i Pinguini Tattici Nucleari. Anche quest’anno, nonostante i malumori e gli scandali che tanto hanno fatto discutere il popolo italiano, il programma ci lascia trepidanti e nostalgici, alcuni felici del risultato, altri un po’ meno. Anche quest’anno, Sanremo ci ha dato la possibilità di confrontarci e discutere di luoghi comuni e gusti musicali, e ci ha lasciato un altro grande patrimonio musicale di cui godere fino al prossimo anno. Un patrimonio ora criticato, ora apprezzato: de gustibus…

Tanti gli ospiti che ci hanno intrattenuto (troppi, per qualcuno), tante le voci ed i richiami al passato, diversi i generi che hanno coperto tutto il ventaglio dei gusti musicali, ma ancora una volta sono i testi, i contenuti, i messaggi a far parlare. Sin dall’inizio, con il presunto misoginismo che la Rai ha accolto, per compensare col toccante discorso della giornalista Rula Jebreal, fino allo show di Achille Lauro. Eppure, per quanto si possa fare spettacolo, per quanti siano gli azzardi proposti al popolo italiano, a vincere è comunque sempre la sobrietà di testi d’amore, distesi su melodie delicate, orecchiabili. La canzone più ascoltata è “Viceversa” di Gabbani, seconda classificata e vincitrice del premio Tim Music.

Tirando le somme, possiamo affermare che Sanremo è il puzzle italiano, costruito a poco a poco, i cui pezzi, per quanto diversi, si incastrano perfettamente, testimoniando personaggi, gusti, luoghi comuni, temi che rappresentano in un modo o nell’altro la realtà italiana, nel bene o nel male. Sarà dovuto a questo il successo del Festival? “Nessun altro programma potrebbe durare cinque ore ed essere tanto accettato dal pubblico. Come accade è un mistero. Sanremo è una cosa tutta italiana che alla fine nel bene e nel male ci unisce, è davvero una festa nazionalpopolare” spiega Fiorello in un’intervista, colui che ha affiancato Amadeus e che anticipa la sua non partecipazione per il prossimo anno.

È proprio Sanremo, si può dire, a fare rumore. Lo fa nelle case degli italiani, lo fa al bar e lo fa sui social. Fa discutere, fa arrabbiare e fa cantare, lasciando l’eco dei brani che propone fino a quando non ritornerà, con nuove proposte e nuovi spunti, orientati e che orienteranno il contesto italiano del nuovo anno. Fino ad allora, si può tornare a parlare di altre epidemie e fatti politici.

Condividi