Missione UNIFIL: progetto CEDRUS avviato dai militari italiani della Brigata Aosta

Militari italiani della missione UNIFIL ed esperti pedagogisti internazionali guidano l’innovazione didattica dell’inclusione nelle scuole libanesi

Il Contingente italiano in Libano della missione UNIFIL e un team di esperti pedagogisti di fama internazionale hanno ultimato la prima fase del progetto “Cedrus”, rivolto a dirigenti, insegnanti e personale di staff delle scuole del Libano del Sud, per potenziare attività scolastica a favore dei bambini con disabilità.

L’opera, fortemente richiesta dalla comunità locale, è stata realizzata nell’ambito dei progetti di Cooperazione Civile e Militare (CIMIC) del contingente italiano, grazie al coordinamento degli specialisti del Multinational CIMIC Group di Motta di Livenza (TV), e condotta da professori universitari italiani con lo scopo di far acquisire ai docenti libanesi nuove expertise per essere in grado di seguire i bambini delle scuole materne, elementari e medie, con difficoltà nell’apprendimento delle abilità di base, quali leggere, scrivere e contare, fondamenta dei successivi sviluppi cognitivi, affettivi e sociali.

Il gruppo di lavoro, voluto dal Comandante della Joint Task Force Lebanon (JTF-L), attualmente su base Brigata Aosta di Messina, è stato coordinato da un pedagogista di fama internazionale, con esperienze didattico-scientifiche nello specifico settore, che si è reso disponibile a guidare il progetto “Cedrus” avvalendosi di un team di luminari promotori di una pedagogia speciale che coniuga rigore scientifico e pratica clinica, portatrice di risultati significativi.

L’iniziativa, che proseguirà anche in futuro con i contingenti italiani di prossimo avvicendamento, oltre a favorire il consolidamento dei rapporti con le comunità del sud del Libano, basati sulla fiducia, la stima reciproca e materializzato, come in questo caso, dalla conduzione di molteplici progetti umanitari a favore della popolazione, aderisce pienamente al mandato conferito dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Per questo, i Caschi Blu italiani continuano nella loro incessante opera di sostegno alla popolazione locale, tra concretezza nei progetti realizzati e la opportunità di ascoltare costantemente le autorità locali per la pianificazione di programmi e attività di cooperazione futuri.

Non vengono, pertanto, attuati progetti che rimangono un’isolata risposta a esigenze del momento, ma ogni iniziativa è messa a sistema in un contesto infrastrutturale e territoriale più ampio, allargandone la portata e, quindi, l’efficacia. Si può quindi parlare di approccio CIMIC strutturato, che oltre a garantire il supporto all’operazione, pone le basi per l’implementazione dei processi integrativi del Sistema Paese.

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