Una sconfitta. Il risultato del M5s è interpretabile in più modi, ma di certo le scelte in materia di politica economica hanno pesato non poco. In che modo? Come nota il Centro Italiano di studi elettorali della Luiss (Cise), il Movimento Cinque Stelle ha ottenuto più consensi laddove ci sono più domande di reddito di cittadinanza.
In questo risultato il Cise intravede una ulteriore meridionalizzazione del partito. Il M5s si è fermato al 17.1, cedendo oltre 15 punti percentuali rispetto alle politiche del 4 marzo 2018 e lasciando sul campo oltre 6 milioni di voti. Questo calo è stato più o meno omogeneo fra le diverse aree del paese (fra 13 e 17 punti nelle cinque circoscrizioni) e le diverse province (con un calo mai inferiore ai 10 punti percentuali).
Reddito di cittadinanza: “Il M5s resta forte dove ci sono più domande di sussidi”. Secondo il Cise infatti il M5s resiste “solo nelle province a maggior richiesta di assistenzialismo”. Il centro studi della Luiss nota come alle elezioni politiche del 2018 i 5 Stelle avevano ottenuto i risultati maggiori laddove la disoccupazione era più forte. Analizzando i risultati delle elezioni europee sulla base di diverse variabili (tasso di disoccupazione, domande di reddito di cittadinanza e domanda di quota 100), i ricercatori hanno accertato che oggi “il M5S ottiene le sue migliori performance nelle province nelle quali c’è stato un maggior numero di domande di reddito di cittadinanza”.
5 Stelle resistono dove prevale l’assistenzialismo. Rispetto al 2018 però c’è una differenza e non è per nulla trascurabile: benché ci sia una correlazione fra disoccupazione e domande di reddito di cittadinanza, le domande relative al sussidio “spiegano il voto al M5S anche togliendo il controllo della disoccupazione dal modello”. Il tasso di disoccupazione, al contrario, se preso da solo non spiega il voto al M5s com’era invece avvenuto alle politiche del 2018. In sostanza, il M5s ha perso appeal anche in molte zone svantaggiate dove c’è domanda di lavoro, mentre si conferma molto forte “soltanto nelle aree dove è più forte la domanda di assistenzialismo”.