In Italia 9 morti materne ogni 100mila nati, metà prevenibili 

In Italia ci sono in media nove morti materne ogni 100mila nati vivi, di cui meta’ prevenibili. Lo afferma il rapporto di sorveglianza Itoss realizzato dall’istituto Superiore di Sanita’ presentato oggi a Roma, secondo cui la cifra e’ in linea con i paesi piu’ avanzati. Tra le morti per cause ostetriche prevalgono le emorragie, che pero’ tra il 2006 e il 2015, gli anni presi in considerazione, sono dimezzate, i disordini ipertensivi della gravidanza e la tromboembolia, che coprono quasi il 70% dei casi. Tra le morti materne dovute a cause non ostetriche prevalgono invece le patologie cardiovascolari e la sepsi. Tra le morti materne tardive, che avvengono tra 43 e 365 giorni dall’esito della gravidanza, il 42% e’ dovuto a neoplasie e il 16% a cause violente di cui il 13% ascrivibile a suicidi, il 3% a omicidi. “E’ un dato positivo – ha spiegato Serena Donati, direttore del Reparto Salute della donna e dell’Eta’ evolutiva dell’ISS, responsabile scientifico delle attivita’ di sorveglianza ostetrica – che pone il nostro Paese vicino ai risultati raggiunti dall’Olanda e da altri Paesi del Nord Europa che registrano i tassi piu’ bassi di mortalita’ materna, e in linea con Regno Unito e Francia che registrano una mortalita’ materna di 10 morti ogni 100.000 nati vivi. In Italia il 45,5% dei decessi segnalati dalla sorveglianza attiva e sottoposti a revisione critica e’ stato giudicato evitabile con assistenza migliorabile”. Il dato ha mostrato una grande variabilita’ regionale, e’ emerso dal rapporto, con alcune regioni del sud come Campania e Sicilia che hanno una mortalita’ doppia rispetto alla media nazionale

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