“E sedutosi … li ammaestrava”: VIENE UNO PIU’ FORTE DI ME (di don Salvatore Callari)

Celebriamo in questa domenica  una festa che  chiude  il breve periodo liturgico denominato natalizio. Non tutto all’interno di questo tempo è proprio di natura  strettamente “ di Natale” Pensiamo a  Gesù a 12 anni al tempio, a Gesù adulto che, però, riceve il battesimo, quasi a disorientarci  nelle nostre abitudini  mentali. Noi  abbiamo più confidenza con il battesimo di bambini. Ma non ci mancherà il buon  gusto  di capire che le cose cambiano: quelle del tempo di Giovanni il Battista e quelle che avranno inizio con Gesù sono diverse. Le letture ci illuminano riccamente questa festa che deve essere considerata  da un punto di vista biblico  e poi, possiamo dire,  da un punto di vista di perenne attualità.  Un aspetto per la conoscenza-cultura, un aspetto per la vita quotidiana concreta. Gesù è profeticamente  annunciato  da Isaia, come il “ servo di Jahvè”. Ne fa  un bellissimo elogio e descrive la missione che Dio gli affida: “ Egli è l’eletto , è ripieno di spirito divino, porterà il diritto, sarà particolarmente mite, Egli sarà il segno dell’alleanza del popolo, sarà luce delle nazioni”.  E’ la splendida intuizione  della missione del futuro Messia ,  che noi oggi conosciamo e che è Gesù. S. Pietro ci dice : “ Egli è venuto recando la buona novella della pace,   passò beneficando e sanando tutti quelli che erano  sotto il potere del diavolo.  Nel Vangelo c’è la descrizione di un evento glorioso e solenne, cioè la manifestazione di Dio, E’ una  più chiara Epifania, che meglio viene detta Teofania.  In un solo momento c’è la rivelazione  del Padre che fa udire la sua voce,  la presenza ovvia di Gesù immerso nelle acque, dello Spirito in forma di colomba: cioè la SS: Trinità. Avviene la investitura di Gesù  a Messia e Salvatore, in forma sontuosa: “ Tu sei il mio figlio diletto”. Gesù dà esempio di umiltà accettando un gesto che lo fa sembrare peccatore come gli altri, ma che è invece  “ il campione” che sollecita  e guida gli uomini a riconoscersi peccatori  e purificarsi col pentimento e il battesimo. In questo sta l’aspetto concreto della vita quotidiana, riconoscere che il battesimo ci ha lavato dalle colpe, ci ha fatto diventare figli di Dio  e fratelli di Gesù Cristo.  La nostra appartenenza alla “ famiglia di Dio “  non dobbiamo smentirla” con comportamenti indegni ma dobbiamo rivelare sempre, con le parole e con i fatti, che siamo cristiani “ marcati” con il battesimo che è l’impegno fondamentale di rispettare la nostra dignità e la nostra nobiltà spirituale, e vivere  nella responsabilità di cosciente fedeltà al dono del Padre che  anche a noi dice : “ Tu sei mio figlio diletto “

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