“E sedutosi … li ammaestrava”: Beata colei che ha creduto (di don Salvatore Callari)

Ancora una volta siamo in dissonanza   con il titolo della rubrica. Non è Gesù che si siede ad ammaestrarci  ma  sono ancora  dei “supplenti” nostri maestri  per questa riflessione. Siamo alla vigilia di Natale. La Liturgia si muove su una dimensione di esultanza, espressa a più voci che passeremo in rassegna. Inizia il profeta  Michea che “ apostrofa “ Betlemme invitandola alla gioia più sentita, perché da piccolo paese qual è diventerà famoso in tutto il mondo  perché vi nascerà colui che sarà  il dominatore. Maria che ha appena ricevuto  l’annuncio dell’angelo, ripiena di Spirito Santo ,  con lo stimolo del giubilo, si affretta  ad andare da Elisabetta  che è in attesa  del bambino “ profeta dell’Altissimo “  che preparerà  la via del Signore, e avverte nel grembo l’esultanza del suo figlio. In un  empito di gaudio saluta  colei che ha creduto alla parola del Signore  ed è beata. Maria risponde con l’inno della gioia e del ringraziamento: Magnificat anima mea Dominum.La Liturgia ci presenta questa mirabile sinfonia di giubilo e di fede e di gratitudine . Non possiamo restare estranei  a queste voci che sono il segno del Salvatore  in arrivo, e ci invitano a festeggiare il Natale con sentimenti di fede, di amore, avvolti e suggestionati da questo mistero che rivela la misericordia del Padre verso tutti gli uomini per i quali ha programmato ed attuato questo singolare evento: la presenza di Dio in un bambino che verrà  a riunire l’umanità in una sola famiglia, superando le meschine rivalità,  le ingiustificate gelosie, e le inammissibili pretese di dominio, offensivo della libertà e della dignità umana.  Il Natale è la festa della condivisione. Gesù “condivide la sua divinità”  “ con la umanità”; a noi tutti darà il compito di “ condividere” nella sincerità l’amore per i nostri fratelli

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