Eni, Ricci: “Bioraffineria Gela al via nel 2019, sviluppo e ambiente”

La bioraffineria di Gela partira’ agli inizi del 2019. “Contiamo entro la fine dell’anno di arrivare al completamento meccanico per poi partire con l’avviamento tra gennaio e febbraio del prossimo anno”: lo conferma Giuseppe Ricci, Chief Refining e Marketing officer di Eni, in una intervista al Quotidiano di Sicilia. Il “coronamento” degli sforzi di riconversione che, partiti a valle della firma dell’accordo del novembre 2014, hanno seguito tutto l’iter autorizzativo e hanno portato alla riconversione dell’esistente e alla costruzione del nuovo impianto di steam reforming per la produzione di idrogeno. “Quest’ultimo – aggiunge Ricci – e’ stato autorizzato definitivamente dal ministero ad agosto 2017 e verra’ completato il mese prossimo. In un anno e mezzo abbiamo portato a casa costruzione e completamento dell’impianto”.I nuovi impianti produrranno il cosiddetto greendiesel, un prodotto gia’ commercializzato nell’Eni diesel+, che ne contiene il 15%: “Noi siamo molto orgogliosi di questo processo, perche’ non e’ solo tecnologico, non e’ solo un successo dal punto di vista della ricerca, ma e’ un successo per il modello che e’ stato applicato. E’ un’innovazione tecnologica, sociologica e ambientale”.
Peraltro, l’impegno di Eni, sottolinea Ricci, non si limita alle attivita’ industriali: “Il Protocollo siglato per Gela, per esempio, prevede un contributo economico di 32 milioni di euro per la realizzazione di interventi, a titolo di opere di compensazione, per lo sviluppo sostenibile nel settore delle energie rinnovabili e di riqualificazione urbana e culturale della citta’ di Gela.

Inoltre, sono stati realizzati progetti come il programma di alternanza scuola-lavoro, che alla fine dell’anno scolastico in corso avra’ coinvolto dal 2016 circa 1.100 studenti di sei Istituti superiori di Gela, o l’assegnazione di borse di studio a studenti universitari residenti a Gela, secondo criteri di merito e di reddito. “Abbiamo anche confermato – prosegue Ricci – il progetto di prevenzione delle malattie cardiovascolari, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela, attivo dal 2008, che e’ a beneficio di circa mille dipendenti delle societa’ Eni che svolgono la loro attivita’ nel sito di Gela, nonche’ il coinvolgimento di ex dipendenti. Abbiamo poi il Banco alimentare, attivo dal settembre 2018 grazie a un accordo tra il Comune di Gela, la Fondazione Banco alimentare, il Banco alimentare della Sicilia Onlus ed Eni, tramite le sue controllate EniMed, Raffineria di Gela e Syndial”. Infine, il caso del sequestro deciso dalla procura di Gela di un’area della raffineria destinata a discarica. “La Procura – spiega Ricci – ha sequestrato un’area recintata da vent’anni, dove insistono delle vecchie discariche che sono state esercite negli anni Ottanta e Novanta. Le piu’ recenti sono state messe fuori servizio nel 2001. Sono oggetto di tombamento o bonifica, secondo l’iter autorizzativo che si sta ancora portando avanti. Poi e’ iniziato il progetto di bonifica di una di queste vasche, la vasca A zona 2, oggetto di procedimento giudiziario conclusosi con l’assoluzione lo scorso anno, che ormai e’ quasi completamente bonificata. La Procura ha fatto un atto dovuto. Siamo sereni perche’ abbiamo sempre scrupolosamente rispettato tutte le norme e leggi, come attestato dai numerosissimi controlli effettuati negli anni da tutti gli organi di controllo. Quelle discariche hanno una barriera fisica e una barriera idraulica per la falda, che sono state completate nel 2006 e che seguono tutto il perimetro mare della raffineria. L’impianto di Trattamento acqua di falda di Gela, avviato nel 2006, e’ stato il primo al mondo a fare una depurazione cosi’ spinta fino alla produzione di vapore acqueo. Tutte le analisi fatte sul mare, sia sui sedimenti sia sulla fauna, da tutti gli enti, hanno sempre evidenziato un’assenza di inquinamento nei sedimenti e uno stato di salute della fauna normale”.

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