“E sedutosi … li ammaestrava” : Il mio regno non è di questo mondo (di don Salvatore Callari)

In questa domenica  celebriamo  la festa di Cristo Re dell’Universo. E ‘ l’ultima  dell’Anno Liturgico. La prossima  sarà l’ inizio del nuovo anno, secondo particolari criteri della Chiesa, e si chiama Anno Liturgico che inizia con un periodo  chiamato Avvento.    Festa di Cristo Re.  Non ci fa meraviglia questa festa che sa di solennità straordinaria, anche se è fonte ,  o motivo di meraviglia.  Gesù  ci ha abituati ad una mentalità diversa da quella strettamente umana, perché in tante circostanze ha detto delle cose che suonano  strane alle nostre orecchie. “ Ti danno uno schiaffo sulla guancia destra , tu offri anche la sinistra: ti chiedono il mantello, dai anche la giacca;  Gli ultimi saranno i primi; chi vuole essere  il più grande  si faccia servo di tutti”.  Un giorno volevano farlo re ed Egli sfugge, poi accetta  di fare un ingresso trionfale in Gerusalemme, ma sopra un asino. Dinanzi a Pilato, alla sua domanda ; “ Dunque tu sei Re ? Risponde , sì, io sono re, ma non di questo mondo.  Che vuol dire questo ? E qui entriamo in una zona di difficile comprensione.  Non è re con armi ed eserciti, non ha confini da difendere, non vuole affermare i suoi poteri per comandare.. Egli è Re che concentra la sua autorità, la sua maestà in un settore specifico, che non ha radici in questo mondo: il settore della verità: “ sono venuto per rendere testimonianza  alla verità. Ciò vuol dire che la ”costituzione” che regola la vita dei cittadini di questo regno è la verità. La verità da intendersi come tutto quello che in modo più vero, interessa, giova, guida, l’uomo; che gli fa raggiungere la meta alla quale  è destinato.  E come dovrà vivere ? il Vangelo della festa di questo anno ci offre  uno spaccato chiaro dei doveri dei seguaci del suo regno: accogliere i bisognosi, venendo incontro alle loro necessità : offrendo da mangiare, da bere, ospitare, perdonare, confortare. Sono la prova di quella misericordia  che se esercitata con cuore fraterno e sincero, ci farà giudicare, dal Re, con le vesti di giudice, degni cittadini  del suo Regno: Regno non di questo mondo ma, appunto, Regno dei cieli .

Condividi